Il nostro movimento è creatività (Editors)

Il rapporto tra gli Editors e l’Italia è meraviglioso, come quello tra Italia e Sziget Festival. Tornati sull’isola della libertà per la terza volta, gli artisti inglesi si raccontano ai nostri microfoni due ore prima si salire sull’A38 Stage: saranno i main act del venerdì sera.

 

Continua per gli Editors il tour di promozione all’ultimo album “In Dreams”, un tour che è già stato un successo in Italia e che in Italia tornerà, a settembre all’Home Festival di Treviso e ad Unaltrofestival di Milano. Justin ed Elliott sono carichi per affrontare l’imminente concerto e la tranche finale di questo lungo viaggio.

Articolo a cura di Francesco De Sandre - Pubblicata in data: 13/08/16

Ciao ragazzi e bentrovati, è un piacere e credo sia bello anche per voi tornare qui un altro anno.

 

[Elliott] Ciao, lo è davvero, questo è un festival senza confini in cui facciamo tutti, artisti, lavoratori, pubblico, parte di un unico paese. Il messaggio è strepitoso e se la prima volta eravamo un po’ intimoriti dalle dimensioni, ora ti confesso che girare per l’isola liberamente è davvero energetico, mi carica di adrenalina positiva.

 

[Justin] Ci sono tutti qui, è un melting pot di culture.

 

Ho controllato il vostro Instagram prima e ho notato moltissime belle foto dai palchi di tutto il mondo. È per voi, dal punto di vista live, un momento strepitoso. C’è però un ricordo di questa estate che conservate nel vostro cuore e non nel vostro smartphone?

 

[Elliott] Guarda non vorrei essere di parte ma il concerto al Siren Festival di Vasto è stato qualcosa di incredibile, abbiamo creato un rapporto speciale con i fan, e la cornice era strepitosa.

 

[Justin] Siamo contenti di tornare in Italia a settembre, anche dal punto di vista fisico, concludere un tour così pesante nel Bel Paese è rassicurante per me.

 

Da artisti inglesi, e data la quantità di concerti che avete alle spalle, quali sono le principali differenze che avvertite tra il suonare in casa e nel resto d’Europa?

 

[Elliott] Noto che negli ultimi anni i festival in UK stiano diventando una sorta di formalità, stanno perdendo personalità e spesso accostano gruppi e generi che non hanno nulla a che fare gli uni con gli altri. Può funzionare dal punto di vista del marketing, ma per il pubblico può essere stressante. Non mi piace, ma questo vale per tutti i festival, il fatto che ci siano artisti che suonino contemporaneamente. So che spesso non se ne può fare a meno, me ne farò una ragione.

 

Molti artisti emergenti vi menzionano già come punto di riferimento. Avete coniato un nuovo genere, questo dovrebbe rendervi orgogliosi.

 

[Justin] E’ incredibile, il sogno di quando inizi a suonare. E’ un onore per noi ma tengo sempre a incoraggiare gli artisti più giovani a non cadere nell’imitazione e a ricercare un suono al 100% proprio, la musica e la tecnologia di oggi offrono insieme ancora grandi opportunità.

 

sziget_editors_2016_02_600_01 Questo è stato l’anno di “In Dream”, vi chiedo, dato che lo avete portato dal vivo praticamente ovunque nel mondo, se la proposta live è cambiata dai primi a questi ultimi concerti.

 

[Justin] Sorprendentemente no, è un album che suonato dal vivo rispetta appieno le aspettative che ci si crea nell’ascolto, per quanto riguarda i fan, e lo stesso vale per noi sul palco. Non ti nascondo che dal vivo semplifichiamo molti aspetti, altrimenti diventeremmo matti.

 

[Elliott] La batteria di studio era elettronica, qui bisogna suonarla dal vivo, ad esempio.

 

Allargando il raggio della domanda, spiegateci in base a che criteri il vostro sound cambia e si evolve di album in album.

 

[Justin] Sono cambiamenti voluti, è qualcosa che ci sentiamo dentro. Ci sono dei gruppi, anche fondamentali per la storia della musica, che hanno mantenuto lo stesso stile dal primo all’ultimo brano. Ecco, questo non appartiene agli Editors, forse significa che non diventeremo mai importanti come loro, ma la nostra musica risponde alle nostre necessità di cambiare, come persone e come artisti. Siamo sempre in movimento, e questo influisce non poco.

 

[Elliott] Esatto. Gli album sono conseguenze dei nostri spostamenti, sia fisici che mentali.

 

State lavorando a qualcosa di nuovo?

 

[Justin] Sì, ma ci metteremo al lavoro più seriamente quando finiremo i festival. Da settembre, insomma. Nelle ultime settimane stiamo suonando dal vivo un inedito e da ciò che vediamo sembra piacere. Sarà un disco più potente rispetto a In Dream.

 

Cosa vi piace di più, ora, del vivere on the road?

 

[Justin] Il cibo, quando siamo in Italia.

 

[Elliott] Certo, concordo. La vita sui palchi per noi è diventata uno stato mentale, siamo anche caratterialmente più inclini ai cambiamenti, agli spostamenti, agli orari senza una logica. Può essere faticoso all’inizio, anche all’inizio di ogni nuovo tour, ma poi ci abituiamo e questo modo di vivere si trasforma in creatività. Da quando ho capito che funzionava così, non riesco più a smettere.




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