Aaron Bruno è quel cool guy che tutti vorrebbero come amico, perchè sai che con lui potrai sentirti libero di parlare di tutto, senza venir giudicato. E nonostante l’imbarazzo iniziale comune a chiunque, anche lui si è sentito così nelle numerose interviste fatte a celebrità e sconosciuti riguardo la musica, un argomento che può senz’altro costituire il primo approccio per una conversazione. Un’iniziativa sotto forma di podcast che mette in luce quanto in realtà cerchiamo di dialogare più che arrivare allo scontro, e che ha accompagnato gli ultimi tempi in attesa dell’uscita del nuovo album di inediti “The Phantom Five”, in uscita il 30 agosto: una pulsar sonora che ad intermittenza si accende e si carica per riesplodere di energia. Il mastermind del progetto Awolnation, che preferisce stare lontano dai riflettori, con le sue parole ci porta inoltre nella quotidianità della sua vita più o meno professionale, lasciandoci con un messaggio che risuona di speranza.
Ciao Aaron, bentornato su Spaziorock.it…(problemi con la telecamera della videochiamata, NdR) Okay, ora riesco a vederti.
Grazie per avermi invitato. Sì, è strano parlare con le persone, vederle, e l’altra persona però non riesce a vedere te.
Già. Ci siamo incontrati penso un paio di anni fa quando hai promosso il tuo album di cover “My Echo, My Shadow, My Covers and Me”, sono Ludovica.
Hai un volto familiare.
Anche tu, ovvio! Come stai ultimamente, giusto per cominciare?
(Ride, NdR)
Ehm, sto abbastanza bene. La mia voce sta bene, tutti sono in salute, e sembra che alla gente piacciano le nuove canzoni, ed è bello anche essere in tour. Ho parlato con molte persone diverse, ho fatto questo documentario da solo, filmando altre persone e chiedendo loro della loro musica preferita, e lancerò questo podcast a breve. È stato un bel promemoria del fatto che andiamo più d’accordo di quanto non siamo in disaccordo. E trovo che la musica sia una grande livellatrice, e non importa se sei religioso, di che partito politico, di quale Paese, qualunque cosa. In questi giorni vedo il mondo, come il bicchiere, mezzo pieno, non mezzo vuoto.
È incredibile il potere della musica che attraversa i confini come nient’altro. E siamo qui oggi perché stai promuovendo il tuo quinto album, “The Phantom Five”, con il tuo progetto Awolnation, in uscita il 30 agosto. Come ti senti ora che è finito?
Beh, la cosa strana di un ciclo di produzione di un album è che è finito da un po’ di tempo. E poi ci vuole altrettanto tempo: lo finisci, lo promuovi, metti insieme il team e poi capisci quali canzoni vuoi rilasciare per prime, e tutte quelle cose noiose credo per gli amanti della musica, ma alla fine l’album viene pubblicato. Per me dunque è già una vecchia notizia perché queste canzoni sono pronte da un po’, ma mi sento molto incoraggiato dalla reazione e dal coinvolgimento dei fan. Tendo sempre a mantenere basse le aspettative, ma sta andando molto, molto meglio di quanto avessi previsto.
Ottimo! Volevo chiederti, ci puoi raccontare in generale del processo di composizione, come hanno preso vita queste canzoni?
Beh, sai, in qualsiasi modo tu possa immaginare, davvero. Che sia un pianoforte…Ho un pianoforte molto vecchio che è nuovo per me perchè l’ho preso tipo quattro o cinque anni fa e, beh, ho scritto molte delle canzoni su quello. Alcune canzoni sono nate mentre camminavo in giro e un’idea mi veniva in mente; altre sono iniziate semplicemente sedendomi con una chitarra; altre ancora sono nate da un testo, e così via. È sempre stato così per me. Quindi non ho nulla di super eccitante o nuovo da condividere a riguardo, se non che sono sempre molto aperto a come possono venire diverse idee. Non c’è un modo unico in cui lo faccio, non ho mai il blocco dello scrittore, e questo è semplicemente perché scrivo canzoni solo quando ho delle idee. Non mi siedo mai dicendo: “Devo scrivere una canzone! Devo scrivere una canzone!”, questo non mi succede mai. Lo faccio solo quando sembra divertente, e quando non è più divertente, faccio qualcos’altro, giusto?
E poi, se penso che l’idea sia buona e riesco a sentirla tutta nella mia testa come dovrebbe suonare, allora è mio compito non rovinare tutto. Successivamente devo trasferire quell’idea e come suona nella mia testa in studio, in una registrazione reale. Di solito finisce per essere diversa dall’idea originale che avevo, ma cerco di seguire la strada di quell’idea di canzone, e se devo fare una brusca svolta a sinistra o a destra, lo faccio, oppure mi fermo, faccio inversione, o qualsiasi altra cosa, o vado sulla luna. Cerco di stare fuori dai guai, tenere la testa bassa e sperare di essere soddisfatto del risultato. Penso sia la cosa più importante quando devi fare promozione delle tue cose.
Giustamente, come posso promuoverle se non mi piacciono?
Esatto, non funziona, perché se non piace a me, probabilmente non piacerà neanche a te.
Hai ragione. In generale, queste canzoni ti danno la sensazione di… come posso dire… un movimento continuo, come passare da un posto all’altro, da uno stato emotivo all’altro. Non riesci a restare fermo; ti ritrovi a scuotere la testa o persino a ballare, come nel tuo primo singolo “Jump, Sit, Stand, March”. È questo ciò che hai sentito negli ultimi tempi?
Beh, sai, è la vita. Per la maggior parte di noi, la vita ha picchi e valli; tanti alti e bassi, momenti di gioia e amore, e assoluto dolore e devastazione. Quindi mi piace pensare che queste canzoni seguano una traiettoria simile, emotivamente, e ti portino attraverso il percorso di cosa sia la vita, cercando di capire cosa significhi tutto questo, e la ricerca di vari obiettivi che alla fine, credo, ti daranno soddisfazione e, di conseguenza, felicità.
Fantastico. E volevo chiederti: puoi parlarci delle collaborazioni con Emily Armstrong e Del The Funky Homosapien? Credo ci sia una buona chimica tra di voi.
Grazie. Sì, comincerò con Emily, Emily Armstrong. Cantante dei Dead Sara, semplicemente fenomenale, una bellissima voce, una tosta, leader sul palco. Ci conosciamo da sempre… Lei è nata e cresciuta nella vera Los Angeles, tipo a Hollywood e tutto il resto; io invece vengo dalla periferia, quindi lei è sicuramente cresciuta in un’area più cool. Quando la nostra band ha iniziato a essere trasmessa in radio nei primi anni (tipo 2010, 11, 12, qualcosa del genere), suonavamo insieme a molti festival radiofonici, e io pensavo: “Wow, è davvero brava”. Niente contro altri cantanti, ma non lo penso sempre. Non mi viene automaticamente da dire: “Oh, sarà difficile suonare dopo questa persona.” Mi sento piuttosto sicuro della mia presenza scenica e delle mie capacità, ma lei è fantastica, quindi pensavo: “Okay, lei è grandiosa; dovrò migliorarmi quando suoniamo adesso.” E così via. Era solo una questione di tempo prima che ci connettessimo. Ora è solo una vecchia amica, ed è davvero brava; le nostre voci sono in un certo senso siamo simili, lei è l’equivalente femminile di come io affronto le cose, sia con lo scream che con il clean, quindi è stato un incontro naturale, forse fatto in paradiso, chi lo sa?
E poi Del the Funky Homosapien è semplicemente un classico della Hall of Fame che amo moltissimo e ho sempre amato. Iniziando con le sue cose da solista, ha molte canzoni conosciute, e poi il suo lavoro su quel primo disco dei Gorillaz è stato davvero impattante per me ed un po’ trascurato perché tutti pensano ai Gorillaz come Damon Albarn, che ovviamente è il cantante dei Blur, e lui è così talentuoso, lo adoro molto anche io. Poi un altro produttore e cantautore di nome Dan the Automator è stato coinvolto in quel disco, ed è un mio amico. Del è anche qualcuno a cui guardo con grande ammirazione. Quindi, collegando i puntini e chiedendogli se sarebbe stato disposto a collaborare con me su questa canzone, e la sua risposta affermativa è stata solo un onore e una cosa molto figa. E’ grandioso averlo nel disco, e poi ho sempre amato i Gorillaz, quindi è un po’ come la mia canzone dei Gorillaz, credo, in molti modi.
Ho sentito che hai formato una band hardcore chiamata The Barbarians of California dopo aver lasciato la tua etichetta discografica. Perché la scelta di questo genere e non qualcos’altro? Le canzoni che hai pubblicato precedono un nuovo album? Se ci puoi anticipare qualcosa ovviamente
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Sì, dunque, ero in una band hardcore punk al liceo chiamata Insurgents, e sai, è una di quelle cose che, una volta entrato nella scena hardcore e punk underground, non ti lascia mai. Quindi, anche se Awolnation è diventato popolare tra le masse, ho sempre sentito di essere ancora un ragazzo hardcore punk nel cuore e col dente avvelenato. Ed è stato col lockdown che ho avuto abbastanza tempo per fare tutte queste cose: che fosse l’album di cover oppure il nuovo “The Phantom Five” o questo nuovo progetto The Barbarians of California. E’ uscita da poco la quarta canzone chiamata “Bazooka” con uno skater professionista di nome Mike Mo Capaldi, che è anche mio cugino; lui è nel video musicale, e poi l’album completo uscirà all’inizio di ottobre e si chiama “And Now I’m Just Gnashing My Teeth”. Ed è davvero un doppio album, simultaneamente con “The Phantom Five”. Il disco di The Barbarians of California è ovviamente molto più pesante e oscuro, una sessione di divertimento sfrenato, mentre “The Phantom Five” è un po’ più serio e un po’ più, ehm, emotivo in modo diverso. Li vedo un po’ come un doppio album in un mondo parallelo.
Parlando di cambiamenti personali invece, ho sentito che sei diventato padre di due gemelli. Questo ha avuto un qualche tipo di impatto sulla tua carriera musicale, e se sì in che modo?
Beh, sai, sto cercando di capirlo man mano che vado avanti; è ancora una cosa abbastanza nuova per me. Tutti i cliché che senti riguardo all’avere figli sono veri all’ennesima potenza, quindi è diventata immediatamente la cosa più importante della mia vita, più importante della mia carriera o di qualsiasi mio tempo libero, o del surf o di tutte le cose che facevo e che mi piacevano. Tutte le mie priorità sono state immediatamente rimesse in discussione. Penso che tutte le diverse emozioni che provo ora siano state amplificate a livelli indescrivibili, ma sai, non voglio dirti che ho scoperto l’acqua calda o qualcosa che non hai già sentito da altre persone che sono diventate genitori o, se sei un genitore tu stesso, sai che è semplicemente una categoria diversa di amore e di importanza, perché ora sei responsabile di una vita. Pensavo di essere responsabile dei miei cani prima, e poi, quando sono diventato genitore, ho capito quanto fosse più serio di qualsiasi altra cosa, quindi sì, è… è il più grande successo della mia vita, personalmente.
Diventi responsabile non solo della tua vita, ma anche di quella di altri. E speriamo che tu possa continuare i tuoi hobby anche con loro quando cresceranno.
Sì, lo spero anch’io.
Sei in tour ora, vero?
Attualmente sono in Ontario, Canada. Abbiamo solo uno spettacolo qui e poi torniamo negli Stati Uniti.
Buona fortuna per le prossime date! Stai supportando i 311 e i Neon Trees, possiamo sperare in qualche tappa in Europa?
Sì, sto guardando al prossimo anno e cercando di capire come potrebbe essere, perché non siamo stati in Europa da molto tempo e ci piacerebbe andare. Dobbiamo solo capire come organizzarlo. Ci sono stati molti cambiamenti negli ultimi quattro anni, quindi ora che le acque si sono calmate e la gente vuole tornare a festeggiare e celebrare la (nuova) musica, sono molto ottimista sul fatto che avremo l’opportunità di venire da voi e suonare.
Incrociamo le dita, ci piacerebbe molto averti qui. Ora che siamo arrivati alla fine dell’intervista, ti andrebbe di lasciare un messaggio finale ai tuoi fan e ai nostri lettori in generale? E se vuoi promuovere il tuo nuovo album, ecco un po’ di spazio per farlo personalmente.
Direi solo che… se riuscite, prendetevi un po’ di tempo per ignorare molto del rumore che arriva riguardo al fatto che le persone non vanno d’accordo. Ogni Paese è un po’ diverso, ma penso che a livello globale ci sia molta tensione in questo momento. Però se vi prendete il tempo per magari ignorare il rumore esterno e l’influenza, e semplicemente andare al supermercato, uscire per strada e dare un’occhiata in giro, la maggior parte delle persone è gentile con gli altri, e la maggior parte delle persone ama la musica, ed è sempre un modo per connettersi. Ho scoperto durante questo tour che è stato davvero utile e terapeutico per me parlare con persone che probabilmente la pensano in modo completamente diverso da ciò che penso io nella mia vita personale su certe cose, sulla filosofia o su qualsiasi cosa spirituale, religiosa o politica. E ho scoperto che vado d’accordo praticamente con tutti, e questo è il messaggio che non vogliono che noi ascoltiamo. Quindi incoraggio tutti a trovare ciò che avete in comune rispetto a ciò che non avete in comune, perché c’è molto che ci unisce. Scusa, non volevo essere troppo profondo sull’ultimo punto…
Figurati, anzi penso sia proprio il messaggio che forse tutti volevano sentire in questo momento storico, davvero. E a tal proposito, quando possiamo aspettarci il tuo podcast?
Sì, seguite Awolnation sui social, su Instagram o altro, lo lanceremo da lì. Si chiama “The Awolnation Totally Committed Podcast,”, vado in giro a chiedere alla gente riguardo la musica, intervistando persone diverse. La cosa divertente è che chiederò a cantanti e a diversi tipi di celebrità a riguardo, e loro risponderanno. Ma le risposte migliori sono state quelle delle persone a caso che incontro, sai? Ieri sera stavo solo passeggiando qui vicino alle cascate… È anche spaventoso perché non sono affatto una celebrità, quindi la maggior parte delle persone non sa chi sono…Sono stato fortunato: la mia musica è conosciuta, ma non necessariamente io come persona. E quindi vado semplicemente dalle persone e dico: “Ehi, sto facendo questa cosa. Posso farti una domanda sulla musica?” E così tante persone dicono no, no, no, e si spaventano. È una rottura, perché è un po’ come cercare di capire di nuovo come parlare alle ragazze o qualcosa del genere. Sai, è così spaventoso chiedere a qualcuno che non conosci ancora bene un appuntamento, come facevi una volta tipo “Ok, vado a parlare con questa persona”. Sto imparando di nuovo come comunicare con gli estranei, è davvero difficile, ma le loro risposte sono così affascinanti e solitamente molto riflessive. Di nuovo, tornando al messaggio precedente che volevo condividere: se cerchi di connetterti con qualcuno, parlagli di musica. Non c’è niente da discutere in merito, non ci sono disaccordi; ti piace ciò che ti piace e nessuno può dirti il contrario.
Sì, parlando di hobby in generale, la musica è molto ascoltata, ci si può incontrare su questo terreno comune.
Alcune persone non lo fanno, suppongo, ma sai, semplicemente ignori quelle persone quando chiedi della musica e passi al prossimo.
Già. E’ un’iniziativa interessante, e sono così felice di sentirti dire queste parole, fanno sperare nel mondo. Aaron, grazie mille per il tuo tempo. Spero di rivederti con un altro nuovo lavoro, e nel frattempo stammi bene.
Okay, grazie. Ciao!