The Dead Daisies
Make Some Noise

2016, Spitfire Records
Hard Rock

Il nuovo lavoro in studio del supergruppo startunitense dimostra non solo che i Dead Daises sono un'interessante realtà musicale degli ultimi anni, ma anche che il rock'n'roll è vivo ed in grande forma
Recensione di Paolo Stegani - Pubblicata in data: 11/08/16

Il terzo album è sempre uno spartiacque e una prova di maturità per qualsiasi band.
Certo, se si è un supergruppo formato da ex membri di alcune fra le più grandi band hard rock degli anni '80, come i The Dead Daises, la cosa è decisamente più facile.
Come il cantante e leader John Corabi ha dichiarato ai nostri microfoni qualche tempo fa, nel nuovo album "Make Some Noise" è avvenuta "un'evoluzione naturale del suond del gruppo", ulteriore punto a favore di questi nuovi portatori sani di power chords.

 

Se infatti il loro album omonimo di debutto aveva subito convinto critica e pubblico, il secondo, "Revoluciòn!", aveva alzato ulteriormente le aspettative. Non solo John Corabi & Co. hanno dimostrato di saperle soddisfare pienamente, ma di saper regalare ottima musica sia a tutti i nostalgici dell'era d'oro del rock'n'roll sia agli amanti delle sonorità hard più moderne. Niente quindi che facesse storcere il naso a nessun purista, di nessun genere. Una scelta azzeccata che accontenta tutti, grazie ad 12 tracce abbellite da pochi fronzoli ma condite di tanta esperienza e personalità.

 

Per questo nuovo lavoro in studio la band ha infatti deciso di abbandonare le tastiere e lasciare che le protagoniste indiscusse fossero soltanto la distorsione delle chitarre e la potente voce di Corabi, attraverso cui prende forma un disco dall'impatto deciso, che si snocciola piacevolmente fra riff potenti e ritornelli trascinanti. Non sorprende il fatto di trovare all'interno due cover, "Fortunate Son" dei Creedence Clearwater Revival e "Join Together" dei The Who (utilizzata addirittura come brano di chiusura dell'album), dato che già in passato i Dead Daises avevano registrato cover di grandi gruppi del passato, come "Midnight Moses" ed "Helter Skelther" dei Beatles: l'intento del gruppo, sia dal vivo che in studio, è quello di mantenere viva la vecchia fiamma, che si tratti di brani propri o di un omaggio ad altri grandi artisti. Una scelta che arricchisce l'intero album e consacra tutti i membri della band come degli ottimi esecutori ed interpreti, oltre che come compositori.

 

A voler essere oggettivi nulla di nuovo sotto il sole: non si può dire sia un album innovativo o che presenti particolari differenze rispetto a tanti altri buoni album presenti sul mercato, ma si contraddistingue per la cattiveria e gli arrangiamenti senza dubbio efficaci. Per chi ama la velocità, l'impatto sonoro e i ritornelli accattivanti, questo è uno degli album migliori che si possano comprare quest'anno.
Gli stessi Dead Daises ripetono spesso che "il rock'n'roll è ancora vivo e sta benissimo".
Ascoltando "Make Some Noise" non si ha nulla da obiettare.





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