Trick Or Treat (Alessandro Conti)
E' uscito da pochissimi giorni "Rabbits' Hill Part 2", nuovo album dei Trick Or Treat. A raccontarcelo è Alessandro Conti, voce della band, che ci svela alcune curiosità sul nuovo lavoro. 
Articolo a cura di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 06/08/16

Ciao ragazzi, bentornati sulle pagine di SpazioRock.it, sono Eleonora e sono felice di poter fare una chiacchierata con voi! Come va?


Tutto bene grazie! Finalmente il disco è fuori!


Oramai sono quattro anni che non abbiamo modo di far quattro chiacchiere, dal vivo o meno, come avete passato questo tempo?


Beh, abbiamo continuato a suonare tanto dal vivo, ci siamo preso il nostro tempo per curare l'album al meglio.


Ora, dritti al sodo. "Rabbits' Hill Part 2". Bellissimo album, tanto quanto la prima parte. Come mai proprio questo libro così particolare come concept? Volevate rimanere in ambito fantasy senza però buttarvi su argomenti già trattati più volte?


E' uno dei motivi, anche se non è un libro fantasy, è piuttosto un avventura epica e ricca di significati su più livelli. Un libro che consigliamo a tutti.


Come scrittura dei testi avete trovato difficoltà ad adattare un romanzo così complesso?


Sicuramente è stata una sfida, scrivere in inglese non è facilissimo per noi perchè ovviamente non abbiamo la stessa proprietà di linguaggio rispetto all'italiano, tuttavia ci siamo impegnati molto e credo che leggendo i testi, la storia sia descritta fluentemente anche per chi non conosce il romanzo. Abbiamo avuti molti feedback positivi dagli Stati Uniti proprio in merito alla trasposizione...è una grande soddisfazione!


La scelta di dividere il concept in due album distinti è nata dalla necessità di avere più spazio per raccontare le avventure di Fiver e amici pelosi (e pennuti)?


Esattamente, ci siamo resi conto quasi subito che con un solo album non avremmo reso giustizia al concept, potevamo farlo, ma sarebbe stato approssimativo.


A livello musicale, è un album estremamente diretto ma anche ricchissimo di sfaccettature. Mi viene in mente per esempio "The Showdown". Avete dovuto lavorarci parecchio per ottenere un album così ricco ma di impatto così forte immediato od ormai vi viene naturale?


Solitamente ognuno scrive le proprie idee indipendentemente, poi le propone alla band. Dovendo seguire un concept abbiamo diviso un po' "a tavolino" i capitoli in base all'atmosfera degli stessi: Leo, per esempio, aveva una ballad molto bella, che è diventata "Never Say Goodbay", oppure io avevo un buona traccia molto "happy" che si è trasformata in "Cloudrider". Nel caso di "Showdown" avevamo deciso che dovesse essere una sorta di suite che racchiudesse diverse atmosfere, Guido si è occupato interamente di quella traccia.


In "Rabbits' Hill Part 2" ci sono tre ospiti. Come li avete scelti? Com'è stato lavorare con loro?


Il primo ad essere "reclutato" è stato Tony Kakko, siamo stati un mese in tour con i Sonata Arctica e si è creato un buon feeling; gli ho chiesto di partecipare ed è stato molto propositivo e gentile, aiutandomi anche nella stesura del testo e negli arrangiamenti delle parti vocali. Per Tim Owens in realtà abbiamo scritto la traccia pensando direttamente alla sua voce, sperando che la nostra proposta venisse accettata...-per fortuna ci è andata bene! Ahh .. Poi per la prima volta, avevamo bisogno di una voce femminile, la scelta di Sara è stata facile, siamo amici da tempo e ha una voce incredibile. In generale l'apporto delle guest ai fini della storia e della qualità dell'album credo sia decisamente importante in "Rabbits Hill pt.2"


Sono passati quatto anni tra le due parti del concept. Il tempo ha fatto cambiare il modo in cui avete approcciato la scrittura dei testi e delle musiche? Oppure anche la seconda parte era praticamente tutta già scritta e dovevate solo aspettare un momento più propizio per registrarlo?


L'iter di composizione è sempre lo stesso: avevamo un po' di materiale scritto già 4 anni fa, ma poi abbiamo deciso di riscriverne gran parte. Su alcune tracce non eravamo convinti al 100%, altre non avevano l'atmosfera giusta per nessuno dei capitoli rimanenti per il concept... troveranno spazio su un album futuro.


Come mai avete scelto di intitolare i due album "Rabbits' Hill", ovvero il titolo della traduzione italiana del romanzo, e non "Watership Down", come il titolo originale?


Perchè è più diretto, anche a chi non conosce la storia, per me anche più evocativo e meno banale.


Negli anni vi siete fati una bella fanbase sia in Italia che all'estero, ma parecchi - me inclusa - vi hanno conosciuti con la cover della sigla del cartone animato Robin Hood. Ormai siete famosi per le cover, come scegliete i brani?


Si è vero, registrammo "Robin Hood" semplicemente per scherzo, la pubblicammo sul nostro canale Youtube il 1 aprile di qualche anno fa...neanche noi immaginavamo un successo tale! In seguito sempre per il primo aprile, registrammo la cover di "David Gnomo" insieme agli Elvenking, e per Natale di 2 anni fa abbiamo registrato "Let it go" da Frozen. E' sempre stato un diversivo divertente per noi, e crediamo sia carino rilasciare qualche "bonus" tra un album e l'altro. Sinceramente uno dei nostri sogni nel cassetto è da tempo registrare un intero album con sigle e cover in versione metal...vedremo se capiterà l'occasione!

 

Pensate che in futuro potrete scrivere nuovi concept o tornerete a scrivere album "normali"?


Non nell'immediato futuro. Abbiamo già diverse tracce scritte per il nuovo album e non sarà un concept, anche se ci sarà una sorta di "filo comune" tra diversi brani, un po' come abbiamo fatto in "Tin Soldiers".


Vi ringrazio per l'attenzione e rinnovo i complimenti per il vostro nuovo album, ci è piaciuto veramente tanto. Vi auguro un futuro radioso e tanti altri dischi belli come quelli che ci avete donato in passato. Buona fortuna per tutto!


Grazie mille per il tempo che ci avete concesso e per la bella recensione, siamo molto felici che il nostro lavoro sia apprezzato!




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