Hardcore Superstar + Buckcherry
15/11/13 - New Age Club, Roncade (TV)


Articolo a cura di Francesco De Sandre

Accoppiata micidiale quella formata da Hardcore Superstar e Buckcherry, da settimane impegnati in un tour serrato che li ha visti girare l’Europa e presto li accoglierà anche in Australia. Intanto la parentesi italiana – che li vedrà in scena stasera all’Estragon di Bologna e domani all’Alcatraz di Milano – si è aperta ieri sera in quel luogo tanto geniale quanto discusso che è il New Age di Roncade, una garanzia per questo genere di eventi locali ma dall’acustica ancora da rivedere. C’è da dire però che il lavoro per i tecnici era stavolta davvero immane a fronte di una mole di rock’n’roll devastante che ha fatto scatenare centinaia di appassionati, arrivati anche da fuori regione: moltissimi i fans che hanno scelto la via del look vintage riportando alla luce borchie e stivali, contribuendo non poco alla creazione di un’atmosfera Glam positiva ed intrigante.

 

A far vibrare le casse prima del doppio show ci pensano i Venrez, concittadini losangelini dei Buckcherry: la solida formazione composta dai navigati Venrez (voce), Jason Womack, Alex Kane, Michael Bradford ed Eddy Davis coglie l’occasione per presentare “American Illusion”: il progetto è molto apprezzato negli States ma non troppo conosciuto in Europa, ma rappresenta un’ottimale soluzione di apertura. Tra i membri del gruppo si distingue in particolare il chitarrista Alex Kane che, nonostante sia il più anziano dei cinque, si dimena sul piccolo palco del New Age con la foga di un ragazzino.

 

La calca si fa davvero consistente davanti a Josh Todd quando approda on stage con i suoi Buckcherry sulle potenti note di “Lit Up”, assieme ai fedeli Keith Nelson, Stevie D, Jimmy Ashhurst e Xavier Muriel, colleghi dal 2005 dopo la seconda reunion. Il loro concerto è un continuo crescendo melodico e distorsionistico, nel quale Josh si trasforma e si evolve, spogliandosi poco alla volta della crisalide dei suoi vestiti, scoprendo il sinuoso corpo completamente tatuato. La star – Josh, che doveva essere il primo cantante dei Velvet Revolver di Slashardcoresuperstar_tv_13_15_600h e Duff McKagan, è anche attore di grande successo ed artista completo dalla storia travagliata – messa quasi a nudo è a tratti nascosta dall’incredibile affinità tra le due chitarre di Stevie e Keith che giocheranno a rincorrersi a suon di riff fino alla fine. Dopo “Rescue Me” e il rispolvero del passato recente, Josh calma le corde vocali: “This song is dedicated to all the girls”. Ed è ovviamente il momento di “Sorry”, singolo martellato ancora in alcune radio che ha permesso al verbo dei Buckcherry di diffondersi dolcemente lungo la penisola. “Crazy Bitch” sul finale coinvolge pubblico e band, e con le carichissime “Greed” e “Wrath” si chiude l’ora e mezza di mr. Todd e compagni, che si esibiscono singolarmente in assoli assortiti.

 

Il Glam degli Hardcore Superstar affiora violento in superficie in un New Age Club ormai sold out: solitamente sarebbero i Buckcherry gli headliner del tour europeo, ma l’eccezione è ovviamente attuata nel Bel Paese, che gli svedesi rimarcano sempre come la loro seconda casa. Prima dell’ingresso di Jocke sono Vic Zino, Martin Sandvick e Magnus "Adde" Andreasson a salutare il pubblico gasatissimo. Gli hardcoresuperstar_tv_13_02_600Hardcore Superstar li conosciamo benissimo, sono animali da palco che nessuno stage può contenere, spiriti ribelli che troppo ricordano lo Sleaze degli 80’s e che per questo vengono celebrati nel nord Europa come riferimento assoluto. Oltre ai classici d’apertira, è contiinua la riproposizione degli ultimi singoli dal disco “C’mon Take On Me”, ovvero “One Hot Minute” e “Above The Law”. Da incorniciare la partecipazione del pubblico in una “My Good Reputation” da brividi, con il parterre scosso dai salti di tutti. Se come al solito Jocke, la sua voce speciale ed il suo sorriso sono impeccabili ed incontenibili, una nota di merito va sicuramente a Vic – che con una chitarra lavora per tre – e al simpatico Martin, il quale seppur commettendo qualche errore fornisce col suo basso la solida base sonora di tutti i brani.

 

Tatuaggi, cuoio, una gigantesca toppa dei Misfits sulle spalle di Jocke, birra a fiumi, chitarre ipnotiche. Sono decine e decine le istantanee che riportano la mente agli anni della nascita dell’Hard Rock più sincero. Lo show di ieri sera è complessivamente un violento tuffo nel passato, genialmente rivisitato e riproposto in chiave futuristica da due band al top della forma che, insieme, costituiscono un’occasione irripetibile per godere di quella carica unica che l’enfasi irrefrenabile dello Sleaze provoca insinuandosi nelle vene più interne del corpo di chi è abbastanza folle da reggere il colpo.

 

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