Jeff Scott Soto
Damage Control

2012, Frontiers Records
AOR

Recensione di Luca Ciuti - Pubblicata in data: 16/04/12

Non sono necessari giri di parole quando parliamo di Jeff Scotto Soto, artista tanto stimato dagli addetti ai lavori quanto ricordato sempre con affetto dai fans per gli illustri trascorsi con Yngwie Malmsteen, Axel Rudi Pell, Talisman e, per un breve periodo, persino Journey. Soto è uno di quei personaggi per cui “basta la parola”, uno che in carriera ha raccolto in maniera inversamente proporzionale alla professionalità e al talento che da sempre accompagnano i suoi lavori. Uno di quegli artisti che ispirano sempre una certa simpatia, sarà per via di quell’alone da eterni incompiuti che li si vuole sempre lì, in attesa di un guizzo, un lavoro che possa restituire il meritato riconoscimento alla carriera, una sorta di riscatto ex post tanto sudato quanto meritato.
 
Detto questo, non è certo uno di quelli che se ne sta con le mani in mano, Jeff Scott Soto; tralasciando la galassia di produzioni che lo vedono presente sia come guest che come autore, quattro anni dopo l’interessante “Beautiful Mess” in cui aveva messo in evidenza le molteplici influenze del suo background, torna al classico con "Damage Control", un disco che pesca a piene mani nel vissuto musicale più conosciuto dell’artista. Ne esce fuori un disco di rock melodico ben confezionato, fortemente guitar oriented e con una manciata di brani eccellenti, fra cui l’opener “Give A Little More”,  l’anthemica title track, la rocciosa “Afterworld” ma sopratutto “BonaFide”, mirabile esempio di ballad radiofonica e archetipo di uno stile che Soto interpreta ancora in maniera magistrale. Tolta questa manciata di brani, il resto del disco si compone di tracce sì gradevoli e ben suonate ma che nulla tolgono e nulla aggiungono a quanto già sapevamo, nel bene (tanto) e nel male (poco), del singer americano.
 
Nulla di nuovo sotto il sole quindi, “Damage Control” è un disco in cui Jeff Scott Soto suona sé stesso, il che non va considerato necessariamente un male. Se siete fan incalliti del cantante avrete trovato un motivo in più per amarlo, per gli altri passare oltre.




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