Orphaned Land
The Never Ending Way of OrwarriOR

2010, Century Media
Prog Metal

Musica dedicata a chi è ancora in grado di ascoltare. Capolavoro.
Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 06/02/10

Album come “The Never Ending Way of OrwarriOR” riconciliano con la musica, rinnovano la speranza che da qualche parte ci sia ancora qualcuno che pubblichi dischi solo quando ha effettivamente qualcosa dire, quando sia completamente soddisfatto del risultato, senza badare ad etichette o sostenitori in trepidante attesa, correndo il rischio di cadere nell'oblio, sopraffatti dalla moltitudine di nuovi gruppi che spuntano in ogni dove. Lavori come questo rinnovano la passione di chi è davvero innamorato della musica, di chi ha ancora la pazienza di mettersi ad ascoltare veramente un album, vederlo crescere lentamente e scoprirne ogni sfumatura solo dopo svariati passaggi.

Potremmo dire che “The Never Ending Way of OrwarriOR” è quasi un disco di altri tempi, un full-length che rimarrà affascinante anche per le future generazioni, ormai un caso più unico che raro in un sistema che punta più alla quantità che alla qualità. Ebbene gli israeliani Orphaned Land non sono mai stati soggiogati da questo meccanismo, con soli quattro lavori dal 1994 ad oggi e a ben sei anni dal capolavoro “Mabool”, un vero exploit che avrebbe aperto la strada  verso una florida carriera a chiunque... Non a loro evidentemente, noncuranti di venire dimenticati, o di avere perso l'opportunità di farsi conoscere dai più giovani. Un disco e un gruppo di altri tempi dicevamo, un parto nato da seicento ore di lavoro in studio di registrazione, un concept diviso in tre parti, complesso e perfettamente trasferito in musica, in cui le vicende del Cavaliere di Luce, simboleggiano la lotta contro l'oscurità, pienamente inserito nell'intendo di pacificazione e di abbattimento delle barriere ideologico/religiose che infliggono la terra di origine di questi musicisti.

La via segnata da “Mabool” ha portato a “The Never Ending Way of OrwarriOR”, smussandone l'irruenza, lasciando affiorare il lato più melodico e sognante degli Orphaned Land, per un disco che perde qualcosa in fatto di orecchiabilità al primo ascolto, abbassando il tiro delle composizioni, ma enfatizzando la spiritualità dei brani, esaltandone il sentimento e il trasporto emotivo. Se già “Mabool” era un lavoro decisamente ostico, il disco oggetto di recensione spinge ancor di più sulla complessità del songwriting, in un affresco di stili e influenze che solo gli Orphaned Land riescono ad esprimere. Una maggiore pulsione prog spinge tutta la durata del platter, lasciando gli inserti più ruvidi, accostabili a un certo death melodico, liberarsi solo per brevi tratti, miscelando il tutto con litanie mediorientali e caratteri folk da pelle d'oca. In questo senso giocano un ruolo fondamentale tutta la batteria di strumenti acustici tipici, l'apporto splendido dell'orchestra di Nazareth e il contributo sempre preziosissimo della vocalist Shlomit Levi. Quasi impossibile descrivere a parole la sequenza di partiture che Kobi Farhi e compagni sono riusciti ad amalgamare in anni di lavoro maniacale, muovendosi su registri ora più aggressivi, ora melodici, alternando fraseggi strumentali mirabili a soluzioni dalla purezza cristallina.

Con gli Orphaned Land dimenticate pure le catene della classica forma canzone, i nostri non pongono freni alla propria classe, senza temere di perdere la presa sull'ascoltatore neanche di fronte a quasi un'ora e venti di musica tutt'altro che facile e fruibile da un pubblico poco incline a dedicare all'ascolto pazienza e passione. Un'opera monumentale che segnerà questo 2010 e gli anni a venire, splendido anche come layout e produzione, il cui mixaggio finale è stato curato nientemeno che da Steven Wilson (che vi ha partecipato anche come tastierista). Un album da acquistare a scatola chiusa, da scoprire individualmente, possibilmente senza subire condizionamenti da eventuali recensioni o articoli dedicati. Una volta entrati nella dimensione di “The Never Ending Way of OrwarriOR”, tutto vi sembrerà inutile, a parlarvi basta la musica. Capolavoro.



01.Sapari

02.From Broken Vessels

03.Bereft in the Abyss

04.The Path (Pt. 1) - Treading Through Darkness

05.The Path (Pt. 2) - The Pilgrimage to Or Shalem

06.Olat Ha'tamid

07.The Warrior

08.His Leaf Shall Not Wither

09.Disciples of the Sacred Oath, Pt. 2

10.New Jerusalem

11.Vayehi Or

12.M I ?

13.Barakah

14.Codeword: Uprising

15.In Thy Never Ending Way (Epilogue)

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