Trovare rifugio in tempi antichi, in epoche lontane, distanti nel tempo e nelle sensazioni: forse mai come in questo momento storico sentiamo il bisogno di trovare un po’ di pace e di conforto, per allontanarci momentaneamente dalla triste realtà che stiamo vivendo. I Blackmore’s Night si sono da sempre dedicati a temi di evasione, e mai come oggi possono risultare attuali. “Nature’s Light” è l’undicesimo album in studio della band e arriva a quasi sei anni dal precedente “All Our Yesterdays”. Come suggerisce il titolo, è la natura la vera protagonista di questo album, una natura in cui trovare conforto e in cui rifugiarsi per una rinascita mentale e spirituale da tutte le sofferenze odierne, grazie a quel mix di sonorità folk e a quella fascinazione per il Rinascimento che sin dagli esordi ha caratterizzato la proposta musicale del duo composto da Ritchie Blackmore e Candice Night.
“Once Upon December” apre il disco in maniera inusuale, sviluppandosi in modo molto cadenzato, rimanendo su binari piuttosto definiti, senza mai esplodere in un ritornello più arioso. “Four Winds” è, invece, un perfetto e originale intreccio di modernità e richiami rinascimentali, incastonato tra chitarre e strumenti antichi. Ritmi alti caratterizzano anche la successiva “Father In The Wind”, che alterna incisive parti strumentali alla leggiadra voce di Candice, in un susseguirsi semplicemente trascinante. Già dai primi brani si nota la buona qualità compositiva, che viene evidenziata anche nei due pezzi completamente strumentali: la delicata “Darker Shade Of Black”, impreziosita sul finale dagli assoli di chitarra di Ritchie, e “Der Letzte Musketier”, permeata da influenze Seventies e caratterizzata da un blues molto libero e arioso, capace di fare la gioia di tantissimi amanti di Deep Purple e Rainbow. Immancabile la semi-ballad “The Twisted Oak”, brano prototipo dei Blackmore’s Night, mentre la title track alterna momenti solenni e marziali a un ritornello melodico e acustico, andando a comporre una canzone che trasmette un senso complessivo di positività, in una contrapposizione di stili che risulta efficace. La chitarra di Ritchie e la voce emozionante di Candice ci regalano anche una nuova rivisitazione di “Wish You Were Here” dei Rednex. La band si congeda prima con la piacevole “Going To The Faire”, caratterizzata da un ritmo piacevole e cori di accompagnamento, e termina con uno dei migliori brani di tutto l’album, “Second Element”, ballata intrisa di emozioni, con l’assolo finale di Ritchie che chiude degnamente un fantastico viaggio in tempi lontani.
“Nature’s Light” è un album intenso che racchiude interamente il mondo dei Blackmore’s Night e lo regala all’ascoltatore sottoforma di viaggio, un autentico vagare tra sensazioni vive e tangibili. Ritchie e Candice, con il loro undicesimo album, rinnovano dunque un’unione personale prima che musicale, sempre più salda, riflessa in sound in cui voce e chitarra si rincorrono e si accompagnano sino a fondersi in un’unica entità.