Hardcore Superstar + Fozzy at Kimera Rock Night
12/11/17 - Orion, Roma


Articolo a cura di Federico Falcone

Forti del comeback discografico con "You Can´t Kill My Rock N' Roll" (in uscita nel 2018) gli Hardcore Superstar hanno deciso di anticipare il loro tour e tornare in Italia per tre concerti (Trezzo sull'Adda, Roncade, Roma, ndr). E, così, nell'ultimo dei tre appuntamenti in programma, la band capitanata dal frontman Jocke Berg ha fatto tappa all'Orion di Roma per un concerto spumeggiante in compagnia di Fozzy, The Last Band e Madame Mayhem. E' sempre un piacere vedere l'entusiasmo degli svedesi su un palco italiano, testimonianza sincera e genuina del grande rapporto e feeling che li lega al nostro paese dove, fin dagli esordi, sono sempre stati accolti con grande passione. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quel capolavoro di hard rock/sleaze che fu "Bad Sneackers And A Pina Colada", ma loro sono sempre qui, pronti a divertirsi e a farci divertire, e il concerto di ieri, ancora una volta, ha ribadito che in sede live gli Hardcore Superstar non temono nessuno. Le ultime release discografiche potranno piacere oppure no, ne siamo consapevoli, ma dal vivo Jocke, Martin, Adde e Vic, sono indiscutibilmente una formazione di livello superiore. Una vera e propria garanzia.

 

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A dare il via alla serata ci ha pensato la singer newyorkese Madame Mayhem che in compagnia della sua band - e forte della capacità di stare on stage - ha intrattenuto il pubblico romano per scarsa mezz'ora prima di lasciare il posto agli svedesi The Last Band. Con due dischi all'attivo e una discreta esperienza dal vivo - specialmente nei piccoli club del nord Europa - il gruppo scandinavo proveniente da Göteborg ha dimostrato di meritare gli elogi che li hanno accompagnati nell'ultimo anno. Autori di un hard rock ricco di groove, spesso dalle tinte crossover-rap (con evidenti richiami a Beastie Boys e RATM) e hardcore, i quattro rockers hanno infiammato l'Orion dimostrando di essere pronti a ritagliarsi un ruolo di rilievo nella scena europea. Ruolo che, attualmente, meritano appieno, anche se la sensazione è che, visto il sound proposto, non fossero ben contestualizzati nell'atmosfera della serata.

 

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Si cambia totalmente registro, però, quando si spengono le luci e fanno il loro ingresso in scena gli americani Fozzy. La creatura del famoso wrestler della WWE, Chris Jericho, era attesa con molta curiosità per la prima, storica, calata in terra capitolina. Sotto al palco si vedono maglie celebrative della sua carriera nel mondo del pro-wrestling ma anche alcune del gruppo fondato con Rich Ward nel 1999, indice che in Italia, finalmente, iniziano ad avere un seguito. Si aprono le danze con l'accoppiata "Judas" (tratta dall'omonimo LP fresco d'uscita discografica) - "Drinking With Jesus", e il frontman mette subito le cose in chiaro: i Fozzy hanno una dannata voglia di sul serio. La curiosità si trasforma rapidamente in coinvolgimento ed ecco che il pubblico presente in sala (purtroppo non molto, a dire il vero) si accalca di fronte agli americani per lasciarsi trasportare dal carisma e dalla personalità straripante di Jericho. D'altronde, non diventi una star del principale sport d'intrattenimento americano se non hai una presenza scenica straordinaria. E in questo, Jericho, non ha rivali. Vivace, divertente, professionale, ha catalizzato su di sé l'attenzione degli spettatori che, dall'inizio alla fine, gli hanno tributato numerosi applausi e cori d'approvazione. La band è in forma, affiatata e precisa. Su tutti, Ward è il degno braccio destro di Jericho, sempre pronto a interagire e scambiare sorrisi e sguardi con i suoi fans. Vengono eseguite "Sin And Bones" dall'omonimo album del 2012, la semi-ballad "Painless" dal recente "Judas" e "Do You Wanna Start A War" del 2014 e, ormai, sono tutti rapiti dallo show nello show del frontman e singer canadese. C'è spazio anche per "SOS", cover degli ABBA, prima di congedarsi con "Enemy" e "Sandpaper". I Fozzy, col loro hard rock moderno, tipicamente a stelle a strisce, hanno fatto breccia nel cuore dei romani. Decisamente.

 

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Sono le 23.00 quando si aprono le porte del backstage e irrompono sulla scena gli Hardcore Superstar. Come sottolineato in apertura, gli autori di "Someone Special" sono amatissimi in Italia, e basta l'intro di "Beg For It" a dimostrarlo. Le successive "Liberation" (la più datata delle canzoni in scaletta) e "My Good Reputation" (dall'omonimo album capolavoro targato 2005) attestano lo straordinario stato di forma degli HCSS che, è sempre bene ribadirlo, dal vivo sono una certezza assoluta.

 

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Dietro al microfono, come al solito, Jocke è in forma straordinaria, egregiamente supportato da Martin al basso e Adde alla batteria, membri di una sezione ritmica che non perde un colpo e non ha mai un calo d'intensità. Vic Zino, dietro la sei corde, è tarantolato e sempre attento a coinvolgere le prime file tra incitamenti e pose plastiche. "Sensitive To The Light" e "Dear Old Fame" (forse i pezzi con meno "tiro" della serata) spianano la strada al nuovo singolo "Have Mercy On Me" che trasforma l'Orion in un grande party. Breve, incisivo e diretto, si candida a essere una presenza fissa nelle future setlist. Tra i salti e le capriole di Jocke e le urla senza senso di Vic, Adde ne approfitta per eseguire un solo di batteria prima di "Above The Law", introdotta dal grido "Fuck The Law" e con un orizzonte di dita medie alzate a rafforzare il concetto. Una scatenata "Last Call For Alchool" (presa in prestito da "Split Your Lip", episodio non indimenticabile della loro discografia) manda in visibilio la folla prima delle conclusive "Moonshine" e "We Don't Celebrate Sundays". Quest'ultima, acclamatissima e cantata a squarciagola, è un vero e proprio inno di selvaggio e straripante hard rock/sleaze, inossidabile al trascorrere del tempo e sempre in grado di far muovere anche gli spettatori più pigri. A voler muovere loro una critica potremmo dire che la setlist avrebbe potuto essere migliore. Per quanto la scelta di attingere da tutta la discografia sia lodevole e - artisticamente parlando - corretta, a restare fuori dallo show sono state canzoni che hanno contribuito a creare e alimentare lo status di cui la formazione gode al giorno d'oggi, in favore di brani più "deboli" (attenzione: "deboli" non vuol dire "brutte" o "scadenti", ma semplicemente minori rispetto a hit più riuscite). Ma, si sa, de gustibus non disputandum est, e un concerto degli Hardcore Superstar è sempre qualcosa di eccezionale. Non ci resta che attendere il nuovo album e sperare in un ulteriore tour in Italia dove, potete starne certi, non mancheremo di esserci.

 

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Setlist Fozzy:

Judas
Drinking With Jesus
One Crazed Anarchist
Sin And Bones
Painless
Do You Wanna Start A War
Lights Go Out
SOS
Bad Tattoo
Enemy
Sandpaper

 

Setlist Hardcore Superstar:

Beg For It
Liberation
My Good Reputation
Dreaming In A Casket
Touch The Sky
Sensitive To The Light
Dear Old Fame
Have Mercy On Me
Above The Law
Last Call For Alchool
Moonshine
We Don't Celebrate Sundays




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