Immanuel Casto
Freak & Chic

2013, JLe Management
Elettronica/Pop

Recensione di Antonio Conte - Pubblicata in data: 09/10/13

Immanuel Casto, o meglio, il Casto Divo, o ancora, il Re del Porno-Groove. Stella tutta italiana nata sul web nei primi anni 2000 e arrivato alla fama a suon di dance-pop, testi che non si fanno problemi a parlare di fellatio, prostituzione e perversioni sessuali, fino alla consacrazione del 2008, grazie al singolo “Anal Beat”, una sorta di gioca jouer a tinte osé. Da lì, la scalata al successo. Si passa dalle auto-produzioni ai contratti con le major discografiche, agli sponsor blasonati, le ospitate in TV e in programmi radio. Un po' come vivere a Milano e passare dalle sessioni di battuage in parco Ravizza, ai privè radical-chic dei locali più in voga.
 
Freak & Chic” è l'ultimo lavoro discografico di Immanuel, quinto album di inediti, seguito dell'ottimo “Adult Music” di due anni fa e anticipato dal singolo “Zero Carboidrati”, in cui alla leggerezza del testo si contrappone una feroce critica alla disperata ricerca del corpo perfetto, tra bulimia e anoressia, diventata poi colonna sonora per la campagna #boicottabarilla lanciata dalla comunità GLBT. Il punto di forza del Casto è proprio questo: pura provocazione unita a testi inequivocabili, volgari e senza vergogna. Allusioni sessuali, doppi sensi a manetta, pratiche estreme descritte nei minimi dettagli, ironia anti-perbenismo. Pezzi ben confezionati, che risultano divertenti e ballabili sin dal primo ascolto e che, in un secondo momento, riescono anche a comunicare qualcosa più profondo. E' tutto quello che ci si aspetta, e si pretende, dal Casto Divo. Sfortunatamente però, anche se col tempo l'ago della bilancia ha iniziato fortunatamente a pendere più verso la critica sociale che quella porno, dopo quasi dieci anni di onorata carriera si inizia a sentire puzza di già visto e sentito. Succede così che il proprio marchio di fabbrica si trasformi nel limite più grande.
 
“Freak & Chic” raccoglie nove pezzi (otto più un'interlude a base dubstep) che ricordano le sonorità del passato, sapiente combinazione di elettronica, dance e pop con rimandi agli anni '70 e '80, fatta eccezione per i due brani posti in conclusione, “Comunione e Liberazione” e “Da Quando Sono Morto”, uniche vere sorprese del disco, dal sapore acustico e decisamente più intimista. Il resto è facilmente classificabile come “la solita solfa”, tra ritmi disco e truzzi utilizzati ad hoc per confezionare nuovi inni generazionali (la title-track), reportage tropicali a base di turismo sessuale (il mediocre singolo di lancio “Tropicanal”) o descrivere la natura una e trina del piacere erotico (“Abbiamo tutti una bocca, abbiamo tutti una mano, abbiamo tutti un ano, è il disegno di Dio” canta Immanuel in “Anusmouthand”) in un trascurabile episodio trance-pop che strizza l'occhio ai Daft Punk.
 
Tra cliché e sperimenti cantautoriali, l'ascolto fila dunque liscio e senza impegni, mentre l'eco, sopito, del vero Re del Porno-Groove si fa vivo in poche occasioni, toccando l'apice in “Sognando Cracovia”, grazie a delle lyrics a tratti geniali (tanto quanto lo erano quelle di “Johnson” nel lavoro precedente)  che riescono a testimoniare alla perfezione la vera natura delle recenti relazioni tra lo stivale e l'Est Europa.
 
Alla fine della fiera, che si voglia apprezzare solo la capacità di confezionare discretissimi pezzi pop, o il tentativo di proporre un'intelligente critica sociale con metodi anti-convenzionali, Immanuel Casto resta un piacevole divertissement, da ascoltare - e da prendere - non troppo sul serio.



01. Freak & Chic
02. Zero Carboidrati
03. Sexual Navigator
04. Tropicanal
05. Sognando Cracovia
06. Anusmouthand
07. Redemption
08. Comunione e Liberazione
09. Da quando sono morto

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