Trivium (Matt Heafy, Corey Beaulieu)
Poche settimane prima della pubblicazione di "Vengeance Falls" abbiamo incontrato Matt Heafy e Corey Beaulieu dei Trivium, per parlare del nuovo album della band di Orlando. Buona lettura!
Articolo a cura di Alberto Battaglia - Pubblicata in data: 15/10/13

Ciao ragazzi, innanzitutto siamo orgogliosi d'avervi qui a SpazioRock. Per cominciare vorreste spiegarci cosa cambia con il nuovo album?


Matt: Il concetto di “Vengeance Falls” non aveva nulla di specifico che fosse al di fuori di questo: suonare il miglior genere di musica per noi possibile come organico. Guardando indietro abbiamo deciso di riassumere ciò che abbiamo fatto negli anni in un solo album.

 

Corey: Inoltre abbiamo preso quegli elementi e abbiamo cercato di ingrandirli e di renderli più accattivanti.


Questo mi permette di chiedervi proprio se in questa fase state cercando di rendervi più accessibili a nuovi ascoltatori...


Matt: Suoniamo solo ciò che ci piacerebbe anche ascoltare.

 

Corey: Sì e cerchiamo di sentire qualcosa mentre suoniamo un pezzo. Se ciò avviene in un pezzo più heavy, o più melodico non conta per noi. Se non abbiamo quella sensazione lasciamo perdere. La miglior musica che possiamo suonare è la più onesta, è così sin dagli esordi. Sai, la gente ha gusti anche molto diversi, non potresti accontentare tutti comunque: cerchiamo di soddisfare innanzitutto noi stessi. E quando siamo noi per primi a sentire un'emozione questa si trasmette sui fan.


Siete soddisfatti dell'accoglienza del singolo “Strife” presso i fan?


Corey: Sì, è già da un po' su Youtube e nelle occasioni in cui l'abbiamo suonata dal vivo abbiamo notato che il pubblico già la conosceva molto bene. Penso Proprio che sia una canzone anthemica alla Trivium.


Com'è stato lavorare con Draiman (Disturbed) in qualità di produttore?


Corey: E' stato grande! L'abbiamo conosciuto alcuni anni fa... poi ha apprezzato molto “In Waves” . Non appena cominciammo a lavorare assieme in studio fu chiaro che avevamo fatto la scelta giusta. E' nata subito una bella alchimia creativa, un flusso d'idee costante che rimbalzava fra noi reciprocamente. I cambiamenti che poi differenziano il demo dall'album vero e proprio sono piccoli o a volte grandi dettagli che rappresentano il suo contributo. In produzione puoi fare grandi cambiamenti anche in cinque minuti! E' riuscito a spingerci oltre i nostri limiti, a tirarci un po' fuori dalla nostra zona di comfort.

 

trivium_intervista_2013_00

 

A giudicare da quello che finora è stato pubblicato penso proprio che abbia fatto un buon lavoro, con suoni potenti, ma allo stesso tempo definiti. Ora, se vi dicessi che nel genere che suonate è quasi impossibile creare qualcosa di nuovo sareste d'accordo con me?


Corey: Beh direi che se prendiamo “In Waves” o anche “Vengeance Falls” penso sia difficile non riconoscere le caratteristiche del nostro sound. Se hai i pezzi giusti e i mezzi giusti penso che tu possa creare qualcosa che emerga, che suoni diverso. Certo ci sono molte band che, invece, suonano cose copiate o difficilmente distinguibili. Ma se hai talento e se metti tempo e sforzi nel battere il tuo personale percorso si può dire qualcosa di nuovo.


Cambiamo discorso adesso, parliamo un po' di Spotify. Molti artisti si sono detti scettici sul proposito di battere la pirateria in questo modo. Siete anche voi critici?


Matt: Penso che Spotify sia sorprendente. La gente anziché piratare la musica può tranquillamente ascoltarla da lì. Per noi non è mai stato facile vendere molti dischi perché nella generazione in cui siamo emersi la gente già scaricava la musica. Devo dire che però i problemi di vendite di dischi colpisce ancora di più il metal, perché se vedi i grandi gruppi pop continuano a vendere milioni di dischi nell'arco della prima settimana dall'uscita. E' triste perché questo fa male al metal, che è prima di tutto uno stile di vita. Spotify per me è uno strumento utile a scoprire nuova musica. La prima volta avrò speso quattro ore alla ricerca di nuove band: è come stare in un negozio di dischi a libera consultazione. La tecnologia deve essere accolta, non combattuta; l'importante per una band è crescere assieme alla tecnologia.


Corey: Anch'io penso che Spotify non vada combattuto: quando si scarica qualcosa illegalmente, nulla torna indietro a nessuno. In Spotify ci sono delle royalties, minori a quelle delle vendite, ma pur sempre qualcosa e inoltre viene registrato il tuo apprezzamento.


Per concludere vorrei farvi una domanda sul “best of” della Roadrunner, boxset che comprende la crema dell'etichetta dagli albori ad oggi. Cosa significa per voi farne parte?


Corey: Roadrunner è sempre stata molto attenta a promuovere band rivelatesi poi molto influenti, che hanno dato l'avvio a nuove ondate musicali... Fear Factory, Biohazard, Mercyful Faith, Sepultura, Slipknot, Killswitch Engage... ogni volta ha saputo trovare i gruppo che spingessero il metal nella prossima frontiera. Ed è grande esserne parte! Non solo perché è storia Roadrunner, ma perché e storia del metal in generale.




Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool