PFM - Premiata Forneria Marconi - Emotional Tattoos Tour
02/12/17 - Teatro Openjobmetis-Teatro Mario Apollonio, Varese


Articolo a cura di Stefano Torretta

In una Varese che, fortunatamente, è stata risparmiata dalla neve che le previsioni meteo davano per certa, la PFM può liberamente chiamare a raccolta gli estimatori delle sonorità prog. All’interno del Teatro Openjobmetis-Teatro Mario Apollonio, IL gruppo progressive italiano per antonomasia si è donato al proprio pubblico con un’esibizione di oltre due ore, portando in scena il nuovissimo Emotional Tattoos Tour. L’affluenza è stata massiccia, andando ad occupare ogni ordine di posto e lasciando solo alcune poltrone vuote nei settori più laterali, quelli di certo meno apprezzati in quanto ad acustica e visibilità del palco. Non siamo ai livelli della data al Geox, ma vista anche la posizione periferica di Varese il risultato è più che gratificante.

La cornice scelta è sicuramente di grande pregio, con un teatro centrale che risulta essere adeguato alle richieste di uno spettacolo musicale dal vivo: al di là di buone poltrone – sebbene un po’ troppo strette – e di un’ottima disposizione della sala, quello che ha fatto la fortuna della serata è un’acustica magnifica che, insieme ad un settaggio perfetto, ha dato il giusto spazio a tutte le componenti della musica della band, dagli strumenti alle voci, permettendo allo spettatore di cogliere ogni singola nota. Solamente la voce di Alberto Bravin, in alcuni momenti da solista, risultava un po’ troppo coperta dagli strumenti, come se il suo microfono fosse ancora settato da seconda voce.

 

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Con un ritardo di un quarto d’ora è il momento di dare il via all’esibizione. Consueto spazio d’apertura lasciato a brani provenienti dall’ultimo album “Emotional Tattoos”. “Il Regno” e “La Lezione” fotografano perfettamente lo stato attuale della PFM: grandissimi musicisti che, nonostante i diversi cambi di formazione nel corso degli anni, hanno ancora voglia di mettersi in gioco. La mancanza di Franco Mussida alla chitarra si avverte più per un diverso approccio alla scrittura dei brani che per un calo di qualità sul palco. Marco Sfogli riesce infatti a far dimenticare fin da subito l’ingombrante presenza del suo predecessore, marcando alla perfezione ogni nota e donando un’interpretazione personale. Prestazione cristallina e molto tecnica. La risposta del pubblico è buona ma si intuisce perfettamente che ci si aspetta ben altro genere di brani. L’attesa è brevissima. Lo stesso Franz Di Cioccio, tornato dietro alle pelli dopo i due brani da cantante, annuncia il ritorno alle origini: “La Luna Nuova”, “Photos Of Ghost”, “Il Banchetto”, “Dove… Quando…”, “La Carrozza Di Hans” e “Impressioni di Settembre” inanellano una serie di capolavori tra i più amati dai fan. È un tuffo indietro di 45 anni, verso quella stagione 1972-1974 durante la quale hanno visto la luce i primi quattro, seminali album della band (“Storia Di Un Minuto”, “Per Un Amico”, “Photos Of Ghost” e “L’Isola Di Niente”). Luci morbide, dai colori pastello, trasmettono alla perfezione quel senso di sospensione, di viaggiare tra emozioni e stati d’animo che la musica della PFM è sempre stata in grado di diffondere. La sezione ritmica di Di Cioccio/Roberto Gualdi alla batteria e Patrick Djivas al basso dà corpo ai sogni in musica della band, con quest’ultimo spesso al centro dell’attenzione grazie a linee di basso di grande impatto.

 

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Dopo una sognante digressione nel passato si torna saldamente nel presente. La sequenza “La Danza Degli Specchi”, “Quartiere Generale” e “Freedom Square” si segnala anche per un uso più violento delle luci, passando a faretti diretti che illuminano senza pietà. La musica lascia il passo ai testi di Di Cioccio e Gregor Ferretti, rimarcando ancora una volta il nuovo corso della band. A riconciliare con il mondo PFM ci pensano le successive “Quartiere Otto” e “Maestro Della Voce”, provenienti dagli anni ’80 del gruppo. Di Cioccio si dimostra ancora una volta grande interprete dei brani storici, dando vita ad un’esibizione canora sul secondo brano di alto livello, nonostante i 71 anni d’età e già 12 brani in scaletta. Potenza vocale e d’interpretazione, in un ambito da jazz/blues club d’altri tempi. Brividi ed applausi a scena aperta.

 

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La Premiata Forneria Marconi è sperimentazione innanzitutto. Non possono quindi mancare nell’esibizione dal vivo due momenti di riscrittura di brani classici, provenienti dall’album “PFM In Classic – Da Mozart a Celebration”. “Romeo E Giulietta: Danza Dei Cavalieri” e “Guillame Tell Overture” sono il palcoscenico ideale per il violino di Lucio Fabbri. Il livello qualitativo di ogni singolo componente del gruppo avrebbe bisogno di molto più spazio rispetto a quello che i contenuti – si fa per dire, viste le quasi due ore e mezza di durata del live – tempi del concerto permettono. I due pezzi strumentali vivono a cavallo tra il divertissement, il sentito omaggio e la sregolatezza della jam session progressive. Un vero piacere per le orecchie degli astanti. A spezzare i due momenti classici viene chiamata “Mr. 9 Till 5”, vivace e briosa.

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Dopo una veloce pausa è il momento delle ultime canzoni. “Il Pescatore”, cover rock del brano di De André, racconta un altro piccolo pezzo della carriera della band, con la collaborazione della band con il cantautore ligure tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80 e la pubblicazione di due famosissimi album dal vivo (“Fabrizio De André In Concerto - Arrangiamenti PFM” e “Fabrizio De André In Concerto - Arrangiamenti PFM Vol. 2°”). La conclusione viene lasciata ad una versione di “È Festa”/”Celebration” dove vi è spazio per tutto, da un drum solo di Di Cioccio e Gualdi, fantasioso, bizzarro e strabordante come solo due grandi artisti come loro potrebbero realizzarlo, passando per bizzarrie canore, fino ad arrivare all’immancabile coinvolgimento del pubblico nel coro del brano. Libertà in musica all’ennesima potenza.

Gli anni passano, la Premiata Forneria Marconi muta la pelle, ma quello che rimane invariato sono le sensazioni, il piacere sonoro e mentale che accompagna brani ormai entrati a tutto diritto nell’empireo della musica internazionale. Se nel lontano 1971 la band nasceva da un gruppo di dotati session men che aveva preso forma dopo due esperienze musicali sotto il nome di Quelli e poi Krel, nel 2017 la PFM è ancora composta da ottimi (poli)strumentisti multigenerazionali, impegnati nonostante i tanti anni passati sui palchi internazionali a dare dimostrazione della qualità musicale di un genere musicale che per un breve periodo tutto il mondo ci ha invidiato.

 

Setlist:
01. Il Regno
02. La Lezione
03. La Luna Nuova
04. Photos Of Ghost
05. Il Banchetto
06. Dove… Quando…
07. La Carrozza Di Hans
08. Impressioni di Settembre
09. La Danza Degli Specchi
10. Quartiere Generale
11. Freedom Square
12. Quartiere Otto
13. Maestro Della Voce
14. Romeo E Giulietta: Danza Dei Cavalieri (Cover di Sergei Sergeyevich Prokofiev)
15. Mr. 9 Till 5
16. Guillame Tell Overture (Cover di Gioachino Rossini)

Encore:
17. Il Pescatore (Cover di Fabrizio De André)
18. È Festa
19. Drum Solo
20. Celebration




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