Arcade Fire
Neon Bible

2007, Merge Records
Pop Rock

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 14/12/12

Si capisce che una band è una fuoriclasse destinata a rimanere incisa con forza negli annali della storia della musica quando essa si può permettere di ripetere ad oltranza i canoni della propria proposta variandola nei minimi termini, facendo però sì che questa risulti sempre in un qualche modo nuova, fresca.

Succede la stessa cosa col classico “disco della riconferma” per i canadesi Arcade Fire, che con “Neon Bible” ci presentano - come abbondantemente anticipato dalla cover - una variante più oscura, raccolta ed intima del loro country rock fortemente venato da atmosfere pop retrò e burrosi arrangiamenti barocchi. Più difficile ed ermetica, anche? Domanda spinosa; proprio come il sacro testo citato nel titolo dell’opera, il secondo disco in studio degli Arcade Fire necessita di un atto di fede per poter essere appreso e gustato appieno e, se vorrete compiere questo sforzo, è però facile che veniate ricompensati - e qui lo dico molto sottovoce - con un grado di soddisfazione anche maggiore rispetto al pluri-osannato (anche su queste pagine) esordio di “Funeral”. Merito dell’epica per organo (che caso) “Intervention”, dello spettrale e straniante singolo “Black Mirror” o del magistrale caos glaciale di Règine Chassagne a fare da apripista all’accorata richiesta disperata di Win Butler su “Black Water/Bad Vibrations”.

Tuttavia, i Nostri non si dimenticano neanche su questo inciso di come si scrive un brano lineare con una melodia in grado di arrivare direttamente al cuore, e basta ascoltare, in questo senso, “No Cars Go”, ripescata direttamente dall’EP di invito al funerale, oppure “Keep The Car Running”, una canzone che Elvis Presley avrebbe saputo scrivere se avesse avuto a disposizione una tastiera ed una pedaliera per chitarra elettrica. E se non si vuole credere alla critica nel concedere il lusso dell’entusiasmo nei confronti della band, basta dire che Peter Gabriel ha deciso poi, con gli anni, di riconoscere i meriti dei canadesi incidendo per il suo eccezionale “Scratch My Back” la cover della qui conclusiva “My Body Is A Cage”.

E’ davvero strano come, in periodo di consolidamento globale per gli Arcade Fire (di formazione, di successo, di critica, di capacità di scrittura), la band se ne esca con un lavoro che parrebbe quasi figlio di una crisi di identità. Eppure, forse proprio per questo sfizioso contrasto, “Neon Bible” rappresenta una di quelle opere in grado di dare lustro alla propria collezione musicale e destinata, con gli anni, ad essere naturalmente gemellata col capitolo discografico che l’ha preceduta. Un po’ come accade con “Out Of Time” ed “Automatic For The People” in casa R.E.M. Siate quindi tutti i benvenuti nella Chiesa in cui la vostra vita andrà a pezzi, dove canterete l’Alleluia con la paura nel cuore.

Amen.




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