Dopo aver sperimentato la scena rock-metal danese in prima persona, capita di avere l'impressione che la Danimarca non riesca talvolta a valorizzare i suoi figli più meritevoli, intrappolata com'è nel ruolo di terra di frontiera. Terra franca circondata dal metallo liquido del nord della Scandinavia e quello pesante teutonico, il paese esporta da decenni prodotti di indiscutibile qualità che, purtroppo, rischiano di passare spesso piuttosto inosservati. Lars Ulrich a parte, si intende. I Royal Hunt, band ormai in circolazione da 25 anni, sono invece fortunatamente riusciti a raggiungere una discreta notorietà che li salva dalla spirale del mainstream, e di conseguenza, dalle critiche infondate, assicurandogli una cerchia di fan che, album dopo album, non può fare altro che continuare ad elogiarne la produzione.
La proposta della band di André Andersen è validissima e offre un lavoro piuttosto di nicchia e di grande potenziale. Il genere musicale che ha sempre caratterizzato la loro musica è qualcosa di nuovo e indefinibile. Le band provenienti da terre di frontiera, d’altro canto, potendo attingere da un ampio bacino di influenze, hanno la positiva tendenza a riscrivere le regole, costruendosene su misura. Le canzoni registrate in “2016” sono un fedele riassunto del primo quarto di secolo di Royal Hunt: un progressive facilmente ascoltabile, per quanto il progressive possa essere facile, si miscela alla perfezione con un orecchiabile hard rock. Il live album è stato registrato lo scorso anno allo Izvestiya Hall di Mosca con un equipment da paura. Il prodotto finale, disponibile in versione deluxe (CD+DVD), vanta infatti di un suono perfetto e un pubblico entusiasta.
L’eterogeneità musicale che caratterizza i Royal Hunt è palpabile: si va dalla complessa “Army Of Slaves”, estratta dall'album "X" e dominata da tastiere atmosferiche e chitarre fluide, alla magia dell'ormai storica “Wasted Time”, intonata da un pubblico in estasi e all’incredibile “Message To God”, risalente a "Paradox", i cui toni morbidi esaltano i cori della platea.
Questa nuova raccolta celebrativa, terzo DVD e degno successore di
"20th Anniversary",uscito nel 2012, sa dimostrare, come da tradizione, quanto i danesi abbiano ancora da offrire, saldi come sono in una posizione perfettamente inattaccabile.