Ihsahn
Eremita

2012, Candlelight Records
Prog Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 27/06/12

Due anni fa per “After” avevamo descritto Ihsahncompositore, musicista e cantante oltre ogni categoria”. Dopo l’ascolto del nuovo arrivato “Eremita” non possiamo fare altro che confermare tale affermazione, rinfrancati dalla vena inesauribile del musicista norvegese, autore di un altro gioiello purissimo.

Non che fosse difficile definire Ihsahn, al secolo Vegard Sverre Tveitan, un musicista a dir poco brillante, la storia con gli Emperor basta e avanza per avanzare tale ipotesi, ma se prendevamo in esame la sola carriera solista, il salto qualitativo compiuto con “After” (rispetto ai due full precedenti) era troppo importante per non celebrare Ihsahn anche in questa veste. “Eremita” prosegue precisamente il discorso di “After”, evidenziando forse l’unica ombra sul nuovo lavoro, cioè una sostanziale “stasi evolutiva”, che non necessariamente è da leggersi in modo negativo, come se una volta trovati i giusti automatismi, i giusti punti di riferimento, basta solo dar sfogo all’ispirazione e il risultato sarà comunque di assoluto livello.

Tante e tali infatti sono le sfumature del sound di Ihsahn da permettergli pure di fermarsi un attimo e comporre un “After Volume II”, senza paura di doversi ripetere o di dover rispondere ad alcuna critica. Lo spettro musicale abbraccia il più puro prog rock, passando per la versione più dura e “moderna”, cioè prog metal, l’avantgarde e il black metal di stampo Emperor (elemento minoritario ma comunque avvertibile chiaramente). Senza dimenticare l’apporto jazz del sassofono, affidato ancora a Jorgen Munkeby (dei fenomenali Shining norvegesi), ancor più importante e ben amalgamato alle complesse trame rispetto a quanto ascoltato in “After”. Un disco difficile, oscuro, che necessita ascolti attenti e ripetuti, un’opera che non teme paragoni dal punto di vista esecutivo e compositivo, mostrando una maturità ormai mostruosa da parte di Ihsahn nel saper destreggiarsi in territori in cui il rischio di risultare oltremodo avanguardista potrebbe ritorcesi contro. Niente paura, in “Eremita” c’è tanta di quella passione, di quella tensione emotiva, di quel trasporto da ripagare eventuali “sforzi” compiuti durante i primi ascolti.

Un Ihsahn attento anche a circondarsi dei migliori elementi sulla piazza, in un continuo scambio di favori tra grandi musicisti, manco a dirlo tutti sugli scudi: fuori i due Spiral Architect, alla batteria troviamo Tobias Ørnes Andersen dei lanciatissimi Leprous, con un manipolo di guest del calibro di Jeff Loomis, Devin Townsend, Einar Solberg (sempre Leprous) e la moglie di Ihsah, Heidi Tveitan. Un album superlativo che consigliamo a tutti quelli che non si accontentano di un ascolto disinteressato, ma che amano ancora esplorare un album in tutte le sue molteplici sfaccettature.



01.Arrival

02.The Paranoid

03.Introspection

04.The Eagle and the Snake

05.Catharsis

06.Something Out There

07.Grief

08.The Grave

09.Departure

10. Recollection (Limited Edition)

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool