Seether (Dale Stewart)
Pochi giorni dopo l'uscita del sesto album in studio "Isolate And Medicate", il bassista dei Seether, Dale Stewart, ci svela i segreti e gli obiettivi di una delle più longeve band della generazione post-grunge.
Articolo a cura di Riccardo Coppola - Pubblicata in data: 19/07/14

Siete in attività dal 1999, dunque festeggiate di questi tempi i 15 anni sulle scene. Cosa ne pensi di questo traguardo? C'è qualche episodio che ti piace ricordare?

 

E' difficile scegliere una cosa specifica, ma sì, dal 1999 è stato un viaggio veramente folle e imprevedibile. Se mi avessi detto, nel 1999, che dopo quindici anni staremmo ancora facendo questo, che staremmo vivendo sul palco e tutto ciò che ne consegue, probabilmente non ti avremmo creduto. Siamo veramente orgogliosi di essere dove siamo, oggi.


Siete tra i pochi superstiti della corrente post-grunge che tanto successo ha avuto nei primi anni 2000. Quali pensi che siano state le caratteristiche che vi hanno permesso di affermarvi e di avere ancora oggi un seguito molto grande?

 

E' una buona domanda. Molte band negli ultimi hanno non ce l'hanno fatta, è vero. Noi siamo sempre stati una band che ha cercato di non stravolgere il proprio sound seguendo i vari trend che si sono avvicendati nel corso degli anni... come la moda del pop-punk, del rap-rock, cose di questo genere. Mentre molte band hanno seguito tutte queste tendenze del momento, noi abbiamo sempre cercato di suonare come i Seether, di suonare la musica che ci piace, che piace ai nostri ascoltatori. Credo che i nostri fan abbia rispettato e apprezzato questa nostra decisione, e che questo sia uno dei motivi principali per cui i nostri fan ci siano rimasti così fedeli, così come noi siamo rimasti fedeli alla musica che abbiamo sempre scritto e suonato.


Avete recentemente ampliato la vostra line-up con un secondo chitarrista, Bryan Wickman. Puoi dirmi qualcosa riguardo la sua integrazione nella band? Avete avuto bisogno di tempo per fare funzionare le cose o il feeling è stato immediato?

 

Bryan è un nostro amico da tanto tempo, è già stato un nostro compagno di stanza per qualche anno. E ovviamente per molti anni è stato molto vicino alla band, è stato il nostro tecnico del suono per le chitarre, è stato anche coinvolto nella realizzazione dell'artwork del nostro ultimo album: è stato lui a disegnarlo. Quando abbiamo deciso che avevamo bisogno di un altro uomo on stage, è stata la scelta più naturale che potessimo fare, e si è calato subito benissimo nella parte, fin dalle prime volte che abbiamo suonato in sala prove.

 

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"Isolate And Medicate" arriva qualche mese dopo il vostro primo greatest hits. Vedete questo nuovo album come un punto di partenza o come l'ideale prosecuzione di tutto quello che avete fatto nel passato?

 

Credo che possa essere visto come un nuovo inizio per svariati motivi, per esempio per il fatto che siamo su una nuova etichetta discografica (The Bicycle Music Company, ndr)... con quella precedente non abbiamo avuto un rapporto idilliaco, specialmente negli ultimi tempi; ma al tempo stesso c'è una sorta di continuità con il passato, per esempio per il fatto che è stato prodotto come il precedente album da Brendan O'Brien, con cui abbiamo una sintonia davvero buona. E' un disco che spero possa in qualche modo rivitalizzarci dopo tutti questi anni di attesa, e che dimostri che il Greatest Hits che abbiamo pubblicato lo scorso anno non è la solita raccolta che le band tirano fuori quando sono a fine carriera e non hanno più nulla da dire.


Le copertine dei vostri album diventano sempre più sinistre. Potresti dirmi come nasce il coniglio-radice e l'ombra a forma di pistola del nuovo artwork?

 

Sai, siamo avidi consumatori di musica ma anche di arte, in senso lato... le opere d'arte che preferisco sono quelle che, in qualche modo, ti fanno pensare. La bellezza del nuovo artwork, secondo me, è che è aperto a qualsiasi interpretazione, puoi trarne davvero ciò che vuoi. Tra l'altro l'artwork non è stato realizzato in digitale, Bryan ha realizzato un vero dipinto, è davvero un bravissimo artista. Non credo di poter esattamente esprimere cosa rappresenta per me, e penso al tempo stesso che cercare di spiegarlo lo renderebbe meno speciale: spero che faccia effetto in chi lo guarda, e che venga apprezzato come merita.


Sembra che abbiate sperimentato qualcosa di nuovo in "Isolate And Medicate", per esempio in "Same Damn Life" o "Suffer It All". Potresti dirmi qualcosa sugli elementi che avete voluto aggiungere nella vostra musica?

 

Generalmente non cerchiamo di scrivere canzoni prefissandoci di farle suonare in qualche modo specifico, ma ci poniamo soltanto l'obiettivo di farcele piacere, e di farle piacere alla gente. Credo che la nostra musica evolva, naturalmente, col passare degli anni. Noi cambiamo come persone, la band va cambiando negli anni, e così cambia la nostra musica: i suoi cambiamenti non sono per noi una cosa conscia, di cui siamo già consapevoli prima di avere ultimato i nostri pezzi. Certo, cerchiamo sempre di aggiungere qualche elemento che differenzi un album dall'altro: si può dire che ogni nostro disco riparta da dove si è fermato quello precedente. "Suffer It All", per esempio, è una canzone molto dura, forse una delle più pesanti che abbiamo scritto, ma ha un ritornello molto melodico: abbiamo sempre cercato di fondere le due cose, e credo che in questo nuovo album questa unione tra i due stili ci sia riuscita abbastanza bene.

 

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I vostri testi spesso hanno gravitato attorno a temi personali, a situazioni difficili. Puoi dirmi quali sono i temi principali di "Isolate And Medicate"?

 

Quest'album parla principalmente di relazioni, di brutte relazioni, di relazioni terminate. Credo che, un po' come per quanto riguardo l'artwork, per quanto personali i nostri testi siano fatti in modo che chi li ascolti possa immedesimarsi, possa essere vicino al punto di vista di Shawn. Credo che, proprio come chi guarda un dipinto può trarne una propria personale interpretazione, chiunque possa relazionarsi con il testo di una canzone in modo diverso a seconda del suo vissuto, del suo stato d'animo.


Avete suonato e registrato una serie di cover nella vostra carriera, dai Nirvana ai Pearl Jam, per arrivare anche agli Wham. C'è qualche altro brano che vorreste reinterpretare?

 

Ne abbiamo fatte un po', l'ultima che abbiamo registrato è stata "Seether" dei Veruca Salt, che faceva parte del nostro Greatest Hits uscito lo scorso anno. In realtà avevamo pensato di non dedicarci più alle cover almeno per quanto riguardava le registrazioni in studio, ma quando abbiamo deciso di non inserire "Words As Weapons" nella tracklist dell'album abbiamo pensato che fosse l'occasione di cui avevamo bisogno per realizzare qualcosa che avevamo in testa da un po' di tempo: è una canzone divertente, ed è il brano da cui abbiamo preso il nostro nome. Abbiamo suonato una cover dei Deftones, "Change"... spesso le cover ti permettono di esprimere il tuo rispetto nei confronti di band che apprezzi, e al tempo stesso ti diverti a realizzarle: per esempio la cover degli Wham, "Careless Whisper", per quanto poi sia diventata un grande successo e le radio abbiano cominciato a trasmetterla a ripetizione, da parte nostra è nata quasi per scherzo! In ogni caso, credo che non registreremo più delle cover in futuro.

 

 

Questa era l'ultima Dale, vorresti lasciare un messaggio per i nostri lettori e per i vostri fan?

 

Grazie per averci supportati in tutti questi anni, spero che il nostro nuovo album possa piacervi e soddisfare le vostre aspettative. Spero di riavere presto l'occasione di vedervi!




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