Eldritch (Eugene Simone)
SpazioRock torna a puntare i riflettori su uno dei gruppi più longevi della storia dell’heavy metal italiano, ma anche uno di quelli che, a fronte di una semina abbondante, non ha raccolto a sufficienza. Ne abbiamo discusso con il disponibile Eugene Simone, chitarrista della band. Buona lettura!
Articolo a cura di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 08/07/12
Ciao Eugene, sono passati più di vent'anni dalla nascita degli Eldritch, ventuno per la precisione. Ti va di tracciare una sorta di bilancio di questi anni di attività?

Se dovessi suddividere le fasi della nostra carriera, direi che sono quattro... La prima fase è quella che parte dal disco d'esordio fino ad arrivare ad El Nino. Quello fu il periodo in cui ci facemmo conoscere in tutto il mondo, quello in cui per la prima volta incontrammo realtà fino a quel momento sconosciute per una band italiana, ovvero suonare di fronte a palchi importanti stranieri. La seconda fase coincisa con un parziale cambiamento di lineup, è quella dell'album Reverse, disco controverso (ma rivalutato qualche anno dopo) che all'epoca ci allontanò dai vecchi fans. La terza fase ci ha permesso di riaffacciarci all'estero con buona considerazione ed è stata quella dei tre album senza tastiere ("Portrait Of The Abyss Within", "Neighbourhell" e "Blackenday"). Dopo il doppio live DVD "Livequake", altro importante avvicendamento di lineup e la volontà di riproporre quanto di buono avevamo fatto agli esordi, reinserendo le tastiere, aggiungendo però la maturità raggiunta dopo tutti questi anni di esperienza...da li si è aperta la quarta fase che è quella di "Gaia's Legacy". Nonostante i vari sconvolgimenti, la band è riuscita sempre a mantenersi ad un certo livello, a partecipare a grossi festival internazionali e a tour di supporto a band importanti.

Siete soddisfatti dei risultati raggiunto oppure pensate che avreste potuto ottenere di più?

Considerando il genere difficile che proponiamo e il fatto che fino ai nostri esordi l'Italia era considerata una sorta di terzo mondo per il metal, direi che possiamo ritenerci soddisfatti. Non siamo sicuramente una band che punta al successo commerciale, non lo siamo mai stati. Nonostante questo abbiamo raggiunto risultati di vendita piuttosto buoni. E soprattutto ottimi responsi a livello di critica dove un po' tutti ci riconoscono il grande merito di aver aperto le frontiere ad altre band italiane e di essere molto personali... dote rara di questi tempi.

Io considero gli Eldritch una buona band ma estremamente sottovalutata e nel panorama italiano e nel panorama europeo. Secondo te perchè la band ancora oggi non ha, nonostante l'alto livello qualitativo della propria discografica, una grande popolarità?

Riprendo il discorso appena fatto. Principalmente la causa secondo me è il genere ibrido che suoniamo. A questo aggiungi una scarsissima propensione ad accettare compromessi come quelli che ci vennero proposti all'inizio. Roba tipo... fate bella musica me se aggiungete più doppia cassa, qualche acuto e degli intermezzi di musica classica, le vostre vendite aumenterebbero sensibilmente... purtroppo chi si aspettava questo da noi, ha dovuto ripiegare su altre band... Mi dispiace ma per noi è sempre stato importante, più di tutto il resto, essere noi soddisfatti della nostra musica prima ancora che gli altri. Di certo riconosco che alcune scelte a dir poco inpopolari oggi non le rifaremmo più. Ma a quei tempi ci girava così e comunque siamo stati in linea con la nostra esigenza artistica del momento. Non so se siamo sottovalutati, di sicuro però se vai all'estero e chiedi quali siano le metal band italiane più conosciute, ti relencano tre o quattro nomi al massimo tra cui il nostro...

Parliamo dell'ultimo disco, "Gaia's Legacy": quali caratteristiche lo rendono, secondo te, migliore dei dischi pubblicati in passato?

Sicuramente il silenzio trascorso dal precedente "Blackenday" (anche se di silenzio vero e proprio non si può parlare visto che nel frattempo è uscito "Livequake") ci ha permesso di lavorare con più calma sulle nuove idee e di far nascere nuovi stimoli. Oltre alla maturità raggiunta dopo tutti questi anni, è stato molto importante l'inserimento di Rudj e Gabriele che hanno dato un apporto tecnico, umano e professionale non indifferente, Non dico che "Gaia's Legacy" sia migliore in assoluto dei precedenti, sicuramente però lo ritengo tra i due/tre migliori. Sul piano della produzione non c'è neanche paragone con i predecessori recenti.

eldritch_intervista_2012_02

A me il disco è piaciuto, ma non quanto "Neighbourhell" (il mio preferito) e "Blackenday": stesso stile, ma forse melodie un po' meno accessibili, un po' più difficile da metabolizzare... forse il tempo darà ragione a quest'ultima prova, che ne pensi?

"Gaia's Legacy" è più difficile da assimilare rispetto ad un decisamente più diretto "Neighbourhell"... o ad un "Blackenday". Ritmicamente si tratta di un album molto elaborato. Forse quasi quanto lo era il primo "Seeds Of Rage". Le tastiere danno particolarità e aggiungono melodia ma non per questo rendono l'album più accessibile. Stesso discorso per gli intrecci ritmici di chitarra. L'impatto potente però e soprattutto le linee melodiche della voce e anche degli arrangiamenti solistici, riescono a mio avviso a rendere "Gaia's Legacy" un album di impatto nonostante tutto. Poi ovvio che ognuno ha le sue preferenze.

I testi sono sempre stati fiore all'occhiello degli Eldritch: cosa avete deciso di trattare col nuovo disco?

Il tema affrontato in questo album è unicamente quello del riscaldamento globale. Tutti i testi, sebbene con sfumature diverse, trattano questo argomento ponendo l'attenzione verso un problema quanto mai attuale che molti di noi (la maggior parte forse) tendono erroneamente a trascurare. Noi ne parliamo cercando unicamente di attirare l'attenzione verso questo problema, senza però fare nessun tipo di propaganda.

Il metal italiano e la musica in generale stanno vivendo un momento di forte recessione economica: che parere hai a riguardo? Come può migliorare questa situazione?

Le cause sono molteplici. Si, il file sharing ha dato una bella mazzata all'industria discografica e come sempre accade, chi ne sta subendo le maggiori conseguenze sono le band minori. Le scarse vendite hanno dato vita a una continua ricerca da parte delle etichette, verso band clone di quelle che hanno avuto successo fino a poco tempo prima pensando così di sfruttarne la scia positiva. Ovvio che questo sta finendo per distruggere chi si fa il culo per creare qualcosa di un po' più personale. Esistono etichette che per fortuna guardano anche all'aspetto artistico. Si tratta però di label molto piccole che non possono permettersi grossi investimenti e che non hanno nessun potere. La mia speranza è che si tratti di un periodo negativo, come già ce ne sono stati in passato. Purtroppo però questo momento sta durando troppo e non trattandosi soltanto di un problema legato alla musica, non vedo un futuro molto roseo... spero di sbagliarmi.

Come si sta muovendo il gruppo per supportare l'ultimo disco dal vivo? Ho visto sul vostro sito ufficiale che non avete moltissime date programmate: dobbiamo attenderci qualche sorpresa per il futuro?

Più che fare tour e suonare tanto dal vivo, abbiamo lavorato sul fronte che attualmente sembra molto più seguito rispetto ai live, ovvero internet. Nel senso che abbiamo realizzato due videoclip che stiamo facendo girare un bel po'. Il primo è "Everything's Burning", realizzato poco prima dell'uscita dell'album. Il secondo è "Deviation", opener di "Gaia's Legacy". Noi preferiamo sempre suonare dal vivo ma visto il momento abbiamo preferito seguire questa strada (almeno per ora) e devo dire che le visualizzazioni, soprattutto per il primo video sono state tantissime. Il fatto è che la gente negli ultimi tempi sembra preferire starsene seduta davanti ad un pc, piuttosto che muoversi per andare a vedere una band dal vivo, quindi abbiamo pensato che questa dei videoclip poteva essere una buona alternativa ai live, visto che comunque suonare in situazioni accettabili non è così semplice. In ogni caso suoneremo prossimamente ed è prevista una sorpresa per il prossimo anno...

Grazie infinite Eugene per il tuo tempo: ti lascio lo spazio per salutare e per lasciare un messaggio ai tanti lettori di SpazioRock. Buona continuazione con la vostra attività e arrivederci al prossimo disco!

Un saluto a tutti i lettori di SpazioRock! Con la speranza di vedervi in occasione di una delle nostre prossime uscite!


Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool