Secondo quanto riportato da Rolling Stone, il giudice della Corte Suprema di Los Angeles ha deciso di far decadere definitivamente le accuse di Ashley Walters nei confronti di Marilyn Manson.
Quest’ultimo era stato accusato di percosse e molestie sessuali dalla Walters per dei fatti risalenti al 2010, anno in cui lo incontrò per la prima volta e divenne la sua assistente personale.
Brian Warner, vero nome di Marilyn Manson, avrebbe assunto un comportamento sempre più aggressivo nei confronti della donna, costringendola a spogliarsi in diverse occasioni, forzandola anche a toccare i suoi genitali. La Walters inoltre sostiene di aver sentito Warner vantarsi di aver abusato e molestato altre donne senza mai subire ripercussioni.
Di seguito un estratto della sentenza conclusiva:
La querelante non ha portato prove sufficienti a sostegno delle sue dichiarazioni. […] L’accusa dichiara, inoltre, di essere stata al corrente delle azioni subite nel momento dell’interruzione del rapporto lavorativo, ben 10 anni prima di intentare questa causa legale. Questo lasso di tempo è sufficiente affinché il caso cada definitivamente in prescrizione senza possibilità di presentare nuovamente le accuse.
Ashley Walters e i suoi legali hanno dichiarato di essere fortemente contrari al verdetto della Corte, ritenendo ingiusto giudicare il caso senza tenere in conto la gravità delle azioni commesse dal cantante. Un verdetto che, sempre a detta dell’accusa, rappresenterebbe una sconfitta per tutte le donne vittime di abusi sessuali in cerca di giustizia che vorrebbero rivolgersi alla legge.
Brian Warner è ancora imputato per gli stessi capi di accusa in altri tre processi.