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Spoon – Lucifer On The Sofa

A volte ritornare alle radici per un gruppo può rappresentare una sorta di passo falso, un desiderio di ripescare dal passato che si traduce in scelte scontate ed esperienze musicalmente discutibili; ma nel caso degli Spoon fortunatamente ciò non è avvenuto. Tornati con il loro decimo disco “Lucifer on the Sofa” all’essenzialità e all’urgenza espressiva che contraddistingueva lavori come “Transference” o “Ga ga ga ga ga”, la band lascia poco spazio all’elettronica e dà voce alle influenze che hanno da sempre strutturato il loro suono: Rolling Stones in primis. Stupisce che gli Spoon siano quasi sconosciuti in Italia, ma forse questo decimo disco, arrivato dopo la bella raccolta “Everything Hits At Once” (2019), potrebbe essere quello giusto per una definitiva scoperta della loro musica.

Mentre il precedente “Hot Thoughts” flirtava con l’elettronica, mancando però nel restituire i passaggi melodici tipici del gruppo texano, “Lucifer On The Sofa” ha proprio nelle melodie il cuore della composizione e Britt Daniel si dimostra un autore unico, capace di stupire grazie a una scrittura fresca ed immediata. Pezzi come “The Hardest Cut” ricordano il desert rock alla Queens Of The Stone Age, ma hanno il gancio pop riconoscibile degli Spoon. Il pezzo d’apertura “Held” è una bellissima cover degli Smog, nella quale alla cadenza del riff blues dell’originale si aggiunge la forza trascinante delle chitarre e della sezione ritmica.

Nella solare “The Devil & Mister Jones” i texani sembrano rilassarsi in una ballata funky che avrebbe potuto scrivere Ben Harper, ma che nelle loro mani diventa un pezzo energico che fa da preludio a “Wild”, uno dei brani più cantabili della raccolta e mix ideale tra la ricerca di “They Want My Soul” e una maggiore sensibilità melodica. “My Babe” gioca sui richiami stonesiani e si sviluppa perfettamente cominciando con la dolcezza del piano e delle chitarre acustiche per evolversi, anche nel cantato di Daniel, in una forma più dinamica e grintosa col crescendo finale, dove a farla da padrone sono le distorsioni delle chitarre elettriche.

La magia di brani come “Feels Alright” e “On The Radio” sta nella semplicità dello stile, nell’alternanza tra le parti ritmiche e la fluidità rock del timbro vocale. A conferma della ritrovata ispirazione i texani ci propongono poi la sognante “Astral Jacket” che sembra avere degli accenti dei The Verve nel ritornello. Con gli ultimi due pezzi in scaletta i texani alzano l’asticella ancora di più, “Satellite” e la title track riportano alla mente il rock anni Settanta senza risultare derivative.

Il pregio di quest’album è tutto nella maestria di un gruppo consapevole della propria qualità e che in ogni pezzo lo dimostra puntando al meglio e affidandosi a una produzione pulita e al contempo ricca di suggestioni e richiami al passato. “Lucifer On The Sofa” non ha riempitivi e non stanca mai, a differenza di vecchi dischi degli Spoon.

Tracklist

01. Held
02. The Hardest Cut
03. The Devil & Mister Jones
04. Wild
05. My Babe
06. Feels Alright
07. On The Radio
08. Astral Jacket
09. Satellite
10. Lucifer On The Sofa

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