Serj Tankian
Elasticity [EP]

2021, Alchemy Recordings/BMG
Alternative Rock

L'estro compositivo di Serj Tankian continua ad ardere
Recensione di Giovanni Ausoni - Pubblicata in data: 20/03/21

In previsione di un ritorno in studio dei System Of A Down, evento dato da tutti per scontato, Serj Tankian contava di pubblicare nuova musica sotto una bandiera nobile e conosciuta. Nonostante un paio di canzoni edite alla fine del 2020, "Protect The Land" e "Genocidal Humanoidz", il quartetto di origine armena non è riuscito a definire una visione artistica comune; di conseguenza, il singer ha preferito registrare un EP in proprio, contenente cinque tracce destinate, in origine, a comparire nella scaletta del successore di "Hypnotize". Un erede mai nato, naturalmente.
 
A un'analisi parziale, "Elasticity" sembrerebbe un salto indietro nel tempo, all'epoca dei baggy e delle felpe col cappuccio, a un periodo in cui "Toxicity" ottenne il sostegno di un'enorme schiera di metallari in erba, troppo felici di scoprire un sound tanto sfacciato e corrosivo quanto straordinariamente accessibile. E, in effetti, i primi secondi della title track confermano quest'impressione, grazie a quella dualità folle e schizofrenica che rese i SOAD così eccitanti, malgrado in seguito la pista si incanali in un rock energico dagli accenni punk e dal refrain ultramelodico che stinge un po' l'ardore onomatopeico dell'abbrivio. Medesima sorte per la speculare e patriottica "Electric Yerevan", chiusa spruzzata di energico parossismo e timida sperimentazione elettronica.
 
Anche "Your Mom" appare un animale ibrido, con i ritmi sincopati presi in prestito da "Steal This Album!" e la presenza simultanea di strumenti tradizionali e campionamenti sintetici, accoppiata tipica del Serj extra moenia. Gli arrangiamenti enfatici e le melodie sospese della ballad "Rumi", dedicata a Tankian junior e all'omonimo poeta persiano, e l'intreccio piano/chitarra di "How Many Times?", invece, richiamano sia i brani di "Elect The Dead" nella versione live con la Auckland Philarmonia Orchestra sia le atmosfere classiche di "Orca Symphony No. 1", mostrando come il musicista nato a Beirut, pur in pezzi pensati per il gruppo madre, non riesca a censurare sé stesso e le scelte stilistiche di una carriera solista ormai quindicennale.

 

"Elasticity", dunque, appartiene alla categoria di quelle opere che, vivendo internamente di contrasti irrisolti, affascinano senza convincere appieno. Certo, l'estro compositivo di Serj Tankian continua ad ardere, ma con i compagni di una volta il mini avvamperebbe di ben altro fuoco.





Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool