I Subways non vengono certo da un periodo semplice. Otto anni passati dalla pubblicazione dell’ultimo album (un’eternità se pensiamo agli intervalli di tempo tra i lavori precedenti), la pausa forzata per la pandemia, l’abbandono del batterista Josh Morgan – un colpo non indifferente se si parla di un trio che in 20 anni non ha mai avuto cambi di formazione. Ma nonostante tutto questo siamo felicissimi di avere Billy Lunn e Charlotte Cooper di nuovo in pista: una volta reclutata Camille Phillips dietro le pelli e pubblicato a inizio anno il nuovo album “Uncertain Joys”, il trio inglese è di nuovo in tour per l’Europa: sabato sera è toccato al Legend Club di Milano ospitare i Subways, per una serata che si preannunciava esplosiva.

Lo show viene inaugurato dai forsennati ritmi pop-punk dei Fernandhell e dei Viboras, che intrattengono a dovere un locale che piano piano inizia a riempirsi, accogliendo sempre più persone che dall’area bar si spostano verso il palco, ballando e muovendosi a tempo di musica con i bicchieri colmi di birra. Effettivamente che i presenti siano carichi a dovere non è una sorpresa: il trio manca in Italia da cinque anni e l’energia che riesce ad emanare dal vivo – che sia il Rock am Ring o un club – è letteralmente irresistibile. Alle 22:15 in punto i tre salgono sul palco accolti da un boato e dopo i saluti di rito attaccano con “Oh Yeah” 80 minuti a ritmi infuocati: la scelta di partire con uno dei pezzi più conosciuti e apprezzati è vincente e il pubblico caldissimo canta fin da subito ogni parte del brano.

C’è anche spazio per diversi pezzi dell’ultimo lavoro, comunque apprezzati, cantanti e soprattutto ballati dai fan, ma i Subways vanno giustamente sul sicuro incentrando la scaletta su “Young For Eternity” e “All Or Nothing”, una fucina di singoloni e pezzi incendiari. Per quanto il mix tra punk rock, indie e brit rock non sia niente di nuovo o complicato, il trio inglese negli anni si costruito un sound riconoscibile e a suo modo unico, che a due decenni di distanza dal primo exploit continua ad avere lo stesso effetto. Chiamatela nostalgia o capacità di sopravvivere al passare del tempo, rimane il fatto che i fan sono cresciuti con loro e la prova è la piena partecipazione di un pubblico in gran parte over 30, che si scatena e canta senza sosta, diverse volte aizzato dallo stesso Lunn.

Mentre della nuova arrivata si vede praticamente solo la chioma che danza senza sosta dietro alla batteria, Cooper e Lunn ringraziano e scherzano continuamente con i presenti, oltre a muoversi come trottole da una parte all’altra del palco. Lo show non ha pause, ma ammettiamolo, chi ha bisogno di pause quando vengono sparati in fila pezzi “We Don’t Need Money To Have A Good Time”, “Taking All The Blame” e “Kalifornia”, o “I Want to Hear What You Have Got to Say”, “Influencer Killed the Rock Star” e “At 1 AM”? E se si abbassano leggermente i bpm è solo per scaricare sulla folla riff con la stessa portata di macigni, come nel caso della devastante “Girls & Boys”.

Lo show non ha pause o flessioni neanche quando il cantante rimane quasi senza voce – tanto da fare fatica a parlare tra un pezzo e l’altro –, ma diciamoci la verità: non siamo certo qui per sentire virtuosismi vocali. Quello che conta è l’energia che i tre riescono a sprigionare sul palco e quella, piena voce o no, è sempre assicurata. La leggendaria “Rock & Roll Queen” – con tanto di consueto stage diving – scatena il panico e fa letteralmente miracoli: Billy riacquisisce quasi piene capacità vocali e i tre ci salutano con la dolce “With You” (precedentemente saltata). A questo punto, dopo un concerto del genere rimane solo una cosa difficile da fare: tornare a casa senza beccarsi una denuncia per disturbo della quiete pubblica.

Setlist

Oh Yeah
Black Wax
We Don’t Need Money to Have a Good Time
Taking All the Blame
Kalifornia
Alright
You Kill My Cool
Turnaround
I Want to Hear What You Have Got to Say
Influencer Killed the Rock Star
At 1 AM
Kiss Kiss Bang Bang
Mary
Futures
Girls & Boys
Rock & Roll Queen
With You

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