NUOVE USCITERECENSIONI

Ovlov – buds

Articolo a cura di Ivan Tedeschi

Gli Ovlov fanno parte di una cerchia ristretta di nuove realtà devote al culto dell’alternative rock, mescolando paesaggi sonici anni ’90 (Swervedriver, Built To Spill) al classico binomio strofa melodica – ritornello esplosivo che dai tempi dei Pixies e dei Dinosaur Jr esalta gli appassionati del rock rumorista.

Il disco precedente “TRU” si addentrava nei meandri dello shoegaze e dell’indie rock più duro e puro, con incrostazioni di chitarre distorte e un velo di cupezza nel tono generale del cantato. Punto di svolta importante per i quattro, “TRU” ha rappresentato una grande sfida al momento di dargli un seguito. Steve Hartlett, voce, compositore principale e chitarrista della band si è trovato così a ripescare idee da vecchie demo dai suoni meno densi ma dal potenziale melodico mai sperimentato prima.

Rispetto alle sonorità del disco precedente “buds” è più leggero e se vogliamo spensierato nel dispensare tracce fresche come l’iniziale “Baby Shea”, un breve assaggio di puro distillato pop noise. Gli Ovlov sono bravissimi nel lavorare canzoni dall’afflato melodico scaricandoci muri di chitarre distorte (come nel caso di “Eat More”).

Spostando il focus sugli intrecci chitarristici, i nostri sono davvero abili nel legare le melodie ad assoli stratificati ed intensi come avviene per “Land Of Steve-O” e “The Wishing Well”. “Strokes”, poi, è una scheggia che sa tanto di Built To Spill e Pavement, e funziona proprio per questo motivo, mentre “Cheer up, Chihiro!” invece è più di un brano derivativo e il suo gancio chitarristico è di prima classe, con in coda anche una tromba a scardinare qualsiasi preconcetto.

Prezioso per la ricerca di un sound più accattivante il contributo ai cori di Jordyn Blakely, Alex Gehring ed Erin McGrath che hanno reso più etereo il lavoro sulle voci di un Hartlett in modalità a tratti ingessata e quasi sciatta. Colpisce inoltre l’assenza in “buds” di riempitivi: tutto è ben calibrato per una durata di 25 minuti che non svantaggia la riuscita di un disco da ascoltare più volte per penetrare a fondo nella massa di riff e nell’universo di una band che sembra la colonna sonora di un film indie americano anni ’90.

Se probabilmente “TRU” offriva di più in termini di riferimenti musicali, risultando un’opera maggiormente completa, “buds” è un ottimo disco di transizione che ci lascia gustare degli ovlov che maneggiano la loro luce pop alla perfezione, illuminando un percorso destinato a continuare sotto i migliori auspici. Non saranno la band più originale della Terra, ma agli Ovlov va dato il merito di cercare di migliorarsi un passo alla volta, aggiungendo elementi nuovi in una combinazione audace.

Tracklist:

01. Baby Shea
02. Eat more
03. Land of Steve-o
04. The Wishing well
05. Strokes
06. Cheer Up, Chihiro!
07. Moron Pt.2
08. Feel the Pain

Comments are closed.

More in:NUOVE USCITE

0 %