Sebastian Bach - Bach In The Saddle Tour 2009
18/12/09 - Live, Trezzo Sull'Adda


Articolo a cura di Daniele Carlucci

Una serata del genere sarà difficile da dimenticare. A partire dall’odissea del viaggio. Il maltempo ci ha provato in tutti i modi a guastare la festa, ma alla fine si può dire che abbia vinto la gran voglia di rock n’ roll di tutti quelli che hanno sfidato la prima fitta nevicata dell’anno per recarsi al Live Club di Trezzo Sull’Adda per assistere al concerto di Sebastian Bach. L’entusiasmo e la voglia di vedere un artista del calibro di Baz erano davvero tanti e allora, messo il cuore in pace, si parte alla volta di Milano e piano piano, dopo code,traffico e bufera si arriva in un locale che, per me, è stato davvero una gran bella sorpresa (ebbene sì, era la prima volta che ci andavo…). Me ne avevano già parlato molto bene e tutto ciò è stato confermato dall’ottima impressione che mi ha lasciato: un luogo decisamente adatto alla musica dal vivo.


La gente arriva alla spicciolata, per cause di forza maggiore, e nell’attesa si è accompagnati dall’ottima musica del dj set. L’orario previsto per l’inizio del concerto era fissato per le 22.30, ma chiaramente era molto prevedibile che fosse posticipato per dare la possibilità al pubblico di affluire, visto l’inconveniente metereologico. E così è stato infatti. Verso le 23.00, mentre i fan iniziavano a rumoreggiare per l’impazienza di vedere Baz, ecco che le luci si spengono e, in un baleno, la band del cantante nativo delle Bahamas si catapulta sul palco. Rob DeLuca al basso, Bobby Jarzombek alla batteria, Nick Sterling e Johnny Chromatic alle chitarre aprono lo show con “Back In The Saddle”, cover degli Aerosmith inserita nell’ultimo album “Angel Down” dov’è cantata assieme ad Axl Rose. Dopo l’intro, fa il suo ingresso Mr. Sebastian Bach che finalmente, dopo aver svestito i panni da improbabile attore di fiction TV, ri-indossa quelli più consoni e graditi da rock star: pantaloni e giacca in pelle semi-sbottonata per l’occasione. Il vocalist è in forma smagliante e gli basta una sola canzone per carburare a dovere: già dalle successive “Slave To The Grind” e “Big Guns” il livello si impenna e manterrà una media altissima per tutta l’esibizione. Per il resto potete immaginare come vengano accolte le canzoni degli Skid Row…Baz corre, si dimena, beve acqua e poi la sputa a destra e sinistra, agita continuamente la testa e la chioma, fa ruotare furiosamente il microfono: è un pazzo scatenato che calamita tutta l’attenzione su di se, come solo i più grandi sanno fare. Un fiume in piena che straripa di personalità e carisma. E la voce? Quella è ancora in condizioni ottime: è vero che al microfono c’è un forte effetto di echo, ma per Sebastian sembra che gli anni non siano passati affatto e i segni del tempo si tengono ampiamente a distanza di sicurezza dalla sua ugola d’oro. Dopo la nuova “Live The Life”, che dovrebbe essere contenuta nel prossimo cd, vengono proposte “Here I Am”, “Stuck Inside” (vanta, anch’essa, la partecipazione del frontman dei Guns N’ Roses nella versione album) e “Piece Of Me”, quest’ultima dopo un botta e risposta con il pubblico. A questo punto arriva l’ora del primo momento topico della serata: dopo un intro più lungo del normale, ecco che si levano nell’aria le note di “18 & Life”, cantata a gran voce da tutti i presenti fra l’emozione generale (c’era chi piangeva…). Le potenti “American Metalhead” (ribattezzata “Italian Metalhead” per l’occasione) e “Stabbin’ Daggers” fanno da preludio alla bellissima ballad “By Your Side”, scritta per il padre scomparso nel 2002 e a lui dedicata da un Bach un po’ commosso (dopo aver ricordato che la copertina di “Slave To The Grind” era stata disegnata proprio dal papà). Dopo questa dolce parentesi ci si rituffa nell’hard rock più selvaggio degli Skid Row con una delle canzoni più belle e famose: “Monkey Business”, con tanto di duello di chitarre e siparietto col pubblico al suo interno. “You Don’t Understand” conferma anche in sede live di essere un pezzo davvero valido e trascinante (Il migliore di “Angel Down” a mio parere). Dopo una breve pausa va in scena il gran finale con “(Love Is) a Bitchslap” ( cantato nell’album con l’amico fraterno Axl) e “Tunnel Vision”, brano inedito, scritto con John 5, chitarrista di Rob Zombie. L’apoteosi è segnata da altri due capolavori griffati Skid Row: “I Remember You” e una devastante “Youth Gone Wild” suggellano una serata memorabile, vissuta con grandissima intensità. Un’ora e venti minuti circa di grande spettacolo.


E’ stata una gran festa per tutti i presenti: fuori il freddo era tagliente e la neve ha dato tregua solo con il calare della notte, ma all’interno del “Live” la temperatura è stata caldissima dall’inizio alla fine, grazie ad un personaggio incredibile che risponde al nome di Sebastian Bach: un autentico “animale da palcoscenico”.Verso la fine del concerto la voce sicuramente usciva più faticosamente, ma lo stesso Baz è sembrato più interessato a creare un certo “contatto” col pubblico, con un continuo dialogo e con ripetute manifestazioni d’affetto nei confronti dei fan scatenati. Ed effettivamente il feeling con la platea è stato eccezionale ed ha arricchito uno show memorabile. Bisogna anche dare atto alla band che Bach ha alle spalle e mi sembra doveroso elogiare questi ottimi musicisti: sorprende il giovanissimo Nick Sterling, 19 anni e un futuro roseo all’orizzonte.
Prima di lasciare il palco, Sebastian ha presentato il gruppo e ha dato appuntamento alla prossima estate… io, se fossi in voi, non me lo farei scappare.

Setlist:
01.Back In The Saddle
02.Slave To The Grind
03.Big Guns
04.Live The Life
05.Here I Am
06.Stuck Inside
07.Piece Of Me
08.18 & Life
09.American Metalhead
10.Stabbin’ Daggers
11.By Your Side
12.Monkey Business
13.You Don’t Understand


Encore:

14.(Love Is) A Bitchslap
15.Tunnel Vision
16.I Remember You
17.Youth Gone Wild




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