White Skull
Under This Flag

2012, Dragonheart Records
Heavy Metal

Recensione di Luca Ciuti - Pubblicata in data: 16/07/12

Sono molte le bands, all’interno del panorama italiano, cui non fanno certo difetto buona fede e assoluta coerenza. Come non annoverare fra questi i vicentini White Skull che dopo anni di rispettata carriera e qualche vicissitudine, riprendono il discorso interrotto con il precedente "Forever Fight". "Under This Flag" come il titolo lascia intendere è il simbolo della ritrovata coesione dopo un periodo di tensioni che ha visto il ritorno all’ovile della cantante Federica De Boni dopo la felice parentesi con Elisa De Palma, una gran brava vocalist che ha avuto modo di mostrare tutto il suo talento negli anni passati con la band.

Con questo disco i teschi bianchi ci regalano un altro convincente capitolo di heavy metal nella sua accezione più classica, anzi, un perfetto compendio di tutto quello che ruota attorno alle sonorità heavy/ power. Con un sound  che vede il ruolo delle tastiere fortemente ridimensionato, la band sforna un disco che presenta una manciata di brani degni di nota e una produzione eccellente ad appannaggio del mastermind Tony Fontò. Solo su un paio di pezzi (“Bottled Mind” e la prevedibile “Red Devil”) gli Skulls appaiono vistosamente con il fiato corto, complice la difficoltà oggettiva di trovare soluzioni nuove e magari rendere il sound al passo coi tempi. Detto questo, “Redemption”, “Hunted Down”, il chorus imperioso della title track sono il punto di collegamento con le sonorità tradizionali, accompagnate da un songwriting qui sì ispirato ed efficace. La cavalcata solista di “Lost Alone”, “Nightmares” e “War After War” ci riportano in alcune parti agli Iron Maiden dei tempi migliori, mentre “A.O.D.” centra l’obbiettivo di una ballad di genere ma non per questo prevedibile. C’è un elemento di continuità e di eccellenza che fa drizzare le orecchie all’ascolto e rende il disco particolarmente godibile. Sarà banale dirlo e non sarà una novità, ma il tocco di classe delle chitarre di Tony Fontò e Danilo Bar è qualcosa che non lascia indifferenti, capaci di affiancare ai consueti solo ad alto tasso tecnico, emozionanti fraseggi nel cuore di quasi ogni canzone.

“Under This Flag” è l'ennesimo capitolo di heavy/power da una band che ormai non deve dimostrare altro se non una passione viscerale per i propri fan e per la propria musica, quella sferragliante e incontaminata che da quindici anni ormai dimostra di saperci raccontare a livelli eccellenti. Sette pieno.





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