Qualche assaggio della tracklist lo si poteva già trovare in rete da qualche tempo: i brani "One More Time" e "I Need You" erano pronti a placare la curiosità dei più impazienti. La sensazione era che le tracce strizzassero l'occhio al metalcore e seguissero grossomodo il percorso degli ultimi Dark Tranquillity (sì, quelli con il pilota automatico da qualche album a questa parte). Con qualche spruzzata di thrash, death e heavy metal, questa combinazione sembra attrarre oggigiorno le generazioni più giovani, che si avvicinano a band come Sonic Syndacate ed affini. Dunque, ascoltando le prime tre canzoni, avrete già delineato la struttura di questo full length: sembra che non ci sia niente di originale o di insolito, o di eclettico, come era successo negli album sopraccitati, o nel predecessore "Elements Of Persuasion". Inoltre, le atmosfere appaiono piuttosto aride e secche in tutto "Static Impulse", gli arrangiamenti ripetitivi e prevedibili. La struttura delle canzoni è sicuramente di facile intuizione ed alterna un cantato growl (ad opera del batterista Peter Wildoer) a ritornelli in pulito. Tuttavia, il risultato complessivo suona piuttosto banale, ricalcando perfettamente gli stilemi dei generi citati, e non manca la confusione in taluni passaggi, come "Mislead" o "This Is War", dove gli strumenti raggiungono tempi e ritmi eccessivamente forsennati e si sovrappongono in modo poco chiaro. Questo è dovuto, anche perché il batterista mostra di non avere il senso della misura in certi frangenti, eccedendo nell'uso della doppia cassa e risultando molto statico nelle figure ritmiche proposte.
Questo disco appare forzato nel voler suonare così furioso ed arrabbiato, perché a mio avviso, i brani centrali ("Euphoric", "Over The Edge", "I Need You"), meno tirati e più orientati all'heavy metal, risultano molto più gradevoli degli altri, nonché più adatti allo stile del buon LaBrie. La domanda che ci si pone è perché mai si debba per forza seguire il genere più in voga, rischiando di ottenere risultati francamente non degni della nomea dell'artista in questione e risultando poco naturali. I musicisti arruolati in questo disco certamente non sono degli incapaci, anzi, eppure la loro prova è assolutamente incolore. Non basta tirare fuori ritmi spaventosi e raffiche di note e di blast beat per impressionare l'ascoltatore: ci vuole un po' di qualità e non ultima una dose di saggezza e di autocritica.
È ovvio ed evidente che questo "Static Impulse" sia un vero e proprio passo falso, che sacrifica il gusto artistico eclettico e variegato di James LaBrie (ancora una volta vi consiglio di ascoltare i lavori con i Mullmuzzler ed "Elements Of Persuasion" per comprendere quello che vi sto dicendo), nel nome di una tendenza che fa impazzire i più giovani e quelli assetati di sonorità secche ed aride appartenenti ad un genere che solo poche band hanno saputo rendere fecondo e durevole nel tempo. Una vera e propria delusione, che spazza via ogni attesa e speranza.