Bruce Dickinson
Accident Of Birth

1997, Victor
Heavy Metal

Recensione di Marta Scamozzi - Pubblicata in data: 06/09/16

"Accident Of Birth" è una violenta scarica di emozioni che esplodono in distorti riff cullati da cupe linee di basso, un inno alla vita e alla morte, un racconto fantastico e una fedele autobiografia.
 

La confusa mescolanza di stili di "Balls To Picasso" si raduna in un sound ben definito caratterizzato da riff distorti, lugubri sottofondi ed una parte vocale estremamente emozionale; il tutto interpreta alla perfezione le parole, per lo più intrise di rabbia, tristezza e spesso grottesche. Il risultato è un album terribilmente difficile da ascoltare senza mettere in pausa almeno una volta, scuotere la testa accigliati, prendere un respiro ed interrogarsi su come quel burlone di Bruce Dickinson abbia potuto partorire qualcosa di così tremendo e coinvolgente.

 

Entrare in "Accident Of Birth" è come entrare in un sogno lucido dove ogni particolare è incredibilmente ben definito, per poi risvegliarsi di colpo e domandarsi spaesati cosa diavolo sia successo. Che Bruce Dickinson sia perfettamente consapevole del potere sovrannaturale di cui è impregnato il suo quarto lavoro lo si evince dalla traccia di apertura, 'Freak', il cui ritornello 'who leads you to the dark secret? (Chi ti conduce all'oscuro segreto?)' sembra preannunciare il viaggio nell'oscura mente del cantante. La sensazione è quella di trovarsi in un concept album e le tracce presentano un sound dalle caratteristiche ricorrenti: duro e tenebroso, caratterizzato da un basso melodico e coerente e da chitarre orecchiabili ma non banali.

 

Man mano si avanza nell'ascolto ci si rende conto però che l'album non è un semplice susseguirsi di strofa e ritornello, ma un lungo e coeso racconto reso unico da diversi colpi di scena; come l'atmosferica 'Toltec 7 Arrival' che sembra rappresentarne un prologo, o l'eco di un basso che disegna la melodia finale di 'Taking The Queen' la quale poi si lega all'inizio della geniale 'Darkside Of Aquarius', un capolavoro di musica e parole che descrivono fedelmente una realtà senza tempo e senza spazio. La spannung si trova nel mezzo della title track: 'Accident Of Birth' è un pezzo dalla crudezza e dalla sincerità insopportabili, dove una chitarra martellante si sposa alla perfezione con versi terribilmente sinceri e disillusi.

 

L'atmosfera musicale dell'album si placa verso la fine, prima in 'Omega' e poi in 'Arc Of Space', dove gli elementi acustici sembrano rappresentare la quiete dopo la tempesta. In "Accident Of Birth" Bruce Dickinson racconta sinceramente le sue emozioni agli ascoltatori, senza però dare loro la sensazione di averci lontanamente capito qualcosa. L'amarezza e l'inquietudine sono celate dietro a racconti di adduzioni extraterrestri e fantascientifici scenari apocalittici, che altro non sono che metafore di una realtà tormentata e intimamente disadattata, sia personale che universale. Questo geniale modo di raccontare una realtà molto terrestre utilizzando alieni, navicelle spaziali, alchimia e spade di Damocle non solo sarà una costante della produzione successiva di Bruce Dickinson, ma porterà una ventata di aria fresca negli Iron Maiden del nuovo millennio.

 

Recensione a cura di Marta Scamozzi





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