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Black Midi – Hellfire

Che l’armonia e la schematizzazione siano principi pressochè fondamentali della nostra cara musica è un dato di fatto inoppugnabile, ma è allo stesso modo inattaccabile l’assioma secondo cui essa, senza l’emozione come leitmotiv, si riduce a semplice compitino dalla bella cornicetta e dal contenuto vuoto. E si sa, sentimenti e percezioni umane sono costantemente in movimento, in balìa delle correnti di pensieri che si smuovono nervosamente come banchi di pesci in migrazione. Sarà che, forse forse, è proprio il caos la vera essenza della musica? Per i Black Midi la risposta è un enorme sì, perchè loro lo cavalcano, il caos, lo domano come i migliori cowboys del rodeo, quelli che riescono a tenersi in equilibrio, a briglie strette, sul toro più furente del ranch. Eppure il trio londinese fa sembrare il tutto talmente semplice, talmente canonico che anche i più critici detrattori della sperimentazione musicale potrebbero confessarvi: “questi spaccano”.

Lo sviluppo dei Black Midi giunge al terzo livello di mutazione e tasta il calore dell’inferno: “Hellfire” si carica in groppa il duro compito di trainare l’ottimo successo di “Cavalcade” (2021), che aveva già traslato su un altra dimensione i Nostri dopo un buon (seppur acerbo) tritacarne sonoro come “Schlagenheim” (2019).

Basta la title track per catapultarci nel circense copione dell’ultima, istrionica opera dei Black Midi: Geordie Greep ci cattura, con la sua voce profonda, e ci getta giù per gli infiniti cunicoli di “Sugar/Tzu”, delirante nel riffing ai limiti del thrash metal, colossale negli intermezzi dominati dal sax e dalla batteria fuori controllo di Morgan Simpson. I londinesi masticano generi, riducono la sperimentazione ad un gioco per bambini di tre anni: “Eat Men Eat” stuzzica con le chitarre le atmosfere messicane, “Welcome To Hell” prende il prog rock e lo forgia a caldo, modellandolo come un ferro rovente su un riff roccioso e apparentemente schematico, fino a che le trombe non preannunciano una grandinata dai sentori hardcore che traina il finale di traccia in una vera e propria mattanza sonora.

Photo Credits: Atiba Jefferson

Serve il morbido arpeggio beatlesiano di “Still” a ristabilire un po’ di pace nella bufera londinese, che torna ad inspessire il cielo con la teatrale e folle “The Race Is About To Begin”, che prende le influenze dei Primus di Les Claypool e del maestro Frank Zappa e ci fabbrica le fondamenta di una struttura sgangherata, penzolante, eppure totalmente in equilibrio: Geordie Greep è indemoniato, sputa parole come un battitore d’asta sotto anfetamine, si destreggia tra i suoi stessi riff, perversi e totalmente fuori di testa, incollati a terra da martellate di batteria che seguono schemi al di sopra dell’umana conoscienza.

“Dangerous Liaisons” e “The Defence” riaprono il cielo, si assestano come nuvolette ristoratrici su soffici arpeggi che guardano al soul del passato, accompagnato dalla voce pacata del frontman, lo stesso che, poco prima, aveva predicato come uno psicopatico. È la pachidermica “27 Questions” a spegnere l’incendio dei londinesi, un canadair che incede zoppicante, alimentato da riff stoppati e da un pianoforte zampillante e stridulo ai limiti delle soundtrack horror: il finale è l’inquietante premonizione di un paroliere demoniaco.

Non è facile approcciarsi ai Black Midi, questo lo sappiamo, ma se i primi due full length del trio ci avevano fatto tentennare in fase di ascolto continuo e non frammentario – tutto il disco in un colpo, per capirci -, in “Hellfire” abbiamo raggiunto la conclusione con molta più facilità: sarà che i londinesi stanno trasferendo energia, prima maggiormente indirizzata verso un math rock più ingarbugliato, in direzione di un prog rock più accessibile, seppur ancora ampiamente influenzato dalla loro tortuosa impronta. “Hellfire” ci ripresenta un gomitolo, quindi, con meno nodi, e questo ci può far solo piacere: il terzo trip dei Black Midi è, probabilmente, il viaggio di consacrazione dell’istrionico trio.

Tracklist

01. Hellfire
02. Sugar/Tzu
03. Eat Men Eat
04. Welcome To Hell
05. Still
06. Half Time
07. The Race Is About To Begin
08. Dangerous Liaisons
09. The Defence
10. 27 Questions

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