Mayhem
De Mysteriis Dom Sathanas

1994, Deathlike Silence Production
Black Metal

Recensione di Federico Mainardi - Pubblicata in data: 20/12/14

La copertina mostra la cattedrale di Throndheim, che accostata al titolo dell’album emana un alone di empio mistero; sul retro troneggiano due foto: una ritrae Euronymous, sguardo spiritato, un vistoso crocifisso rovesciato appeso al collo ed una spada (abbastanza carnevalesca, in verità) che si intravede sotto al mantello; l’altra mostra Hellhammer, composto e parzialmente in ombra. Ecco le due anime dei Mayhem, il combo estremo per eccellenza, accentratore di ogni sciagura legata alla “black metal mafia”: da una parte il carismatico egocentrismo del suo defunto leader, dall’altra la fredda tenacia di chi assumerà le redini del gruppo permettendogli, incredibilmente, di sopravvivere ai suoi morti. Manca, tra le esigue immagini che corredano la mia vecchia versione del disco, la terza anima nera della band: la più sfuggente ed enigmatica, introversa e capace di atti estremi. Insomma manca testimonianza di Dead, il singer morbosamente attratto dalla morte, già in vita così assurdamente lontano dalla vita stessa.

 

La storia di suicidi, roghi e omicidi è arcinota e non la narrerò per l’ennesima volta: basterà far menzione della sua aura maledetta e perciò (va ammesso) anche affascinante, in bilico tra la tragedia della trasgressione che si autoalimenta fino all’irreparabile, e l’assurdo squilibrio della follia. Parimenti il genere black metal, dopo i fatti del cosiddetto Inner Circle, non ha più avuto bisogno di presentazioni: espressione sonora del male (serio, ben altro che le provocazioni dei Venom o il caos immaturo degli Hellhammer), traduzione delle pulsioni più buie ed estreme che albergano nella bestia umana… Eppure, al di là degli intenti scelleratamente avverati, la musica dei Mayhem –  ed in effetti del black metal tutto – merita di essere analizzata dal punto di vista dell’espressione artistica. Ne emerge allora tutto lo spessore: il suo estremismo manifesta il rigore dell’idea incontaminata (per quanto nefasta possa essere), il suo burrascoso impatto sonoro è in grado di evocare scenari emozionali quasi visivamente tangibili, dalla sua cupezza promana la malia del culto. Si comprende, così, come il black metal sia diventato uno dei generi più atmosferici ed emotivi.

 

De Mysteriis Dom Sathanas” non è l’unica perla nera datata 1994: coevo è “In The Nightside Eclipse” degli Emperor, mentre anteriore di un anno è il debutto dei Dissection “The Somberlain”: due album grandiosi e complessi; l’uscita dei Mayhem però rappresenta la più compiuta cristallizzazione delle attrattive oscure, ancora underground, di un genere già in via di profonda evoluzione. Rispetto al babelico “Deathcrush” la maturazione stilistica è netta. Finalmente le ritmiche di Euronymous si distanziano dalla grezza ispirazione thrash acquisendo una direzione meglio definita: melodie gelide e dotate di una maggior caratura musicale si dispiegano sullo scroscio tagliente delle percussioni di Hellhammer, alimentando un’inesorabile tormenta sonora in cui la sorda, ringhiosa voce di Attila Csihar si insinua come una presenza malevola. Il cantante ungherese, reclutato per sostituire Dead, gli rende un manifesto tributo interpretandone l’anomalo stile vocale, irrinunciabile per dare il giusto tono alle lyrics. I testi, peraltro, mostrano una certa elaborazione: si tratta di narrazioni lugubri, ben più vicine alla letteratura gotica che alla semplice manifestazione di dolore ed odio inconsulto. Il disco scorre così, per 45 minuti di ferreo, inclemente radicalismo sonoro e tenebra lirica.

 

A vent’anni dalla sua uscita, continua a non avere senso paragonare “De Mysteriis Dom Sathanas” ai dischi meglio prodotti, più vari o più tecnici che si sono susseguiti nel mentre. Esso ha anzitutto l’enorme importanza e il fascino intrigante di un documento storico, attestando il perfetto stadio intermedio dello sviluppo del black metal: non ancora sparatosi dalla sua primitiva essenza underground, eppure già orientato verso una maggiore rifinizione. Anche se non fosse circonfuso dell’aura nera legata a morti ed atti insani, le sue proprietà lo renderebbero degno di menzione; soltanto una volta colto il suo intrinseco valore, sarà possibile prendere atto di come essa lo ammanti, amplificandone la risonanza.





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