Il bassista Eugene Abdukhanov della band ucraina Jinjer ha rilasciato un nuovo videomessaggio in cui parla dell’invasione russa nel suo paese ed in cui afferma che “questa guerra non può essere giustificata da nulla”.

Il videomessaggio

Abdukhanov ha condiviso un sentito videomessaggio tramite i social media della band in cui ha esortato tutti i fan della musica e “le persone del mondo civile” a fare tutto il possibile per sostenere l’Ucraina.

Il messaggio recita:

Ciao, mondo intero. Ti parlo da Kiev, la capitale dell’Ucraina, che ora è sotto l’assedio delle truppe russe. Sono le cinque del pomeriggio di sabato. Prima di tutto, tutti i membri dei Jinjer, che sono attualmente a Kiev, sono relativamente al sicuro e stanno bene, per quanto sia possibile durante questi giorni bui. In secondo luogo, apprezziamo tutti i nostri fan in tutto il mondo per aver mostrato solidarietà a noi e al nostro paese per opporsi alla barbarie della guerra iniziata da Putin qui in Ucraina il 24 febbraio. Vorrei parlare a tutte le persone del mondo civile, a tutti i nostri fan, a tutti i fan della musica, a tutti i metallari di tutto il mondo, non importa da dove veniate, specialmente se venite dalla Russia. Questa guerra non può essere giustificata in alcun modo, non importa quello che dice la propaganda. Nessuno merita quello che stiamo passando ora qui in Ucraina. Il popolo innocente dell’Ucraina sta soffrendo. Non sto parlando di politici, non sto parlando del nostro governo. Le persone innocenti del nostro paese stanno soffrendo… Tutta la gente di Kiev trascorre giorno e notte nei rifugi negli scantinati. I bambini trascorrono giorno e notte nei rifugi. Hanno paura. Non hanno abbastanza cibo. Non hanno acqua a sufficienza. Non hanno alcun conforto. Se lo meritano? Per favore spargete voce sull’aggressione di Putin, insieme possiamo fermare tutto questo”

La guerra in Ucraina

Giovedì 24 febbraio Putin ha annunciato un’”operazione militare speciale” nell’est del paese. Poco tempo dopo sono state segnalate esplosioni nelle periferie di Kharkiv, Kramatorsk e Mariupol, oltre che a Kiev.

L’aggressione militare del presidente russo ha provocato finora quasi 200 morti, inclusi civili, secondo il ministro della salute ucraino.

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