Immanuel Casto (Immanuel Casto)
Il 2015 è stato decisamente l'anno di Casto Immanuel. Dall'ultimo, acclamato, disco "The Pink Album" e tour al seguito, passando per il consolidato successo del gioco da carte "Squillo" (e relative espansioni) e finendo con la biografia "Tutti Su Di Me" scritta da Max Ribaric. Proprio l'uscita di questo volume è stata per noi un'occasione ghiotta per raggiungere telefonicamente il Vate e fare il punto della situazione di un artista che sta rivoluzionando in modo decisamente rock lo stantio panorama pop contemporaneo italiano.
Articolo a cura di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 06/01/16

Ciao Manuel, innanzitutto grazie per esserti donato completamente a me!

 

(ride) Prego!

 

Io comincerei questa chiacchierata parlando della provocazione. Io spesso scrivo i miei articoli con tono provocatorio per stimolare e rimettere in discussione il punto di vista del lettore. Tu che sei un artista piuttosto provocatorio, perché lo fai?

 

E' vero, vengo definito un artista molto provocatorio. Però io non mi ci rivedo particolarmente in quella definizione, nel senso che la provocazione, oramai, è diventata un concetto un po' astratto: il provocatore dà l'idea di uno che si siede a tavolino e si chiede "Io a questa categoria di persone: cosa posso dire per infastidirli?". Ecco, io non ragiono in questi termini. Io voglio dare voce al mio pensiero fiancheggiando una categoria di persone che non la pensano come me, però avendo come riferimento le persone che condividono il mio pensiero. Io voglio che qualcuno ascolti una mia canzone e dica: "Oh, finalmente qualcuno ha detto le cose esattamente come stanno senza farsi problemi o senza paura di andare ad offendere queste persone!" Quindi, parlerei di scorrettezza politica più che di provocazione, nel senso che non mi preoccupo di andare a tutelare categorie di persone che non meritano di essere tutelate, come gli omofobi ad esempio, o i puritani o i conservatori che hanno la pretesa di difendere la loro spiritualità religiosa o valori tradizionali andando contro persone che lottano semplicemente per avere i loro stessi diritti. Provocazione, oramai, significa semplicemente ragionare con la propria testa. Poi sai, spesso la provocazione viene associata al sesso. Parlare di sesso oggi può essere ancora considerato provocatorio, ma dipende in che termini. Sesso come immagine, oramai, ne abbiamo visto decisamente troppo, è dappertutto: dalla politica, alla pubblicità del silicone sigillante o del panettone natalizio; invece, a livello di contenuti, di educazione sessuale ed informazione sugli orientamenti sessuali: ecco, in questi termini se ne parla davvero troppo poco. Quindi, parlare di sesso in modo aperto, trasparente e costruttivo è, paradossalmente, provocatorio.

 

In effetti hai ragione, anche perché spesso la provocazione sfocia in polemica, e a te la polemica decisamente non appartiene.

 

Assolutamente! Difficilissimo, per dire, che io possa andare ad attaccare direttamente un altro artista. E quando sono io ad essere attaccato, tendo a lasciare perdere, perché di solito gli attacchi si commentano da soli. Ci sono stati dei casi in cui quegli attacchi sono stati strumentalizzati per portare dei messaggi o sostenere tesi altrui, allora in quel caso ho parlato. Però più che scrivere un intervento a prova di idiota che possa chiarire in modo inequivocabile la mia posizione, non vado oltre, perché le polemiche non mi interessano.

 

Immagino tu ti stia riferendo al caso "Squillo"... (che ha valso ad Immanuel un'interrogazione parlamentare per il divieto di commercio del suo gioco di società n.d.r.)

 

Quello è un caso lampante e chiaro, ma prendi ad esempio il brano "Zero Carboidrati" ed il suo mantra: "Chiappe d'acciaio: ne voglio un paio", un desiderio piuttosto comune in cui un po' tutti si ritrovano. Quella frase mi rendo conto che può non risultare così chiara a chi ascolta il brano in modo superficiale, perché come spesso faccio io interpreto uno stereotipo in quella canzone, inneggio un qualcosa, ma per denunciarlo. In "Zero Carboidrati" non si parla di una dieta sana o dei mezzi leciti per mettersi in forma: si parla dell'ossessione per l'aspetto fisico, di un determinato status, e dei metodi poco sani per assurgere a quel determinato status, come la chirurgia estetica. Ebbene, sono stato vittima di un vero e proprio linciaggio da parte di un'associazione che si occupa di disturbi alimentari, con persone che mi scrivevano privatamente per insultarmi. Ecco, lì sono intervenuto in maniera molto dura per precisare che il messaggio del brano era stato completamente frainteso.

 

Capisco. Parliamo un po' del libro "Tutti Su Di Me". Che effetto fa avere un libro che parla in modo così puntuale della tua carriera artistica?

 

Mi lusinga molto, anche perché l'autore ha fatto un lavoro incredibile di ricostruzione storica. E' andato a spulciare non solo tutte le mie uscite discografiche, ma anche tutti i post che ho fatto sui social network, quindi io in quel libro rivedo tutto il mio percorso che è partito da puro divertimento, con un personaggio anche un po' macchiettistico diciamo, per tirare poi fuori man mano la mia vera persona.

 

Anche perché hai iniziato giovanissimo: ridendo e scherzando, sono 12 anni che sei nel mondo della musica e dello spettacolo...

 

Dipende da dove si fissa la data di inizio. Se si parla di divertirsi con la musica ed esprimersi artisticamente, allora ti direi l'infanzia. Poi guarda, ti do un po' di date: 2005 quando è passato il mio primo singolo in radio che era "Io La Do", poi 2009 la firma col mio manager, 2011 l'anno in cui un mio disco è arrivato per la prima volta nei negozi. Ci sono un po' di date significative e diversi inizi, come vedi.

 

Chiaro. Pensa che io ti seguo dalla primissima versione del blog, quella con la vasca da bagno ed il phon nella vasca, una cosa così...

 

Ah certo! Castoimmanuel.org!

 

 immanuelcastoitw201501

 

Sì, esatto. Senti, ma hai preso parte in modo attivo alla stesura del testo, oppure hai subito passivamente la penna di Max Ribaric? (autore del libro n.d.r.)

 

Mi ha intervistato sostanzialmente, con lunghe ed intense sessioni. Io poi non direi che ho subito in modo passivo la sua scrittura: gli ho concesso di raccontarmi, e lui mi ha sottoposto tutto per approvazione ma io non ho avuto da ridire su praticamente niente. Ho fatto poi degli interventi per scaldare un po' il testo e renderlo più personale, suggerendo aneddoti e racconti, e l'autore del testo ne è stato assolutamente lieto.

 

Parliamo un po' della geografia della tua vita: noi gay bergamaschi solitamente, quando ci emancipiamo, finiamo a Milano, in zona Porta Venezia e dintorni. Tu, invece, sei finito a Bologna. Come mai?

 

Sai che non c'è una specifica ragione? All'epoca volevo comunque fare degli studi orientati sull'aspetto artistico, e c'era questa leggenda del DAMS di Bologna. Oggi è assai gettonato, mentre anni fa era ancora piuttosto particolare e di nicchia. Poi, quando ero al liceo avevo una compagna di classe con una sorella più grande, di circa 20 anni, e subivo un forte ascendente da parte sua grazie alla sua personalità molto estrosa; ecco, lei mi parlava di Bologna come di questa grandissima mecca bohemienne, e fu allora che mi decisi che mi sarei trasferito lì, e ancora oggi sono molto contento di questa scelta.

 

E dell'Australia, invece: io ho una coppia di amici bresciani che vive ad Auckland e che sta facendo sforzi immani per ottenere la cittadinanza, potersi sposare e quindi avere dei figli - parlo di una coppia gay, ovviamente. Tu, invece, in Australia ci sei andato e sei poi tornato. Cosa mi puoi dire di questa esperienza?

 

Per me è stata proprio una parentesi di totale stacco, però mi sono proprio inserito bene nella comunità australiana. E' stata una bellissima esperienza, e l'Australia è sicuramente un bel posto in cui vivere, non a caso Melbourne viene definita da anni la città più vivibile del mondo: è una città sul mare, estremamente ariosa, con una splendida atmosfera ed un'incredibile apertura culturale. L'immigrazione per loro è un concetto molto importante, che è iniziato in massa qualche anno fa. C'è una grande comunità italiana lì, trasferirsi è anche facile, ma è col lavoro che le cose poi si fanno difficili, o meglio: se uno si vuole occupare dell'ospitality trovando qualche lavoretto saltuario, si trova subito un impiego che è anche molto ben pagato, soprattutto rispetto ai nostri standard. Molto più difficile, invece, inserirsi nel mondo della professionalità più specifica, come il lavoro d'ufficio. Nonostante la bellezza del posto, comunque, sono tornato, e ci tengo a spezzare una lancia a favore dell'Italia perché non è che sono rientrato qui dicendo: "Oh no, che tristezza, torno all'infernale Bologna dopo aver visto il paradiso australiano!". Assolutamente no! Io a Bologna sto molto bene, e Melbourne - perché io l'Australia l'ho girata tutta ma ho vissuto bene solo lì - è una città che sì ti da tanto, ma ti chiede altrettanto in cambio. Pensa solo agli spazi: quanto prima devi uscire di casa, perché lì le distanze sono davvero enormi. Oppure al costo della vita, che se è vero che guadagni tanto, comunque là costa tutto caro. No, io sono comunque contento di essere tornato qui.

 

Cominciamo a parlare un po' di musica adesso. Innanzitutto, mi piacerebbe sapere cosa stai ascoltando ultimamente.

 

Io sono molto orientato, come ascolti, a queste divette elettro-pop un po' alternative, come Robyn, Little Boots, Marina & The Diamonds...

 

Direi un quadro molto aderente col tuo essere in musica. Ecco, parlando  proprio di questo: sul tuo ultimo disco ho trovato una grande maturazione, soprattutto a livello di testi. Penso non solo a "Da Grande Sarai Frocio", con tutta la sua ondata mediatica positiva, ma anche "Male Al Cubo", ad esempio. Ecco: è Manuel che sta prendendo il sopravvento su Immanuel?

 

E' possibile, devo dire che è possibile. Vengo definito, ma perché mi sono auto-definito, il principe del porn groove, quindi adesso non mi lamento di essere schiacciato da un'etichetta: senza quel cartellino, probabilmente non mi sarei fatto notare. Certo che mi sta un po' stretta adesso questa definizione. Quindi, senza rinnegare tutto quello che è stato,  ma costruendo semmai su quello che ho fatto, ho deciso di portare più in luce certi aspetti della mia personalità artistica. Questo non vuol dire rinunciare alla scorrettezza politica di cui abbiamo già parlato, però significa espormi in maniera più emotiva. Sono cresciuto, ma anche i fan sono cresciuti con me. Non avrei mai potuto fare da un giorno all'altro un disco troppo diverso, i fan non mi avrebbero riconosciuto. Poi, ai miei concerti viene ancora tanta gente che vuole divertirsi, ed io non ho intenzione di rinunciare a questa goliardia perché a me piace ancora fare cose divertenti. Però ho anche voglia di parlare di cose un po' più...serie, anche se faccio fatica ad usare questo termine, perché in fondo anche in passato ho parlato di droga, prostituzione minorile, disturbi alimentari...

 

...perversioni varie ed eventuali...

 

Perversioni varie ed eventuali, esatto.   Quindi ecco, voglio parlare di argomenti seri in mezzo alla goliardia, e lo sto facendo, e spero che il pubblico possa comprendere questa evoluzione. Tenendo presente che non rinnego nulla e che ai concerti comunque non negherò le canzoni con cui il pubblico ha iniziato a seguirmi.

 

Ritengo una grande forza dell'uomo riconoscere le proprie debolezze e chiedere aiuto nel momento del bisogno. In quest'ottica possiamo vedere l'arrivo di Keen con tutto il suo apporto artistico che ha consentito ad Immanuel 1.0 di passare alla versione successiva maggiormente evoluta?

 

Assolutamente sì. Ci siamo proprio venuti incontro perché io avevo un progetto artistico, ma sotto non c'era una certa qualità tecnica; lui, invece, polistrumentista in una band non aveva una sua propria identità artistica, e ci siamo proprio sposati, e le cose tra noi vanno davvero bene. Lui è proprio un partner perfetto, perché ha gusti musicali molto diversi dai miei, visto che ascolta new wave, industrial, techno, e riesce a dare un taglio ai miei arrangiamenti meno "pop-plasticoso". Molti artisti della cena LGBT italiana, nel promuoversi, tendono tutti a prendere questo taglio "Wannabe Britney", diciamo. Mentre Keen mi dà un taglio più oscuro, più rock...diciamo pure più etero, in questo modo i miei brani sono più interessanti, meno bidimensionali e decisamente meno stereotipati.

 

Ecco, a tal proposito: non credi che sia proprio questo meccanismo a renderti cosi apprezzato dagli eterosessuali? Perché è curiosa questa cosa: tu piaci un sacco agli etero. Non le donne, che amano i gay a prescindere: intendo proprio ai maschi eterosessuali.

 

Credo proprio di sì, e incuriosisce parecchio anche me questa cosa. Perché sono sempre stato molto trasparente nel mio approccio, eppure...ho un grosso seguito tra i metallari, per dire, e la cosa mi fa molto piacere. Ti basta vedere i miei concerti: ai miei concerti ci sono molti più etero che gay, ma non perché i miei fan siano prevalentemente etero. Semplicemente: al mondo ci sono più etero che gay, ed io ho un pubblico molto eterogeneo. E questo non sentirmi ghettizzato in nessun modo è una cosa bellissima.

 

immanuelcastoitw201502

 

 

Chiunque ti segua su Instagram o sui social network in genere, si sarà accorto che il tuo livello nerd è parecchio elevato. C'è anche un capitolo dedicato a questo aspetto all'interno del tuo libro. C'è Squillo, ci sono i giochi da tavolo, le serie TV...niente videogiochi?

 

No no, mi piacciono anche quelli! Però non sono troppo da videogiochi impegnativi, ma solo perché non ho tempo di starci dietro. Quindi, pur apprezzandone immensamente la struttura e la qualità, giochi come possono essere "The Evil Within", "Silent Hill": è chiaro che sono bellissimi, ma non ho troppa testa per mettermici dietro. Io appezzo tantissimo i picchiaduro, perché sono giochi immediati in cui basta darci dentro. Guarda, come gioco per hardcore gamer duri & puri che ho apprezzato tantissimo per Playstation 3 e che in pratica non mi faceva uscire di casa quando ero in Australia, ti posso citare "Skyrim".

 

Ah, una cosina proprio! Va beh, ma ti  capisco: io sono attualmente impegnato con "Xenoblade Chronicles X", quindi figuriamoci! Senti: ti si vede però poco in TV. Il che non è necessariamente un male, ma è chiaro che Immanuel è comunque un personaggio molto televisivo.

 

E' che non sanno come prendermi, secondo me. Guarda, la dico proprio brutalmente: credo di essere troppo intelligente, non sto scherzando. Voglio dire: i programmi televisivi possono fare servizi di cinque minuti dove mostrano - e cito un nome a caso - Valerio Scanu che ama i suoi cani, ma una persona che si espone, che ha una storia da raccontare e che ha delle opinioni precise: ecco, non sanno già come gestirla.

 

In effetti è vero: la televisione italiana di intrattenimento non è ancora fatta - purtroppo - per cervelli troppo ingombranti e troppo funzionali. Quindi, gli spazi in cui potresti stare effettivamente bene sono assai limitati. Però è anche vero che qualcosa l'hai fatta, no?

 

E' vero, e quando capita l'occasione io la prendo sempre molto volentieri. In questo senso, l'opportunità più bella è stata quando ho fatto una stagione di "Loveline" su MTV dove ero ospite fisso ed opinionista. Poi ringrazio Fabio Canino per avermi invitato nella sua trasmissione "Aggratis!" un paio di volte ed anche Chiambretti per la parentesi "Grand Hotel". Comunque ci vogliono dei contesti adatti per me. Poi noto che gli autori - ma più che loro i responsabili dei vari network, che sono più ignorantelli - hanno paura di me, temono che vada in TV a parlare di cazzo e dita nel culo, perché loro si aspettano da me questa cosa per via delle mie canzoni che parlano di sesso esplicito. Ma io so di avere molta più dignità e classe rispetto a molti miei colleghi del mondo dello spettacolo che si celano dietro a facciate molto ipocrite.

 

Chiarissimo direi. Senti, io chiuderei con una frase che ti chiederei di commentare con un tuo parere.

 

Vai!

 

"L'ironia è una corazza assai comoda di cui è sin troppo facile vestirsi".

 

Di chi è questa frase?

 

(ride) Mia!

 

Non sono troppo d'accordo, perché trovo sia più facile vestirsi di cinismo che di ironia. L'ironia è un elemento difficile da padroneggiare, e c'è chi confonde ironia con acidità. Noto tante persone che si costruiscono una facciata acida per relazionarsi al prossimo. Avendo secondo me un'insicurezza di fondo, c'è sempre questa acidità nel commentare e nel relazionarsi. Ma l'ironia e soprattutto l'autoironia sono, secondo me, due manifestazioni di un'elevata intelligenza.

 

Ah, non potresti trovarmi più d'accordo! Bene, io ti ringrazio di nuovo per il tempo che mi hai concesso e ti auguro buon anno a questo punto! (la chiacchierata si è svolta il 29 dicembre 2015 n.d.r.) Progetti per l'anno nuovo?

 

Per il 2016 cominciamo con una serie di firma-copie del mio libro, in Sardegna anche con showcase e in Toscana e in Reggio Emilia. Poi, ancora tanti concerti per il tour del nuovo disco visto il grande successo della prima tranche di date. Grazie mille anche a voi, a presto!




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