Vi ricordate "Autumnsong" e "Your Love Alone is not Enough", hit cruciali dei Manics della seconda generazione (immaginaria seconda fase d'oro della band, iniziata nel 2005)? Seguendo i ricordi di quel periodo, cavalcando quelle sonorità, canticchiando "Everything Must Go", James Dean Bradfield e soci, dopo un certo ritardo e qualche difficoltà, registrano l'album - nel nuovo Door to The River Studio di Newport - molto velocemente, negli ultimi mesi del 2017: Resistance is Futile segna il ritorno al classico suono dei Manic Street Preachers. Malinconico, realista, espansivo - sono 26 i brani nella versione Deluxe - e sociale, caratterizzato da quella capacità innata della band di raccontare la politica in musica, partendo dai piccoli episodi di vita quotidiana che, a poco a poco, la condizionando senza nemmeno farcelo capire.
Dopo l'Inspiration Award ai Q Awards alla Roundhouse a Londra - premio che avevano ricevuto predecentemente U2, David Bowie e Patti Smith - sono immersive le esperienze che i Manics propongono ai loro ascoltatori. Partendo da "International Blue" - brano che ai centralini della Columbia è stato scelto nelle ultime settimane per accompagnare le attese in linea - e "Distant Colours" - un salto nel passato in cui i colori e le emozioni sono le stesse del presente - non ci resta che prendere atto della constatazione di una band che quantomeno ci ha provato: a cambiare, a svoltare, a resistere. Ma che ha capito che, forse, il modo migliore per resistere al tempo che passa è rimanere applicati alla propria qualità, a ciò che li ha portati - e che porta le canzoni più belle - a vivere oltre il passare del tempo. Futile ma serena, la resistenza dei Manic Street Preachers è un appello alla bontà e alla razionalità, che in tempi di trambusto non guastano mai.