Steve Vai (Steve Vai)
In occasione dell'uscita del nuovo DVD "Stillness In Motion", tre ore di musica e spettacolo, Steve Vai in persona è ai microfoni di Spaziorock per parlare della fine di un faticosissimo tour, della propria evoluzione come musicista, e per dispensare diverse pillole di saggezza per il musicista medio e... l'essere umano medio.
Articolo a cura di Valerio Cesarini - Pubblicata in data: 03/05/15

Buon pomeriggio Steve! Un disco originale e fresco, un tour mondiale lunghissimo e infine un DVD. Tu e i fan avete avuto molto da fare! Come ci si sente ora che questo ciclo è finito?

 

In realtà non è mai finita. Ci sono molte parti, molti cicli: di solito un ciclo consiste nel creare nuova musica, costruire il disco ed andare in tour. Ogni volta che chiudo e apro un ciclo sono felice di quello che ho fatto: scrivere musica mi appaga, perchè è lì che ho un'idea e riesco a renderla concreta. Ma è divertente anche prepararsi per i tour, organizzare tutto, le prove con musicisti che diventano amici, come ai tempi della scuola...E poi il tour stesso. Il tour è la mia parte preferita, perchè posso viaggiare: adoro vedere posti nuovi, gente nuova, cultura, architettura, arte e atmosfere di ogni nazione...Senza dimenticare lo show vero e proprio. Quando tutto finisce, c'è una sensazione di appagamento inspiegabile. Il vero obiettivo è non pensare mai che sia finito tutto, ma semplicemente che sia l'inizio di un nuovo progetto.

 

Il tuo DVD precedente comprendeva due grandissimi violinisti. Quest'ultimo vede la presenza dell'arpista elettica Deborah Henson-Conant. Qual è la ragione e l'ispirazione che ti portano a cercare questo tipo di aggiunte al tuo sound?

 

In realtà mi viene naturale, aggiungere qualcosa -qualsiasi cosa- per migliorare e raffinare lo show. I violinisti andarono benissimo, per The Story Of Light ho scelto  Deborah perchè un'arpista è una scelta decisamente anticonvenzionale per una rockband...Ma sapevo di poterla far funzionare! In realtà aspiro continuamente a situazioni differenti. Mi piace la situazione da band, una piccola orchestra, anche un piccolo coro. La vera sfida è la parte economica...Per questo tour abiamo fatto 253 spettacoli in tutto il mondo, e per poter affrontare un tour del genere sotto ogni punto di vista c'è bisogno che ogni tappa sia semplice, senza complicazioni. A dire la verità, tour di questa portata si possono ridurre ai viaggi in Europa e negli Stati Uniti, perchè è veramente difficile conciliare la parte logistica ed economica se si dovesse sul serio circumnavigare il globo.

 

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E allora puoi dirci qualcosa su quale sarà la prossima mossa non convenzionale riguardo il tuo sound?

 

Ci sono cose che non si possono dire in un'intervista, quando il tempo ancora non è maturo! (ride, ndr) In realtà, sto lavorando duro al 25esimo anniversario di Passion And Warfare: non so se riuscirò a finire per quest'anno, ma sarà un grande cofanetto con 3 dischi, anche perchè quando registrai quell'album, il CD non era un formato accessibile, ed avere a disposizione quella tecnologia oggi mi porta veramente ad aver voglia di onorare l'anniversario. Ci saranno le mie canzoni remastered, ma metterò anche un DVD con filmati e contenuti dei tempi andati, e non solo...Ci sarà un disco con materiale totalmente inedito, che rappresenta la mia personale evoluzione dal primo disco solista,  Flex-Able, a Passion And Warfare. Lì c'è tutta la passione e il vibe di vent'anni fa, e rappresenza anche l'anello mancante fra quei due dischi...Sembra quasi si tratti di due persone diverse! Finisco dicendoti che ci sarà un tour a supporto di tutto ciò, dove suonerò tutto Passion and Warfare...con qualche sorpresa!

 

Un musicista creativo è in un continuo processo evolutivo, e in ogni momento si può cambiare. Come può il tuo ultimo DVD rappresentare la tua evoluzione, e in che termini è differente dai lavori precedenti?

Hai perfettamente ragione: ci evolviamo in ogni momento. Siamo in continua costruzione. Ma quello che è veramente importante non è quello che ci è successo, quello che abbiamo fatto, nè dove andremo a finire. Quello che è importante veramente è ORA. Quello che siamo ORA, quello che facciamo in questo esatto momento. Il tempo non si può fermare! A volte puoi perfino pensare di starti muovendo all'indietro... In realtà è impossibile. Hai tutta la tua esperienza, e un apparente ritorno a fasi passate altro non è che un ulteriore necessario step della tua evoluzione, sia come musicista che come essere umano. Per quanto mi riguarda, The Story Of Light ha rappresentato la mia volontà di spingermi oltre, sia a livello di approccio sullo strumento che a livello di scelte e melodie. Per me, questa mia ultima fase è qualcosa di mai sentito prima: più concentrazione sul fraseggio, su ciò che effettivamente comunico con ogni mezzo che ho nel mio vocabolario musicale. Non mi piace ripetermi. Può succedere, inconsciamente, ma in generale cerco di fare in modo che qualcosa mi spinga a migliorarmi. In realtà, nell'ultimo DVD la fase che preferisco è il Bonus Footage: "The Space Between The Notes". Lì si possono vedere diversi aspetti di me che non sono così facili da carprire solo vedendomi sul palco; inoltre il rapporto stretto e viscerale sia con la musica che con le persone non può far altro che allargare drasticamente le mie vedute, e in questo senso portarmi ad una naturale evoluzione. Sì, le persone, ecco cos'ha dato più carburante alla mia evoluzione in quest'ultimo periodo.

 

Ora un regalino per i musicisti: ti vediamo con svariate chitarre, comprese le tue migliori amiche EVO e FLO, e gli amplificatori Carvin. Ma lo strumento altro non è che la prolunga della mente e delle orecchie dell'artista: qual è lo stile verso cui stai vertendo ultimamente?

 

stevevaiitw02 Sempre parlando di evoluzione, vengo costantemente ispirato da quello che ascolto. E a proposito, qualche sera fa ho vissuto un'esperienza enorme: sono andato a vedere il mio amico Al Di Meola, in realtà sono anche salito sul palco a suonare con lui. Ascoltare il suo suono, la precisione, la brillantezza, come ogni nota risulta chiara e rotonda, mi ha veramente ispirato.  Perchè talvolta tendo a risultare più confusionario! Dunque credo che in futuro tenderò a tirarmi leggermente indietro con i miei suoni saturi...Non che non ci saranno comunque distorsioni "malate" (ride, ndr). A dire la verità la ricerca del proprio stile e suono è una sfida continua!

 

Quando sono venuto al tuo concerto a Roma c'è stato un momento dove il palco è esploso: ciò che sul DVD è poi risultato nell'esperienza "build a song" (Vai chiama dei fan sul palco a "scolpire" una canzone nuova con i musicisti)  . Sembri in una continua simbiosi con i fan, risulti sia una figura mistica che l'uomo più umile mai salito su un palco. Qual è la tua relazione con i fan?

 

Innanzitutto, sono abbastanza poco famoso da poter vivere una vita normale. I miei fan li incontro in qualità di PERSONE, e in quei momenti faccio di tutto per dar loro tutta l'attenzione possibile. Li guardo negli occhi, esattamente come ognuno fa con un qualunque interlocutore, è un rapporto davvero normale, fra persone che si rispettano. Ma persone; non artista e idolatro. L'unico sentimento che potrei avere è gratitudine. Perchè, in realtà, tutto ciò che facciamo è per servire gli altri: tu stai servendo qualcuno con la tua intervista; io servo i miei fan con la mia musica, loro me con la loro gratitudine. E allora non c'è assolutamente nulla che mi rende in alcun modo superiore alle persone che guardano i miei show! E in realtà, siamo tutti seguendo il mondo che gira: non esiste "me" e POI il mondo: io ne faccio parte, ed è l'unica cosa più grande di chiunque altro.
D'altra parte ci sono momenti che mi mandano ancora il cuore in gola: persone con tatuaggi di Steve Vai, fan che incontro a 20 o 30 spettacoli dello stesso tour! Mi ricorda quando ero più giovane (ma anche oggi), ed ero fan sfegatato di grandi artisti come Led Zeppelin, Frank Zappa...Tom Waits. Tom Waits, man. E' come un luogo sicuro dove posso sempre andare, una continua ispirazione e un artista a cui mi riferisco continuamente.

 

C'è un aspetto per cui sei famoso e apprezzato: la tua consapevolezza del tuo ruolo, e l'esperienza nel campo del business ed economico. In che termini è importante per un musicista conoscere il campo in cui si trova?

Ci sono alcuni aspetti importanti dell'essere un musicista; in particolare il business, per quanto riguarda il denaro, il tempo che sfrutti, le persone che incontri, il metodo con cui ti promuovi. Ma sono tutti aspetti RELATIVAMENTE importanti: quello che lo è veramente, in fin dei conti, è solo una cosa: la condizione della propria consapevolezza; la qualità della propria ispirazione. Ognuno su questo Pianeta è differente, ognuno ha il proprio potenziale, e questo deve essere assolutamente inquadrato e sfruttato al massimo. Molte persone non hanno fiducia in loro stesse, o trovano più comoda l'omologazione agli altrui standard. Questo porta alla fine, alla morte. Perchè non stai più imprimendo la tua impronta sul mondo, non hai fede in ciò che fai, non puoi avere e costruire contenuti significativi. Mai lasciarti prendere dal panico, e soprattutto, mai fare qualcosa che sai di rimpiangere. Sembra un clichè, ma l'aspetto più importante della propria vita è proprio agire nel completo rispetto e coerenza verso se stessi. Dopo compreso questo, e agendo seguendo la propria indole, possono poi venire gli aspetti secondari. E allora, in questo senso ho sempre pensato che conoscere un minimo di economia e business sia importante, ma è una materia difficile e quello che in realtà serve a me sono solo una manciata di principi. Torna tutto all'origine, a se stessi: è difficile se TU credi sia difficile!

 

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E cosa puoi dirci riguardo al mondo del Web, inviso a molti artisti per la facilità con cui si può diffondere illegalmente del materiale?

 

Anche qua, dipende da come la vedi. Se la guardi con occhi negativi, allora risentirai degli aspetti negativi. Ma sappiamo tutti come Internet possa essere un fantastico mezzo, di sicuro lo strumento più importante che ad oggi abbiamo. Voglio dire, posso promuovermi e farmi conoscere con un raggio d'azione e una potenza mai vista prima! Concretamente parlando, io guadagno di più -sì, intendo proprio denaro-, e ho più pubblico ai miei concerti da quando posso usare Internet. Molta più gente mi conosce, posso comunicare istantaneamente con milioni di persone attraverso la mia pagina Facebook, promuovermi in scala molto più alta.

 

Tanto per divertirci: puoi rivelarci qualcosa che ascolti, che il normale fan di Steve Vai non si aspetterebbe?

Wow man, questa è difficile! A dire la verità i miei fan sono abituati alle mie stranezze (ride, ndr). Posso dirti per esempio che NON mi vedrai comprare un disco country! (ri-ride, ndr) Ah, una cosa che potrebbe essere interessante è che non mi metto lì ad ascoltare musica strumentale per chitarra, nonostante sia quello che suono. Eh...In verità quello che ascolto di più nella mia vita sono gli audiolibri! C'è poi tutto quel campo che mi stimola...Come ho già detto, sono totalmente innamorato di Tom Waits. E' semplicemente un artista unico; voglio dire, non farò mai la sua musica, ma, forse anche per questo, mi ispira, mi emoziona.

 

L'intervista sta volgendo al termine...Hai finito un world tour, registrato un disco, intrapreso un altro tour lunghissimo, e nel frattempo fatto clinic, esperienza G3 con persone del calibro di Satriani, Petrucci e Lukather.  Steve Vai sta mai "Still", o è sempre "In motion"?

Sono come tutti!...Sempre in movimento.

 

Grazie per la tua gentilezza...E soprattutto per la precisione, la saggezza e l'ispirazione con cui hai risposto a tutte le domande. E allora cosa c'è nel futuro di Steve Vai?


Ancora movimento!




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