My Chemical Romance - World Domination Tour
07/03/11 - Palasharp, Milano


Articolo a cura di Fabio Rigamonti
Una ragazza mette una tovaglietta di carta attorno al collo di un ragazzo, quindi rovista nello zaino, tira fuori una bomboletta spray e si mette a spruzzarla sui capelli dell’amico, tramutandoli dal naturale castano al rossiccio dell’attuale Gerard Way. Soddisfatta la ragazza si volta, quindi si mette a fare il servizio di tinteggiatura istantanea a chiunque tra i suoi amici voglia sottoporsi al trattamento.
Questa è la scena che si apre davanti ai miei occhi una volta che prendo posto sugli spalti del Palasharp di Milano, e queste sono cose che si possono vedere solo ad un concerto dei My Chemical Romance colorando – è proprio il caso di dirlo – l’atmosfera.
Il Palasharp, c’è da dirlo, è discretamente gremito di gente: non un pienone da sold-out, ma certamente piuttosto affollato, carico sì di ragazzini e genitori a seguito, ma anche di chi, come me, era giunto all’appuntamento con il cuore ricolmo del ricordo dei My Chemical Romance conosciuti all’epoca di “Three Cheers For Sweet Revenge” (quindi sì, un po’ più avanti con l’età e non esattamente definibile come un “teenager”).

Alle ore 20:15, le luci si spengono, e a scaldare la platea si presenta il power trio inglese dei Lost Alone, dedito ad un punk rock diretto quanto melodico, il tutto condito da un’immagine alla Ramones che non guasta mai. I ragazzi convincono soprattutto dal punto di vista sonoro: Steven Battelle, chitarrista e cantante della band, sa come si suona una chitarra e non si vergogna affatto di usarla; egli sa, inoltre, come questo fondamentale strumento va suonato con cipiglio punk, per cui la band si rende immediatamente protagonista di un live di energico impatto.
Purtroppo, Steven è in possesso di un altro strumento che non è in grado di padroneggiare con altrettanta maestria, e mi riferisco alla sua voce: assai discutibile, difatti, la prova vocale del frontman della band, e se anche è vero che nel punk ci sta bene una certa grossolanità ed approssimazione, è altrettanto certo che un timbro da teenager incerto possa rovinare una prestazione tutto sommato godibile.

Dopo i 45 minuti concessi ai Lost Alone, e dopo mezz’ora di attesa prima del nuovo calo delle luci, l’intro di Danger Days ci porta con estrema naturalezza al primo singolo dell’ultimo inciso dei My Chemical Romance, ovvero “Na Na Na”, e subito prendono il via le danze, le urla e l’agitazione tipica di una platea in preda al tumulto della gioventù.
Purtroppo, sin dalla prima canzone si evidenziano alcuni “problemi”: già i fratelli Way non sono propriamente degli animali da palcoscenico di loro, se poi sono chiamati ad animare brani groovy e danzerecci come quelli presenti nel nuovo disco, allora l’imbolsimento della coppia risalta ancora di più all’occhio; la cosa, poi, è ancora più tangibile osservando la coppia di chitarre di Frank Iero e Ray Toro: da sempre l’elemento rivitalizzante delle performance live della band, vedere costretti i due musicisti nelle semplici linee di chitarra dei nuovi brani è, per il sottoscritto, semplicemente doloroso, tanto più quando, poi, su una “Thank You For The Venom” e “Hang ‘em High” te li vedi al pieno del rendimento, e capisci allora quanto i nuovi My Chemical Romance sfigurino anche dal punti di vista live rispetto a quelli che ebbi modo di osservare 5 anni fa durante il tour di “The Black Parade”.
La prima parte della setlist, poi, è quasi beffarda nel suo contrapporre continuamente un brano di “Danger Days” ad un brano del passato della band, accentuando un contrasto che, ad ogni modo, non viene affatto notato da un pubblico entusiasta, una folla che acclama a gran voce la band in ogni frangente e restituendo un grosso feedback soprattutto in queste controverse nuove composizioni.
E se sull’encore il sottoscritto capisce di essere completamente fuori luogo quando nota che tale pubblico rimane pressoché immobile su “Give ‘em Hell, Kid” per poi scoppiare in delirio nella conclusiva “Bulletproof Heart”, altrettanto chiaro che l’ora e mezza di show è scorsa grossomodo godibile, con un Gerard Way in ottima forma che si è sì risparmiato in comunicazione con il pubblico, ma non in prestazione vocale (da brividi l’esecuzione di “Cancer”, un brano davvero commovente, un brano che i nuovi My Chemical Romance non sarebbero più in grado di scrivere), tutto condito da una resa dei suoni tutto sommato discreta su di un palco che – a sorpresa – presentava una scenografia non particolarmente ricca ed elaborata, nonostante le pretese da concept dell’ultimo parto discografico della band.

Quando le luci si riaccendono su un pubblico che, soprattutto nella platea, non si è risparmiato in nulla (“Siete pregati di raccogliere chi cade di fianco a voi”, si raccomanda Gerard all’inizio del live), il sottoscritto ripensa con animo dolceamaro a quanto ha appena assistito.
Una cosa, in particolare, mi turba: Gerard, introducendo “SING”, ha affermato che questo sarebbe stato l’ultimo concerto rock del Palasharp; se egli ha detto il vero, e non vedo perché dovesse mentire, allora significa che, dopo stasera, Milano è destinata a perdere un altro luogo per i concerti rock, ed uno dei più grossi e storicamente significativi della capitale lombarda, oserei aggiungere.
Quindi, non capisco: sono amareggiato perché un pezzo della storia della musica live di Milano sta per essere convertito a nuovi scopi, oppure perché l’ultimo concerto della carriera rock del Palasharp di Milano è rappresentato da questo “World Domination Tour” dei My Chemical Romance?
Come Sibilla non intendo fornirvi la risposta, e mi eclisso in un alone di totale ambiguità, perfetto emblema dello spirito di questa fredda serata di fine inverno.  


SETLIST:


Na Na Na (Na Na Na Na Na Na Na Na Na)
Thank You For The Venom
Planetary (GO!)
Hang ‘em High
SING
Vampire Money
Mama
The Only Hope For Me Is You
House Of Wolves
Summertime
I’m Not Okay (I promise)
Famous Last Words
DESTROYA
Welcome To The Black Parade
Teenagers
Helena
Cancer
Vampire Will Never Hurts You

Encore:
Give ‘em Hell, Kid
Bulletproof Heart


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