Candlemass & more - Doom Over Brixia
24/03/17 - Circolo Colony, Brescia


Articolo a cura di Pamela Piccolo
La prima edizione del festival Doom Over Brixia, una giornata interamente dedicata al doom, si è tenuta nella cornice del Circolo Colony di Brescia.

Ad aprire le porte ai Candlemass, headliners di questa giornata di sole, sono state le band italiane Naga, Haunted, L’Impero delle Ombre e Shores of Null e i finlandesi Hooded Menace.

Gli organizzatori del Colony e le band sono puntuali, tant’è che alle 17.30 non si trova più parcheggio fuori dal locale. Il Colony è un circolo un po’ insolito: ad ospitare il palco vi è un ampio salone disseminato di divanetti con un soffitto alto non più di tre metri. Una vasta collezione di dischi occupa oggi una apposita porzione del locale per le gioie dei collezionatori e affezionati al vinile. È già tempo di un panino e di una birra quando i Naga, gli Haunted e L’Impero delle Ombre si alternano per mezz’ore circa di concerti ciascuno. I Naga, con un paio di EP alle spalle, “Hēn” e “Inanimate”, incuriosiscono gli spettatori che non conoscevano la band, dispersi tra l’area relax, il merchandising e il sottopalco, con una buona dose di distorsioni e nichilismo. I vocals di Lorenzo De Stefano appartengono a un’altra epoca e il doom suonato dai Nostri ci distende. La frustrazione sonora del trio è seguita a ruota dai richiami occulti che gli Haunted propongono con brani estratti dall'omonimo album di debutto, una delle recenti uscite discografiche degne di nota, seppure non ancora perfette dal vivo per quanto concerne le linee vocali.
 
Spiccano per la loro diversità musicale più vicina al cemetery rock che al doom metal L’Impero delle Ombre. La band è attiva da più di un decennio, ha subìto cambiamenti di line-up e scioglimenti temporanei e pubblicato tre album. Anche la presenza scenica si allontana da quella dei Naga e degli Haunted. Un motivo di positivo stranimento è l’uso della lingua italiana nei profondi e romantici testi del vocalist Giovanni Cardellino, meglio conosciuto come John Goldfinch, che porta la curiosità dei neofiti a crescere e il locale man mano a riempirsi. Quando giungono sul palco gli Shores Of Null ecco sopraggiungere maggiori qualità tecniche, canore e sonore, caratteristiche che solo gli Hooded Menace prima e i Candlemass poi porteranno all’ennesima potenza. I romani sono alle prese con gli ultimi ritocchi al secondo album “Black Drapes For Tomorrow” in uscita il prossimo 14 aprile. Da tale disco hanno presentato tre brani mischiati nella setlist proposta per l’evento ad altrettanti provenienti dal debut album “Quiescence”, lodato dalla stampa mondiale come uno dei migliori dischi metal del 2014. La band capitanata da Davide Straccione sta contribuendo con una certa maestria nel forgiare canzoni dai testi e dalle musiche profonde e suadenti - di fatto, doom - che permettono a noi fan al genere di arricchirci spiritualmente.  
 
Quando gli Hooded Menace salgono sul palco sono le 22. Il Colony è sempre più gremito, i suoi ospiti quasi non trovano più posto a sedere sui divanetti. Non sembra una serata da sold out e intanto noi respiriamo. 
 
La triade Finlandia+Doom+Relapse Records è sufficiente a far accorrere gli amanti del doom/death davanti al palcoscenico. Gli Hooded Menace hanno due album alle spalle, “Effigies of Evil” del 2014, che ha ricevuto un'accoglienza positiva ed è considerato pietra miliare del doom/death europeo, e “Darkness Drips Forth” del 2015. Gli Hooded Menace sono tanto melodici quanto devastanti. Niente spasmi o pose da momenti di trance, solo la cruda ferocia dell’uomo death in tutta la sua grandezza fisica (Harri Kuokkanen, vocalist) accompagnata da chitarristi e bassista con felpa e cappuccio nero sulla testa. I volumi e l’acustica sono perfetti e la venue si scalda e satura sempre più. L’ora di live dei finlandesi vola ed è tempo di headbanging con la marcia funebre dei Candlemass.
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Ad incendiare il Colony ci pensa quindi “Marche Funebre” dal secondo album dei Candlemass “Nightfall”, di cui quest’anno ricorre il trentennale dalla sua pubblicazione (1987). La rivisitazione della marcia funebre di Chopin è, come tutti i fan dei Candlemass sapranno, l’intro dei concerti della band svedese madrina del doom metal. 
 candlemass2017bs19.
 
Il gruppo è in ottima forma. Mats Levén è letteralmente entusiasta di calcare il palcoscenico per noi e lo dimostra con i mega sorrisi e con l’energia che sprigiona a ogni dove senza mai fermarsi, quasi fosse una macchina da guerra. O forse senza quasi, dato che sembrava molto più giovane e vigoroso di alcuni dei presenti. Una distesa linea vocale impeccabile, dei bellissimi riccioli che volano nell'headbanging, tracce dagli album più importanti della carriera dei Candlemass e per il doom metal tutto hanno immediatamente fatto intendere che questa serata ce la ricorderemo all’infinito. Non sappiamo ancora se la band suonerà interamente “Nightfall”, ce lo auguriamo. L'unica certezza è, sinora, l'assenza di Leif Edling dalla formazione, come dichiarato dallo stesso in una recente intervista e come confermato poc'anzi da Mats Levén ai presenti in sala.
 
Diamo tre minuti ai ragazzi ed ecco che attaccano con la recente "Born In A Tank" del 2005 per slittare agli esordi dei Candlemass con il brano di apertura di "Nightfall", "Gothic Stone".
Agli estratti “A Cry From The Crypt” e “Mirror Mirror” da “Ancient Dreams” del 1988 segue la parentesi “Emperor of che Void” da “King of the Grey Islands” del 2007. Lo credete? Siamo di nuovo davanti alla creatura di Leif! 
 
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In un’ora e trenta di spettacolo, che sembra scivolare via in men che non si dica, non mancano i cavalli di battaglia “Demons Gate” e “Crystal Ball” tratti dall'altrettanto maestoso album di debutto “Epicus Doomicus Metallicus”. Determinanti nell’avere plasmato la scena doom metal con tempi lenti e volumi ribassati, i membri dei Candlemass sono in armonia gli uni con gli altri e dialogano, ci ringraziano, con l’accaldato pubblico, lasciato solo per una manciata di minuti prima che la band si riappropriasse del palcoscenico per chiudere la scaletta con la classica “Solitude”, la profondità del cui testo e delle cui melodie ci permette di rincasare soddisfatti.

 
Qui la fotogallery della serata. 
 
 
Candlemass Setlist
Marche Funebre
Born in a Tank
Gothic Stone
The Well of Souls
A Cry from the Crypt
Emperor of the Void
Bearer of Pain
Crystal Ball
At the Gallows End

Encore
Mirror Mirror
Bewitched
Solitude




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