Quando i battiti del cuore si fondono con il riff, quando il sudore diventa la ritmica, mentre rabbia e passione si miscelano nei suoni emozionali che si librano incontrastati prende vita "Mesmer", il risultato degli ultimi due anni di lavoro della band australiana Northlane, pronta a ripagare i fans per l'attesa dopo l'ultimo album "Node" del 2015.
"Mesmer" è il quarto album della band, accompagnato da un tour internazionale, che spazierà dalle latitudini estreme di Singapore fino a tutta Europa, con un'unica data italiana il 2 luglio al Dissonace Festival di Milano. Un 2017 che ha tutto l'aspetto dell'anno di consacrazione per una band che nello scenario metalcore può vantare consensi dalla critica e un'incredibile simbiosi con il pubblico, avendo costruito con maestria e attenta precisione una sonorità propria, calibrata per schiantarsi su chiunque si trovi sul loro cammino. I Northlane propongono un album fatto di domande, diretto che trova nel rapporto tra l'uomo e l'ingranaggio la sua vera suggestione. È l'uomo parte della macchina o viceversa?
"Mesmer" è dunque la risposta, nel risultato ambivalente all'equazione tra l'organico ed il meccanico, in una realtà dove le creature viventi sono attratte costantemente da un'innegabile magnetismo. "Citizen" è una delle tracce che hanno anticipato l'uscita del disco, presentando con un video essenziale i componenti della band: il talentuoso frontman Marcus Bridge, i chitarristi Jon Deiley e Josh Smith, il bassista Alex Milovic ed il batterista Nic Pettersen sono avvolti in abiti neri tra i flash di colori intensi che si alternano sullo sfondo. "Citizen" è senza dubbio una traccia elaborata, dall'alternarsi vocale tra graffi e linee pulite alla lirica testuale che mostra come Bridge e compagni abbiano la forza di gridare i propri ideali a pieni polmoni. Con l'intento di mandare un messaggio senza metafore, spoglio di fronzoli e fatto unicamente di speranza in un futuro di fratellanza ed unità, i Northlane partono infatti dalla consapevolezza del singolo fino alla legittimazione del gruppo. Segue un accattivante riff di chitarre che iniziano a suonare l'inno alla gioia nell'intro di "Colurwave". Una traccia che trova nell'atto della creazione il proprio tema principale, la struttura strumentale si bilancia fra momenti corali ed istanti di intensità assoluta della batteria, facendo diventare Nic Pettersen una vera e propria seconda voce al fianco di Marcus Bridge; notevole la personalità del batterista anche nell'intro di "Zero - One", in cui ci trasporta in un vortice di adrenalina. Da menzionare anche "Savage", lirica attorno alla quale l'album ha iniziato a prendere forma come dichiarato dal frontman: "l'album ha iniziato a prendere forma intorno al testo di Savage, parla di come si mostri la società vista dall'esterno, poi la strada ha dirottato su una scrittura più personale ma nonostante questo l'interesse rimane focalizzato su di un quadro più ampio".
"Solar" è un pezzo del tutto inatteso e lo si può apprezzare fin dall'intro sperimentale, una traccia a segnare la forza innovativa e creatrice di questa band che lasciando correre il flusso sonoro è riuscita a dare nuova linfa alle proprie radici. Un incredibile Marcus Bridge rende nell'esecuzione di "Solar" la propria voce uno strumento inesauribile, mettendo in risalto la propria capacità di disegnare linee vocali differenti ed armoniose allo stesso tempo. "Veridian" si annuncia fin dalle prime note tra lo sperimentalismo psichedelico e linee vocali pulite in crescendo, con un beat incontenibile, merito del tandem basso-batteria. Un brano che si impreziosisce ulteriormente grazie ad un'architettura strumentale armonica ed energica, il minuto 1:50 è lo spartiacque, come a segnare il cambiamento, un momento che non potrà essere dimenticato perché ha lasciato il segno dove non è possibile vederlo con gli occhi, quanto con l'anima. Un altalenarsi di tristezza e ripresa attraverso la forza interiore in tutto il suo potenziale trovano un'inconscia risposta alle domande che non avranno mai risposte. La traccia conclusiva si cela tra le note malinconiche e le parole della band: "Mesmer è stato inseguito della morte, l'ultima canzone Paragon si riferisce esplicitamente alla perdita di un caro amico".
I Northlane presentano con questo disco una miscela di emozioni incontenibili, dando alle undici tracce che lo compongono l'aspetto della necessità, riuscendo infatti a spaziare fra le tematiche sempre estremamente personali ed umane, andando a toccare argomenti che possono trovare il proprio oblio nel profondo quanto la propria risalita con forza e determinazione. Motivo per cui " ci sono molte cose su questa terra che io non condivido, che mi rattristano, che mi sento impotente a cambiare. Ma una scintilla può dar fuoco. La potenza per il cambiamento poggia sulle spalle del singolo".