Ad ogni modo, l'attività della band ha cercato di non fermarsi negli anni, registrando ben quattro album nell'ultima decade, indi per cui nasce quest'impellente esigenza di proporre al pubblico una raccolta con i brani più recenti, ovvero "The Best Of A Decade". Una domanda però sorge subito spontanea: confrontando la tracklist della raccolta in mio possesso - debitamente consumata ascolto dopo ascolto - con quella proposta dall'etichetta nel 2010, mi rendo conto che ben sei brani non appartengono affatto ai successi degli ultimi anni. Anzi, sono stati poco elegantemente riciclati e riproposti in versione live dalla line-up odierna e di certo non si distinguono per energia e grinta. A tutto questo, aggiungete il fatto che ben due album recenti suonati assieme al buon Schenker, "Covenant" del 2000 e "Sharks" del 2002, sono stati completamente ignorati nella selezione... I dubbi circa l'utilità di questa pubblicazione non possono che essere legittimi. Sia ben chiaro, non stiamo criticando il lavoro di Vinnie Moore, ben lungi dall'imitare lo stile dell'illustre chitarrista degli Scorpions, né tantomeno stiamo rimpiangendo i fasti degli anni '70, ma si sta mettendo in discussione questa trovata puramente commerciale, francamente inutile. Inoltre, non che ci sia da gridare al miracolo per i brani degli ultimi anni, che hanno virato decisamente verso sonorità hard rock con contaminazioni blues.
Se già possedete qualche album sparso degli U.F.O, avete materiale a sufficienza per conoscere i Nostri e potete tranquillamente saltare a piè pari questa raccolta. Se siete curiosi e vogliosi di avere qualche grande classico a vostra disposizione, allora il consiglio è di puntare sugli album che hanno di fatto lanciato la band, dando una possibilità anche a quelli più recenti. Non indugiate troppo su quest'uscita: rischiereste di rimanere molto delusi dai Nostri, che in altri tempi sono stati un gruppo tutt'altro che deludente.