NUOVE USCITERECENSIONI

DMA’S – How Many Dreams?

Di sicuro per chi ha la fortuna di seguire i DMA’S dagli esordi, da quando pubblicarono il loro primo EP e suonavano nei piccoli club, il loro exploit non è una sorpresa. Adesso la band australiana, tanto paragonata nei primi tempi agli Oasis, si ritrova a riempire gli stadi ed è già arrivata al suo quarto album in studio, “How Many Dreams?”, che giunge a tre anni di distanza dal precedente “The Glow”. La band è sicuramente maturata nel corso della sua carriera, evolvendosi e cambiando molto il suo sound rispetto ai suoi primissimi lavori.

Già nell’opener e title track dell’album si può percepire un netto cambio di direzione verso sonorità decisamente più pop rispetto al rock in perfetto british al quale il trio australiano ci aveva abituato. Una parvenza dei primi DMA’S, grezzi ed arrabbiati, si può avere nella schitarrata che apre la già conosciuta “Olympia”, pubblicata come singolo, o in “Fading Like A Picture”, probabilmente il pezzo più vecchio stile dell’album. Si torna difatti immediatamente ad un pop ballabile con la successiva “Everybody’s Saying Thursday Is The Weekend” che, proprio come da titolo, dà le vibes di un pezzo da ascoltare in qualche club il sabato sera. Ha un ritmo ballabile e strizza molto l’occhio al pop attuale, uno stile che caratterizza un po’ tutto l’album. I DMA’S si discostano difatti da gruppi come Oasis e Blur a cui erano stati associati nei primi tempi, avvicinandosi più a band come i Chemical Brothers.

Non mancano ballad sullo stile di quelle a cui ci hanno abituati, come le malinconiche “The Future” , “21 Year Vacancy” o “Jai Alai” in cui la voce del cantante Tommy O’Dell fuoriesce particolarmente valorizzata: forse i momenti migliori dell’album. Si torna al pop più commerciale con le già conosciute “I Don’t Need To Hide” e “Something We Are Overcoming”; sembra difatti che la band abbia scelto di pubblicare come singoli tutti i pezzi più deboli del disco o, forse, semplicemente quelli che pensava potenzialmente più radiofonici. Sicuramente i fan di vecchia data li preferiranno però nel loro sound britpop, come quello dei violini in stile “Bittersweet Symphony” dei The Verve di “Forever”. Influenze più shoegaze anni ’80 che si mischiano a sonorità più pop si percepiscono invece in “Get Ravey”, un pezzo interessante proprio per lo strano connubio. Chiude l’album “De Carle”, un brano criptico che somiglia quasi ad un remix – sicuramente avrebbero potuto dargli una fine migliore.

Quello che è certo ascoltando “How Many Dreams?” è che i DMA’S non sono più quelli di una volta. Tutte le band cambiano ed evolvono il loro sound, è qualcosa di fisiologico per adattarsi ai nuovi gusti della società e anche per non ripetersi, oltre che per una volontà di sperimentare nuovi lidi che non guasta mai. Certo per chi segue la band dagli esordi la mancanza delle chitarre alla Noel Gallagher un po’ si sente e si rimane quasi con il dubbio se si stia ascoltando la stessa band di anni fa. Ma anche considera questa svolta più pop, nel complesso il quarto disco della band di Sydney può considerarsi comunque un buon lavoro.

Tracklist

01. How Many Dreams?
02. Olympia
03. Everybody’s Saying Thursday’s The Weekend
04. Dear Future
05. I Don’t Need To Hide
06. Forever
07. Fading Like A Picture
08. Jai Alai
09. Get Ravey
10. 21 Year Vacancy
11. Something We’re Overcoming
12. De Carle

Comments are closed.

More in:NUOVE USCITE

0 %