Duran Duran - Paper Gods Tour 2016
07/06/16 - Ippodromo della Capannelle, Roma


Articolo a cura di SpazioRock

Articolo a cura di Simone Maurovich 

 

Quando si pensa agli anni '80 inevitabilmente una lacrima di nostalgia scende sui nostri volti.
Alla televisione impazzava il Drive-In mentre al cinema venivano proiettati i Goonies. C'erano Pac-Man e i Paninari con le loro cinture El Charro mentre la scena musicale veniva invasa dal synth-pop.
Portabandiera di quel periodo sono sicuramente i Duran Duran che ieri sera hanno aperto ufficialmente la stagione del Rock In Roma presso l'Ippodromo delle Capannelle con il loro "Paper Gods Tour".


A fare loro da spalla sono stati i Bloom Twins, gruppo molto interessante che ha proposto il proprio repertorio new wave ricevendo calorosi consensi.
Una volta spente le luci sul palco e fatto salire le urla dei fan presenti di parecchi decibel, la band originaria di Birmingham, accompagnata da un video in cui Simon Le Bon e gli altri membri del gruppo strizzano l'occhio a Bohemian Rhapsody dei Queen,
fa il suo ingresso sulle note di "Paper Gods", title track del loro ultimo lavoro.
L'eterogeneo pubblico apprezza l'incipit dei loro beniamini e si lascia trasportare volentieri indietro nel tempo grazie a hit come "Wild Boys" e "Hungry Like The Wolf".
La temperatura tra i presenti è ormai altissima e nemmeno la pungente umidità, regalo di un temporale pomeridiano abbattutosi sulla capitale, ferma l'isteria generale che aumenta con "A View To A Kill".


Le Bon, che indossa una maglia raffigurante una pianta carnivora che ricorda il film "La Piccola Bottega Degli Orrori", sa di avere il pubblico dalla sua parte e decide che è arrivato il momento di giocare un po'. Chiede a gran voce l'urlo mentre dice il nome della band e lo stesso fa quando urla "Italiaaaa". Ma c'è uno show da portare avanti e si riparte sull'ottovolante emozionale con "Notorius" il brano più funky della discografia dei Duran Duran.
Sulle note del tormentone "Pressure Off" - alzi la mano chi non l'ha sentita almeno una volta seguendo una partita della serie A di quest'anno - con tanto di coriandoli sparati in aria, la band omaggia David Bowie che campeggia sullo schermo alle spalle del gruppo, eseguendo un medley tra "Planet Earth" e "Space Oddity". Da brividi.
"Ordinary World" è il segnale che lo spettacolo si sta avviando verso la fine, non prima però di aver regalato le sue ultime emozioni grazie a "White Lies" e "The Reflex" su tutti.
I Duran Duran si congedano dai loro fan con un bis di tutto rispetto, eseguendo prima "Save A Prayer" e chiudendo con "Rio" questa meravigliosa cavalcata tra i ricordi passati.
Simon Le Bon, nonostante l'incedere degli anni, mantiene una vocalità di tutto rispetto accompagnato sapientemente da John Taylor al basso, Nick Rhodes alle tastiere e Roger Taylor alla batteria.


Chi è stato presente al concerto potrà sicuramente vantarsi di aver partecipato ad un pezzo di storia a cui i Duran Duran non hanno alcuna intenzione di mettere la parola fine.

 

Setlist


Paper Gods
Wild Boys
Hungry Like The Wolf
A View To A Kill
Come Undone
Last Night In The City
What Are The Chances
Notorius
Pressure Off
Planet Earth / Space Oddity
Ordinary World
I Don't Want Your Love
White Lies
Sunrise / New Moon On Monday
The Reflex
Girls On Film

Save A Prayer
Rio




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