Visions Of Atlantis
The Deep And The Dark

2018, Napalm Records
Symphonic Metal

Recensione di Riccardo Marchetti - Pubblicata in data: 16/02/18

Sono stati vari i cambi di line-up da parte del complesso in questione, questo però non li ha fermati, infatti dopo cinque anni dall'ultimo "Ethera" ritornano con un nuovo lavoro dal titolo "The Deep And The Dark". Notiamo subito le differenze con la precedente uscita dato che entrambe le voci sono cambiate rispetto ad "Ethera": la nuova lady è la soprano Clementine Delauney mentre il ruolo della controparte maschile viene assunto da Siegfried Samer. Soffia dunque un nuovo vento tra le vele del gruppo, in parte però queste novità vocali sono state avvistate con l'EP "Old Routes - New Waters", siamo dunque ora al giro di boa, il primo lavoro completo della nuova formazione. Questo basta a darci parecchia curiosità nell'approcciarci all'inedito.
 

 

La flotta dunque fa rotta verso atlantide con i nostri cannocchiali puntati addosso e il primo impatto con le onde è senza dubbio positivo, la title-track è ben infarcita con orchestrazioni che accompagnano la band e ampliano bene l'esperienza uditiva. Fin da subito la cantante dimostra di saperci fare, la voce sale e scende bene, mantenendo una buona profondità e interpretazione dei pezzi. Assente in questo caso il capitan Samer, avrà occasione di rifarsi più avanti, non temete. Per tutto il lavoro notiamo come siano le tastiere e la parte sinfonica a dare un ottimo spessore alle track, una sorta di abisso che dona diverse tonalità al mare atlantideo, se vogliamo cercare una similitudine. La Delauney si giostra perfettamente tra il cantato leggermente lirico e quello più rock, dimostrando di avere un notevole registro canoro nonché una verve decisa, un perfetto acquisto per il complesso. Anche Samer fa il suo inserendosi bene e donando la giusta varietà alle varie tracce. Unica pecca forse la mancanza di graffio da parte sua: sempre intonato, melodico e preciso, ma quasi mai energico, tecnico ma poco interpretativo. Particolarmente interessanti le track come "Grand Illusion" e "Dead Reckoning", in cui la band riesce a dare maggior fiato ai venti energici. Piacevole il passaggio di pianoforte e voce dal titolo "The Last Home", ben confezionato e malinconico al punto giusto. Mentre in "War of Words" riprende a veleggiare in maniera più decisa e veniamo colpiti soprattutto dall'assolo tastieristico, pregiato ma rapido. Purtroppo però è proprio la canzone scelta come singolo "Return To Lemuria" a non convincere, riassume bene i difetti dell'uscita, il mordente è assente, non lascia il segno come dovrebbe e non culla come farebbe un pezzo più lento, una canzone che forse per non scontentare nessuno, non trova la sua identità. Nella complessità questa pubblicazione anche musicalmente risulta piacevole e facilmente fruibile, ma forse in alcuni passaggi fin troppo scolastica, infatti non sono tanti i segmenti in grado di sorprenderci a pieno, come se si fosse sempre in attesa: il cielo si annuvola, le onde si alzano, i tuoni sono udibili in lontananza ma sullo scafo dell'ascoltatore non si abbatte mai una vera e proprio tempesta. Non annoia mai, ma non ci stupisce.

 

 

Nel giudizio finale possiamo dire che la band ha intrapreso una percorso in grado di dare soddisfazione ai propri fan. Probabilmente i mari esplorati non saranno sconosciuti, non si tratta certo di un viaggio nell'ignoto, le sonorità sono ricollegabili sicuramente ai lavori precedenti e ai classici del genere, nonostante questo però i pezzi sono piacevoli e restano a galla per tutta la durata dell'ascolto.





01. The Deep & The Dark
02. Return to Lemuria
03. Ritual Night
04. The Silent Mutiny
05. Book Of Nature
06. The Last Home
07. The Grand Illusion
08. Dead Reckoning
09. Words Of War
10. Prayer To The Lost

 

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