Il primo set, chiamato "Glenn Hughes and His Full Band", è principalmente dedicato alla carriera solista di Hughes, con un'attenzione particolare nei confronti dei dischi più recenti del cantante, del il celebre "Burn" dei Deep Purple, e per finire dell'album "Hughes/Thrall", realizzato con il chitarrista Pat Thrall nel 1982. Da un ascolto attento, si può notare come sfortunatamente la cura e la qualità del suono non sia eccezionale, tutt'altro, con un'eccessiva predominanza del basso nei primi brani. Inoltre, anche la voce non è ben bilanciata e rimane la sensazione che all'inizio la band debba scaldarsi ed ingranare la marcia giusta per infiammare il pubblico. Per fortuna, Glenn Hughes, seppure con qualche perdonabile imprecisione, sa come intrattenere la platea, con le sue notevoli doti di cantante. Si potrebbe perdonargli pure una versione sfiancante e francamente un po' forzata di "Mistreated", dove la consapevolezza di essere tra i migliori cantanti al mondo prevale sulla qualità finale del brano, ma resta comunque il fatto che il primo live nel complesso è più che sufficiente, non esaltante, ad onor del vero.
Fortunatamente, il secondo concerto, intitolato "You Are The Music: An Evening Of Trapeze" è degno del nome di Hughes e della musica proposta nella seconda serata. Infatti, l'artista ha riproposto esclusivamente brani dei Trapeze, con una decisa preponderanza di brani provenienti dal buon album "Medusa". Non solo, questa serata ha l'intento di ricordare uno dei musicisti di questo gruppo, nel quale Glenn Hughes è stato membro fisso dal 1969 al 1973, ovvero il chitarrista Mel Galley, scomparso nel 2008. Qua si può godere di un concerto di ottima qualità, con una band compatta e solida, con uno Hughes che non si perde in virtuosismi, ma canta in maniera splendida, suonando in maniera convincente pure il basso. Non solo, per commemorare l'amico, si cimenta pure con la chitarra in tre canzoni. Non sarà un chitarrista fenomenale, ma dato l'intento, non si può certo criticarlo per averci provato. Il pubblico sembra gradire molto questa serata all'insegna del rock e del funky, specie su brani come "Your Love Is Alright" o "You Are The Music", dove la partecipazione degli accorsi è decisamente notevole. Tra i due live, questo risulta essere decisamente quello più convincente e di qualità migliore, su livelli tipici e propri di un artista come Glenn Hughes.
Nel complesso, rimane il fatto che questo "Live In Wolverhampton" non è uno dei migliori live di Glenn Hughes, per la differenza di qualità tra i due set e per la qualità generale del suono, anche se è chiaramente identificato come bootleg. Tuttavia, il secondo concerto, dedicato tutto ai Trapeze risulta essere molto buono ed un'occasione più unica che rara per poter rivivere la magia di quel rock ricco di influenze provenienti dal funky. Comunque sia, rimane un testimone del momento particolarmente favorevole e ricco di eventi del talentuoso cantante britannico.