Amon Amarth (Ted Lundstrom)
I vichinghi svedesi tornano con la nuova fatica "Surtur Rising" e calano nuovamente il martello di Thor contro tutti gli eterni nemici degli Asi. Ted Lundstrom, tatuatissimo bassista della formazione, ci ha svelato tutti i segreti ed i retroscena del nuovissimo platter made in Amon Amarth. Buona lettura!
Articolo a cura di Davide Panzeri - Pubblicata in data: 01/04/11

Ciao Ted, benvenuto sulle pagine di SpazioRock! Come te la passi? Sei nervoso per l’uscita del nuovo disco?

Ciao Davide, si è sempre un pochino nervosi quando si ha un album in imminente uscita, soprattutto se le aspettative sono alte a causa del successo che abbiamo ottenuto con il precedente “Twilight of The Thunder God”. Sembra che pe ora stia andando bene e che alla gente piaccia.

Vorresti dirci quali sono le novità rispetto al suo precedente (semmai ce ne fossero)?

E’ un classico album Amon Amarth. Abbiamo tentato di spaziare di più questa volta, rendendo i brani più veloci un pelo più aggressivi e quelli epici ancora più epici. Abbiamo puntato a un sound più grezzo, con più chitarre e basso in fase di missaggio e suoni più naturali per quanto riguarda la batteria.

 

Per quelli che non lo sanno: chi è Surtur e perchè sta rinascendo?

Surtur è un gigante del fuoco nella mitologia nordica, non ci sono moltissime informazioni a suo riguardo ma bisogna dire che c’è dall’inizio dei tempi e ci sarà anche alla fine quando il Ragnarök arriverà. Suppongo che la sua ascesa si riferisca alla sua calata nella battaglia finale tra gli Dei.

Io lo ammetto, sono un vostro enorme fan di vecchia data e ormai ho accettato benevolmente il nuovo corso intrapreso dalla band. “Surtur Rising” però mi è parso leggermente sottotono rispetto ai suoi predecessori. Forse è la mancanza del fattore sorpresa? Insomma, voi state continuando giustamente per la vostra strada, ma qualcosa mi è mancato.

 

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Abbiamo inserito un sacco di sorprese nel nuovo album e noi sappiamo che le persone si aspettavano che facessimo qualcosa per questo disco, abbiamo deciso di eliminare tutti gli special guest e le altre cose superflue e creare un diretto album metal. Probabilmente tenteremo nuovi approcci in futuro ma al momento siamo contenti di questa registrazione.

Quanto è cambiato dal 1992 per voi? Vi aspettavate di raggiungere un tale successo di fama mondiale? Ricordi qualcosa di quel periodo?

Il più grande cambiamento è stato il fatto di poter riuscire a vivere di musica, questo è un qualcosa che abbiamo sempre sognato ma che credevamo non si sarebbe mai avverato dato che suoniamo un genere abbastanza estremo. Per fortuna la scena musicale è in continua evoluzione e ciò che era impossibile una decade fa è assolutamente possibile al giorno d’oggi. Ho un sacco di bei ricordi legati a quel periodo, alla nostra carriera e non mi sognerei mai di sbarazzarmene, sono il legante che ha fatto sì che diventassimo quello che siamo ora.

Ho notato purtroppo, per quel che mi riguarda, che in sede live date sempre meno spazio a brani del passato. Perché non suonate sostanzialmente più brani da “Once Sent From the Golden Hall”? Perché non una bella “Ride for Vengeance” anziché l’ormai onnipresente “Victorious March”?

Il problema è che la maggior parte dei nostri fan attuali ha iniziato ad ascoltarci tardi, così quando suoniamo vecchie canzoni gran parte di loro non le conosce. Cerchiamo sempre di rendere tutti felici ma è davvero difficile, questa è una delle ragioni per le quali abbiamo rilasciato il nostro “Bochum Show” (DVD live allegato al disco, ndr), per dare qualcosa anche ai fan che apprezzano il vecchio materiale e per introdurre i nuovi al nostro passato.

Onestamente, vi siete stufati di suonare “Death in Fire”?

Qualche volta può essere un po’ noioso ma il più delle volte sei in adrenalina da palco e le reazioni e l’energia del pubblico fanno sì che sia bellissimo suonarla. Io non suono per me stesso, ma per i fan che vengono a vederci. Pensa al povero Lemmy e ai ragazzi dei Motorhead che devono suonare “Ace Of Spades” tutte le volte.

Qual è stato secondo te il miglior e peggior concerto che avete fatto?

Dunque, ho molti concerti nella mia lista dei miglior concerti, ma un paio di show meritano di essere menzionati: quello a Wacken e quello al Summerbreeze col nostro “Boat Show”. Il peggiore è stato uno show in quel di Detroit qualche anno fa dove tutto quello che poteva andare male andò male. E’ stato uno concerto terribile ma abbiamo anche imparato diverse cose che ci sono tornate utili in seguito.


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Ormai siete passati allo status di grande band, come è cambiato il rapporto che avete con internet? Ormai i social network sono un ottimo modo di promozione e la pirateria è sempre dietro l’angolo in agguato. Voi come siete messi?

Secondo me internet è contemporaneamente buono e cattivo, abbiamo ottenuto un enorme aiuto dalla rete ma anche subito gli effetti malefici di quello che hai menzionato tu. Abbiamo una realtà dove le label sono intimorite dallo spedire in giro i promo album ai giornalisti a causa di possibili leak, che bene o male avvengono lo stesso. E’ unicamente una battaglia per tenerli più lontano possibile dal P2P.

Ok, è tutto, grazie del tempo dedicatoci Ted. Vuoi fare un saluto ai vostri fan italiani e nostri lettori? Jag Hälsar er, Vikingar! Skål!

Grazie mille e spero di vedere tutti voi pazzi vichinghi italiani la prossima volta che verremo nel vostro paese! Skål




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