Lordi - Tour Force One 2015
04/03/15 - Alcatraz, Milano


Articolo a cura di Stefano Torretta

Potete disprezzarli, ritenerli delle copie sbiadite di quanto fatto meglio da altri, potete criticarli per scarsa originalità e per la poca qualità deii loro album, per suonare in playback durante i concerti (nessun incidente alla Milly Vanilly a Milano, dove la band suonava rigorosamente dal vivo) però i Lordi, sul palco, sono sempre capaci di portare ai loro fan uno spettacolo colorato, magari anche pacchiano, ma coinvolgente ed estremamente appagante, come solo i migliori film horror di serie B sanno fare.

Il problema più grande, quando una band come i Lordi si esibisce dal vivo, è riuscire a trovare dei gruppi di spalla che non stonino con lo stile, visivo e musicale, dei cinque finlandesi. Impresa alquanto titanica! Onestamente, non tante band potrebbero svolgere egregiamente tale compito. I Ghost, sicuramente. I Powerwolf, in qualche modo. I Gwar, per attinenza di costumi. Ma sono tutte band di un certo livello, che difficilmente potrebbero essere posizionate negli slot più bassi di un cartellone. E così, purtroppo, si finisce per mandare al massacro band anche valide che dovranno fare breccia in un pubblico dai gusti ben precisi e decisamente poco invogliato ad arrivare prima dell’inizio dell’esibizione della band principale. Ieri sera all’Alcatraz di Milano (la prima delle tre date in Italia della band finlandese) si è seguito alla perfezione questo copione.

In un Alcatraz quasi deserto tocca agli svedesi Dirty Passion aprire la serata. Con poco più di mezz’ora a loro disposizione, il combo di Malmö non si lascia scoraggiare e non perde tempo, inondando immediatamente le poche decine di spettatori con bordate di robusto e veloce hard rock. Musica energica che sconfina in parte in un rock’n’roll classico, ed in parte si riallaccia alla tradizione californiana street/glam. Nonostante l’ottima prestazione, gli svedesi faticano a svegliare il pubblico: solo alla terza canzone si inizia ad intravedere un po’ di partecipazione non solo da parte di quella manciata di fan che già conosceva la band, ma anche da parte di chi l’ha scoperta solo in quel momento.

Di poco meglio il risultato ottenuto dai nostrani Sinheresy. Stesso minutaggio dei Dirty Passion a disposizione, possono godere però di un pubblico un poco più folto, fin da subito caloroso nei confronti della band triestina e del loro metal sinfonico. Sebbene la musica proposta tenda a non brillare per varietà, nonostante una marcata propensione per spostarsi verso i territori cari ai Lacuna Coil, va senza dubbio fatta una menzione d’onore per la ruvida voce del cantante Stefano Sain, decisamente un ottimo motivo per seguire con attenzione l’esibizione del combo italiano. Ottima prestazione la sua, soprattutto nei momenti più vicini al nu metal/rap che permettono di iniettare una buona dose di personalità in brani troppo lunghi e poco variati.

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Cambio palco estremamente veloce e finalmente è il momento delle star della serata. Nella mezz’ora circa che ha diviso l’esibizione dei Sinheresy da quella dei Lordi si è visto arrivare un nutrito numero di fan dei finlandesi. Numeri per nulla imponenti (forse anche a causa della data di Pordenone, più agevole da raggiungere per gli appassionati che abitano nel Nord-Est dell’Italia) ma che riescono comunque a non lasciare troppi spazi vuoti all’interno della sala. Scenografia in tono con i colori e i loghi dell’ultimo album della band, “Scare Force One”, come al solito arricchita da tocchi camp, con teste mozzare, ossa e l’immancabile tavolo operatorio, sempre attuale, utilizzato in passato per “Dr. Sin Is In” ed attualmente per “How To Slice A Whore”.

L’apertura è lasciata a “Nailed By The Hammer Of Frankenstein”, tra i migliori momenti presenti sull’ultimo disco della band, ma segue immediatamente un trittico ormai classico, con “This Is Heavy Metal”, “Hard Rock Hallelujah” e “Deadache”. “Hella's Kitchen”, un solo alle tastiere per la sostituta di Awa, è solamente il primo di tanti momenti più o meno extra musicali, dove ci viene mostrata appieno sul palco la vera forza dei Lordi: più che la musica (comunque coinvolgente ed energica quanto basta), sono sicuramente i siparietti tra un brano e l’altro (divertenti per il pubblico, ma soprattutto utili ai cinque musicisti per riprendersi un attimo dalla fatica di suonare ricoperti da uno bello strato di lattice alquanto poco traspirante e con indosso costumi pesanti e caldi) a catturare l’attenzione di grandi e piccini. Secchi di sangue, carrozzine mostruose che si inghiottono giovani ragazze, clown malefici, vecchiette assassine: l’atmosfera da freak show mischiata all’estetica del Grand Guignol regna sovrana e cattura, senza possibilità alcuna di sfuggirvi, l’attenzione di tutti i convenuti. Saranno trucchi poveri ma la natura umana è sempre alla ricerca del facile spavento ed i Lordi sono maestri in questo campo. La setlist di un’ora e mezza scorre via veloce, tra nuovi innesti presi dall’ultimo album e classici ormai da anni in voga. Gli accessori di scena di Mr. Lordi sono sempre pronti, che siano il sacco ed il grembiule di pelle (umana, naturalmente) di “Blood Red Sandman” o le ali da demonio di “Devil Is A Loser”. Anche i suoi compagni non sono da meno, con le fiamme (purtroppo finte) del solo di Amen o la vittima da torturare e sventrare durante quello di Ox. Rispetto a qualche anno fa, manca totalmente l’utilizzo di fiamme (vere) e fuochi d’artificio, una gustosa aggiunta che ci si augura sia venuta a mancare solo per regolamentazione interna dell’Alcatraz e non per scelta definitiva della band. Sarebbe come se i Rammstein smettessero di utilizzare i lanciafiamme! Tra i vari brani vi è anche tempo per una chicca prelevata di peso dagli oscuri e polverosi sotterranei dove albergano i più oscuri parti della mente di Mr. Lordi: “Don't Let My Mother Know” (tratta dal singolo del 2003 “Devil Is A Loser”) è una curiosa aggiunta ad una scaletta estremamente godibile, un piccolo piacere in più per rendere particolare la nuova calata in terra italica del combo finlandese. La risposta del pubblico, su ogni brano, sia che venga presentato da anni in scaletta sia che provenga invece dall’ultimo “Scare Force One”, è compatta e partecipe (e naturalmente, divertita). La chiusura della serata, lasciata a “Who's Your Daddy?” e a “Would You Love a Monsterman?” è la conferma dell’amore dei fan italiani per le cinque simpatiche creature delle tenebre. La domanda se amiamo un mostro può avere una sola risposta!

Andati via gli spettatori, ciò che resta per terra è sangue (finto, naturalmente!), coriandoli, schiuma/neve (immancabile quando si parla di “It Snows In Hell”). Che entrino i clown! Ops, gli inservienti delle pulizie.

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Setlist Lordi

Intro (God of Thunder dei Kiss)
Nailed By The Hammer Of Frankenstein
This Is Heavy Metal
Hard Rock Hallelujah
Deadache
Hella's Kitchen (Keyboard Solo)
Hell Sent In The Clowns
Blood Red Sandman
Drum Solo
Give Your Life For Rock And Roll
Don't Let My Mother Know
Bass Solo
How To Slice A Whore
It Snows In Hell
The Riff
Sincerely With Love
Amen's Lament To Ra II (Guitar Solo)
Not The Nicest Guy
Devil Is A Loser

Encore:
Intro (SCG7: Arm Your Doors And Cross Check)
Scare Force One
Who's Your Daddy?
Would You Love a Monsterman?

 




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