Premiata Forneria Marconi - Tour 2011
16/12/11 - Live Club, Trezzo sull' Adda


Articolo a cura di Alberto Battaglia
Franz di Cioccio ha tutto del ragazzo, eccetto l'età. Con un fascione hippie sulla fronte, la barba incolta e le due bacchette affondate nei pantaloni, capisci subito che uno così non può essere normale; la PFM potrebbe anche essere un gruppo che non necessita di altri trascinatori al di fuori della propria musica, ma giunti al termine delle loro acrobazie musicali, era dovuta una nota di merito per per la passione che emana il frontman di questa storica band. Di Cioccio, che dialoga amichevolmente col pubblico, fa sapere subito che parte del concerto sarà dedicato a un repertorio un po' particolare: la produzione degli anni Ottanta, succeduta al tour con De André. Dal cantautore genovese i Nostri impararono il gusto di usare la musica per raccontare storie.

La prima metà del concerto infatti sarà per composizioni dichiaratamente dichiaramente più rock che prog; il tocco di musicisti esperti, però, resta tangibile anche in questo excursus fatto di tempi dritti e accordi semplici. Anzi, anche quando le composizioni di per sè non sono capolavori saranno la grande attitudine dei singoli unita all' impeccabile esecuzione a tenere alta l'attenzione. Il trittico iniziale sarà proprio di questo genere: pescando dal repertorio della prima metà degli anni Ottanta apre "Come ti va", seguta da "Quartiere 8" e "46". Dopo la funkeggiante "La rivoluzione" scritta con Daniele Silvestri finalmente compare un tempo dispari per "Traveler" tratta da "Jet Lag" (1977). Il trasporto del pubblico comincia a salire dopo l'orecchiabile "Chi ha paura della notte", successivamente sarà la volta della gustosa fetta progressive del concerto: Di Cioccio si rimbocca le maniche e passa dalla voce alla batteria, di lì a poco esibisce una pazza parata di facce balorde, miste a grandi pezzi di bravura. E a proposito di pezzi di bravura saranno da applausi soprattutto le performaces violinistiche di Lucio Fabbri, che coniuga allo strumento classico il gusto solistico della chitarra elettrica e l'uso spettacolare dello wah. Com'era prevedibile battere la strada delle sonorità anni Settanta mette in luce non solo i pezzi più classici della Premiata Forneria Marconi, ma anche le singole doti dei componenti, fino a culminare del tipico clichè del jazz: la sezione di assoli a turno per ciacun membro della band. Durante le ultime battute il clima è quello di una vera festa, coronata dall'accoppiatadi brani più amati dei Nostri: "Impressioni di Settembre" ed "E' Festa", appunto; entrambi capolavori del rock italiano.

Si apprezzano due cose nei live di gruppi come la PFM: il fatto che sia possibile notare fra i presenti i padri insieme con i figli e la totale mancanza della retorica delle pose rock, delle frasi fatte, del machismo fine a se stesso; sono entrambi aspetti che comunicano una cosa sola: che ad unire la band al suo pubblico ci sono solo la musica e una passione che, con gli anni, non è mai invecchiata.


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