Yellowcard
Ocean Avenue Acoustic

2013, Hopeless Records
Punk Rock

Recensione di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 26/08/13

Sono già passati dieci anni da “Ocean Avenue”? Sul serio, dieci anni da quando per la prima volta un'amica col fratello più grande appassionato di punk rock mi passò il CD e mi introdusse agli Yellowcard? Accidenti, come passa in fretta il tempo, vero? Bene, bando alle ciance, perché c'è un po' di cui parlare.


Come già detto, sono trascorsi due lustri dall'uscita dell'album che ha trasformato gli Yellowcard da una band pop punk come tante altre in superstar del genere. Almeno negli States. Per arrivare qua ci hanno messo un po' di più. Comunque... Da un po' di tempo sappiamo che gli americani amano staccare la spina e suonare in sede acustica, prova la versione unplugged di “When You're Through Thinking Say Yes” uscita un paio d'anni fa. Quale modo migliore, quindi, di festeggiare la ricorrenza se non imbracciando la chitarra e il basso acustico, dismettere il violino elettrico e ridurre l'uso della batteria ai suoi componenti fondamentali senza pestarli come fabbri? Ecco a voi “Ocean Avenue Acoustic”, ri-registrazione celebrativa per il decennale.


Ma in soldoni di cosa parliamo? Beh, di tutto e di niente, perché le canzoni sono quelle, quasi ricalcate a impronta sulle originali, magari c'è qualche secondo in più all'inizio alla fine, ma non è stata stravolta la struttura principale. Cambiano però certi arrangiamenti; l'utilizzo del violino diventa predominante rispetto alla chitarra, e diventa quasi protagonista assoluto dell'album, alcuni pezzi diventano più folk, non alla maniera di Mumford & Sons ma insomma, si sente che qualche eco c'è, eccezzion fatta per “View From Heaven”: quella era country/folk fin dall'inizio.


Nient'altro che “Ocean Avenue” con le chitarre acustiche, esattamente come “When You're Through Thinking Say Yes Acoustic” era uguale pari pari all'originale con il solo vantaggio di essere più adatto per una strimpellata sulla spiaggia. Il che non è necessariamente un male. Dare un voto qui è difficile, perché alla fine sarebbe come rivalutare l'originale. Sicuramente è una perla per i fan più accaniti, ma un ascoltatore occasionale degli Yellowcard può tranquillamente soprassedere.





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