Swallow The Sun (Juha Raivio)
"New Moon", quarto full length targato Swallow The Sun, ha portato i malinconici musicisti finlandesi verso nuovi orizzonti compositivi. Alle nebbiose sonorità doom/death degli esordi, infatti, sono andate via via mescolandosi influenze prog e gothic sempre più marcate, portando il sound della band verso un trionfo di melodie decadenti e crepuscolari. Con un disponibilissimo Juha Raivio, chitarrista del sestetto di Jyväskylä, abbiamo fatto il punto della situazione. Ecco a voi una delle migliori realtà del panorama doom degli ultimi anni: buona lettura!
Articolo a cura di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 17/11/09

Gli Swallow The Sun hanno recentemente subito il primo importante cambio di line-up della loro storia: perché il vostro ex batterista Pasi Pasanen ha lasciato la band? È stato difficile trovare un buon sostituto?


L’allontanamento di Pasi è stata una decisione presa in comune ed ha riflesso sia una sua volontà personale che quella degli altri membri della band. Entrambe le parti hanno capito che continuare a lavorare insieme non avrebbe più avuto alcun senso. Kai Hahto, il nostro attuale batterista, è stata la prima ed unica scelta plausibile nel momento in cui abbiamo cominciato a pensare ad un eventuale sostituto. La prima volta che abbiamo suonato con Kai è stato durante il tour nordamericano del 2007, occasione che ci ha permesso di comprendere le sue qualità, sia da un punto di vista artistico che personale, quindi la sua entrata nella band è avvenuta in maniera molto spontanea.


Parliamo un po’ del nuovo album. Quando avete iniziato a lavorarci e quale direzione avete voluto prendere con questo nuovo lavoro?


Ho cominciato a scrivere alcune parti musicali ed i testi di quest’album attorno alla fine del 2008 ed all’inizio del 2009. La direzione che il disco avrebbe dovuto prendere è apparsa chiara sin da quando abbiamo cominciato a comporlo. Dopo “Plague Of Butterflies” (EP pubblicato nel 2008, ndm) abbiamo capito che gli Swallow The Sun avrebbero potuto spingersi verso territori più progressivi, quindi è stata proprio questa la strada che abbiamo cercato di percorrere.


Avete registrato “New Moon” presso i Fascination Street Studios (Svezia) sotto la supervisione di Jens Bogren. Per quale motivo avete prediletto proprio questi studi e questo produttore?


Abbiamo apprezzato il lavoro svolto da Jens per gli ultimi album degli Opeth e dei Katatonia e per questo lo abbiamo voluto su “New Moon”. Non abbiamo mai avuto un produttore su uno dei nostri album, ma stavolta abbiamo deciso di tastare il terreno per vedere quali novità avrebbe potuto apportare al nostro sound un cambiamento di questo tipo. Jens è stata la scelta più naturale, essendo un produttore che capisce perfettamente il nostro genere di musica. I suoni che Jens ha riprodotto negli album ai quali ha lavorato ci hanno spinto ulteriormente verso questa collaborazione: volevamo il suo tocco caldo, naturale ed allo stesso tempo forte e compatto sul nostro disco.


“New Moon” è un titolo affascinante, romantico. Perché lo avete scelto?


Nelle mie orecchie “New Moon” suona come un titolo veramente 80’s, un ottimo mix tra Type O Negative e Duran Duran, entrambe grandissime band! Il titolo si riferisce all’inizio della fine, allo spingersi verso tempi più scuri.


Di cosa parlano le liriche dei vostri nuovi brani? Sembra proprio che la vostra musica sia nutrita da un profondo senso di malinconia, oscurità, smarrimento e dolore, elementi che ben si adattano alla tradizione doom, sebbene sembra esserci sempre spazio per qualche spiraglio di luce. Questo aspetto della vostra musica trova forse un riflesso nelle vostre vite personali?


“Hope” era incentrato sull’aggrapparsi all’ultimo spiraglio di speranza, “Plague Of Butterflies” sulla più totale solitudine ed isolazione. “New Moon” conclude questo capitolo dedicato alla speranza, abbandonandola completamente. I testi parlando dunque dell’abbandono della speranza.


swallowthesun_intervista_2009_02

Concordi con me nel dire che questo è l’album più melodico che gli Swallow The Sun abbiano mai composto? Ho notato che Mikko ha cominciato a concentrasi  in particolar modo sulle clean vocals e devo ammettere che il risultato mi ha lasciato a bocca aperta!


Sì, queste canzoni sono sicuramente le più melodiche che abbiamo mai composto. Mikko è diventato un bravissimo cantante negli ultimi anni, è naturale quindi che abbia cominciato a concentrarsi maggiormente sulla sua voce pulita. È importante per noi avere un vocalist che possa passare da un cantato growl, che possa coprire passaggi death e black metal, alle clean vocals. Questa caratteristica espande enormemente le nostre possibilità espressive.


La canzone intitolata “Light On The Lake” è forse il capitolo conclusivo di una trilogia intitolata “Horror”? Di cosa parla questo brano e qual è il ruolo della voce femminile?


Potrebbero esserci altri capitoli in futuro, ma dobbiamo ancora riflettere su questa possibilità. “Light On The Lake” narra di un uomo che ha affogato la propria figlia in un lago, dopo aver visto la moglie morire per darle la vita. La voce femminile è la voce della bambina che, dal lago, invoca il padre. L’uomo tenta disperatamente di ritrovare la figlia tra le acque chiedendo perdono. È una storia piuttosto morbosa.


L’artwork del vostro nuovo album è veramente bello, vi faccio i miei complimenti! Chi lo ha realizzato e qual è il suo significato?


La copertina è stata realizzata da Rami Mursula, un artista finlandese. Anche se non ha mai realizzato nulla in ambito metal, abbiamo sempre apprezzato il suo stile. Gli abbiamo proposto di realizzare un artwork che potesse avere le sembianze di un vecchio libro, pieno di disegni intarsiati al suo interno, ovviamente incentrati sui nostri testi. L’immagine dei serpenti che escono dalle nuvole ed attaccano la luna nuova è stata una mia idea e credo che si adatti bene al nostro nome. La cover fornisce un approccio diretto al “male” rappresentato nel disco, questa è la ragione che sta dietro alle figure dei serpenti.


“New Moon” è il vostro quarto album. Se dovessi volgere gli occhi al passato, cambieresti qualcosa o ripeteresti tutto ciò che avete fatto allo stesso modo?


Sono pienamente soddisfatto di tutti i nostri album. Magari alcuni di essi potranno suonare in un modo un po’ strano, ma è un aspetto che passa in secondo piano, dato che l’atmosfera è sempre stata quella giusta. “Ghost Of Loss” e “Plague Of Butterflies” sono i dischi che preferisco. Entrambi hanno un suono basso e lento, ma non m’importa affatto.


Il vostro ultimo EP, “Plague Of Butterflies”, ad una sola settimana dalla sua uscita, è arrivato dritto alla posizione numero 1 delle classifiche di vendita finlandesi. Avresti mai pensato di raggiungere un simile successo nella vostra terra d’origine?


Non avrei mai pensato di poter ottenere un simile successo suonando questo genere di musica. Credo che con “Plague Of Butterflies” abbiamo probabilmente raggiunto il ‘non plus ultra’; sarebbe effettivamente impossibile diventare ancora più famosi di quanto già siamo continuando a proporre lo stesso genere. Sembra che tutti vogliano ascoltare canzoni veloci, che parlano di draghi e vichinghi, quindi è gratificante sapere che, nel bel mezzo di questo marasma, la gente ha saputo prestare attenzione anche a noi. Forse le persone si stanno accorgendo che la musica non è fatta soltanto di chitarre e batterie impazzite, e per questo stanno andando alla ricerca di sensazioni più intime e profonde.


In passato avete realizzato diversi video. Farete lo stesso per il nuovo disco?


swallowthesun_intervista_2009_03Spero proprio che troveremo il tempo per girare un nuovo video, ma al momento non ne sono sicuro. Forse faremo qualcosa attorno agli inizi del 2010, quando torneremo dal nostro tour europeo.


Ghost Brigade, Insomnium, Daylight Dies: credi che queste band stiano spianando la strada ad un nuovo modo di concepire i canoni del gothic/doom metal?


Beh, gli Insomnium e i Daylight Dies sono band navigate ormai. Questi ultimi, in particolare, credo siano i più affini al nostro percorso musicale. Gli Insomnium sono più orientati al death metal di scuola svedese unite a melodie tipicamente finniche, mentre i Ghost Brigade hanno un approccio che ricorda tanto gli Isis e i Neurosis. Credo che tutti noi stiamo portando delle novità all’interno del nostro genere di riferimento.


Una curiosità: hai ascoltato il nuovo album dei Katatonia? Cosa ne pensi?


Lo adoro! “The Great Cold Distance” è il miglior album che abbiano mai realizzato, ma anche “Night Is The New Day” è un buonissimo disco. Le melodie e le atmosfere sono qualcosa di pazzesco; la nostra attesa è stata ben ripagata!


Bene, siamo arrivati all’ultima domanda: quali sono i vostri piani futuri? Colgo l’occasione per invitarti a lasciare qualche parola per i vostri fan italiani. Grazie!


Spero che grazie a questo album potremo andare in tour per i prossimi due anni e di poter partecipare a qualche festival estivo. Dopodiché cominceremo a lavorare ad un nuovo disco, ma adesso è ancora troppo presto per parlarne. Ci vediamo presto a Roma e a Milano!!!




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