Jeff Scott Soto
Retribution

2017, Frontiers Music
Melodic Rock

Recensione di Marilena Ferranti - Pubblicata in data: 05/11/17

Jeff Scott Soto è tornato. Abbiamo finalmente la possibilità di goderci il suo nuovo album solista, "Retribution", pronto a inondare le vostre casse dal 10 novembre con cori a profusione, una sezione ritmica potente, riff epici, e una voce che non ha bisogno di presentazioni.

 

Eppure qualcosa sulla storia di quest'uomo unico e straordinariamente talentuoso vale la pena dirla: trent'anni di carriera, voce dei primi due solo album di Yngwie Malmsteen e poi frontman dei Talisman, band che per gli amanti del genere è un vero e proprio gioiello storico da venerare. Vocalist per la Trans-Siberian Orchestra, per i W.E.T. (super gruppo composto da membri degli Eclipse e dei Work Of Art), ospite su alcuni dei lavori di band come Stryper, Joel Hoekstra, Saigon Kick, Fergie Frederiksen, Lita Ford, Steelheart, e molti altri ancora...

 

L'album si apre con la title-track, la chitarra di Howie Simon che infuria con cattiveria e le tastiere alla Deep Purple che lastricano un ingresso in scena di Soto a dir poco da inchino. "Inside, Outside", impenna il ritmo già lanciato dalla prima track e regala delle lyrics ispirate e una melodia ariosa e incalzante per quanto il ritornello sia poco originale e ricordi in modo evidente lo stile Talisman al quale siamo tutti affezionati. "Rage of the Year" è quanto di più sexy ci si possa aspettare da un riff: la batteria di Edu Cominato è decisa ma il mood contiene molti elementi che richiama i ben più anziani UFO e la loro storica e meravigliosa "Too Hot to Handle" però suonata alla Deep Purple. "Reign Again" sembra cosparsa di polvere magica anni '80, con quelle tastierine e i cori acuti, e l'intensa partecipazione di alcuni ospiti come August Zadra e Stephen Sturm alla sei corde e Carlos Costa al basso.

 

"Feels Like Forever", è una ballad che non perdona, fin dall'apertura che contiene tutti quegli elementi che garantiscono la lacrima facile, per non parlare delle lyrics: "Until the pain is gone, until the fight is won, it feels like forever..." che dirgli. "Last Time" non lascia il segno ma "Bullet For My Baby" si fa presto perdonare con un bellissimo riff e dei toni soul e funky che con la voce di Soto si spalmano come un formaggino sul cracker. "Song For Joey" inizia con un commovente intro di pianoforte e viene da allungare la mano verso il pacchetto di fazzoletti, soprattutto quando la voce di Jeff inizia a raccontare una meravigliosa storia di ricordi con un riverbero esagerato. Una storia di amore e di musica, "It was all we needed to believe"... e il ritornello ci mette il carico. Davvero un bellissimo pezzo, con un'intensità di cui solo Soto è capace. "Breakout" sembra sdrammatizzare l'atmosfera, virando su toni più cupi e atmosfere più oscure, "Dedicate To You" ha il classico attacco AOR che cattura, suoni chiari e tastiere in primo piano. Un tiro incalzante e una melodia che si stampa in testa, facile da mettere on repeat.

 

L'album si chiude con "Autumn", delicatissima track che si culla su un ritmo acustico e spensierato alla Bryan Adams ma di una dolcezza inaspettata, la dimostrazione della duttilità e della bellezza interpretativa di un artista assolutamente completo. Unica pecca di questo album, i volumi della voce che spesso risultano emergere troppo sul resto delle forze in gioco, per quanto ci piaccia goderci la voce unica di Soto in tutto il suo splendore.





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