Antimatter (Mick Moss)
Ogni uomo è esposto ad una certa probabilità di ritrovarsi seduto ad un "Judas Table" e, a seconda del tipo di uomo, le reazioni a questa situazione possono essere diverse. Mick Moss ci conduce tra le sfumature e gli elementi che creano il nuovo lavoro degli Antimatter.
Articolo a cura di Cristina Cannata - Pubblicata in data: 16/11/15

Ciao Mick! Benvenuto sulle pagine di SpazioRock! Come va?

 

Ciao Cristina! Tutto bene, grazie!

 

E' passato circa un mese dall'uscita di "The Judas Table" e l'album ha ottenuto delle recensioni e dei commenti molto positivi. Sei soddisfatto di come sta andando?

 

Assolutamente sì, direi che sono davvero soddisfatto. La reazione del pubblico è molto positiva e ho avuto modo di rendermene conto soprattutto nei diversi show che abbiamo fatto in molte città europee.

 

Hai scelto volontariamente di cambiare il tuo sound rispetto all'ultimo album "Fear Of A Unique Identity"? Mi sembra che gli elementi elettronici siano stati sostituiti in qualche modo da sonorità più rock, più da live.

 

La forma che alla fine prenderà una canzone è soltanto parzialmente una mia decisione. Durante il processo di composizione, mentre ci lavoro, so qual è la direzione che il brano sta seguendo, come sta crescendo. In The Judas Table ci sono canzoni come Hole, Comrades, Little Piggy, Black Eyed Man o ancora Goodbye per le quali, mentre scrivevo e ci lavoravo, sapevo già che la versione finale sarebbe stata basata su un sound più acustico, perché era il sound che naturalmente queste canzoni ispiravano. Per lo più sono le canzoni ad indicarmi la direzione, non è esattamente e completamente una mia scelta. Nell'album ci sono anche canzoni come Killer, Can Of Worms, Stillborn Empires che ho scritto con chitarre acustiche e che mentre scrivevo mi aspettavo che sarebbero diventate canzoni rock. E lo stesso è stato per quanto riguarda Fear Of Unique Identity. Ci sono stati 5 anni di distanza tra questo album e il precedente Leaving Eden: avevo tantissima energia, tantissima energia artistica da far uscir fuori che si è riversata nel processo creativo e perciò mi aspettavo che le canzoni in Fear Of A Unique Identity sarebbero state frenetiche, canzoni progressive. Le canzoni si creano da sole, ti indicano la strada da seguire. Naturalmente ci sono poi tantissimi altri elementi da prendere in considerazione quando fai un album. Non dimentichiamoci i momenti in cui dici "Ok, posso provare con questo o con quest'altro".

 

Possiamo considerare The Judas Table come un passo avanti verso una versione più "luminosa" degli Antimatter?

 

Non sono sicuro di poter condividere l'idea che The Judas Table possa essere un album particolarmente "luminoso", anzi lo reputo abbastanza "dark". E' interessante questa domanda perché non sei la prima che me lo fa notare: molte persone l'hanno scritto e l'hanno detto. Ovviamente loro vedono cose che io non riesco a vedere, forse perchè sono troppo vicino al lavoro. E' difficile da dire.

 

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E' abbastanza chiaro già dal titolo dell'album che la tua volontà è quella di parlare di tradimento. Che ci dici riguardo al concept dell'album? Come le singole canzoni si intrecciano al tema? C'è qualcosa che ha a che fare con la tua esperienza personale o si tratta di invenzione?

 

Quando scrivo su un qualsiasi soggetto particolare cerco di cogliere tutte le diverse sfaccettature che posso.  Guardo una cosa, la guardo da un'angolazione, poi dall'altra, alla rovescia, dal punto di vista di qualcun'altro. Cerco di aggredire il soggetto da ogni possibile lato. Di conseguenza quindi tratto con molta cura tutte le diverse canzoni, che sono per me come tanti frutti diversi attaccati allo stesso albero. Nel caso di The Judas Table la cosa che unisce e accomuna tutti i brani è il concetto di tradimento, e un'analisi profonda sulla psicologia umana che mostra quanto un uomo possa, con freddezza, piantare un coltello alle spalle di un altro uomo. E' una cosa che io ho sperimentato in prima persona e penso che molte persone, come me, sono state tradite da qualcuno vicino a loro. Il dolore che ti resta è difficile da mandare via e ti accompagna per tutta la vita. Ho provato quindi a guardare a quel processo profondo che ti porta ad esaminare quali sono i principali fattori che spingono le persone a fare questo e ancora dopo tanto tempo arrivo sempre alla stessa conclusione: le persone sono semplicemente egoiste.  Quindi sì, ovviamente c'è dell'esperienza in questo album. In ogni linea, in ogni canzone c'è qualcosa di vero o qualcosa che fa riferimento a delle persone del mio passato. Posso dire con estrema consapevolezza che il 90% del mio lavoro si basa su ciò che ho vissuto. La finzione è una percentuale minima.

 

Com'è stato invece il processo di registrazione? Hai fatto tutto da solo o hai collaborato con qualcuno?

 

Ogni canzone è stata creata nel mio studio, a casa, nella forma di demo completa. Ho invitato alcuni musicisti che hanno lavorato insieme a me. Credo che quest'album vanti la collaborazione del maggior numero di musicisti con cui ho lavorato nel passato. Ma ciascuna canzone, ogni arrangiamento, ogni testo è stato scritto da me. Quel che ho fatto è stato delegare le basi di chitarra, le batterie ad altre persone che hanno seguito le loro regole. Con questo tipo di lavoro ho la possibilità di lavorare con altre persone e di incoraggiarle a mettere quanto più possibile di loro stessi. E' questo il tipo di processo che seguo: io ci metto del mio e do l'input su diversi e specifici strumenti che poi saranno competenza di differenti persone.

 

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Ho trovato l'artwork davvero molto interessante: cosa rappresenta esattamente e come si lega al concept dell'album?

 

Ho cercato di rappresentare visivamente il sentimento che si prova, quello che ti rimane dentro quando qualcuno ti ha tradito. L'immagine di The Judas Table è quella di un cena con tutte queste persone della mia vita che si incontrano e io sono seduto in mezzo a loro.  Da qui l'idea del "tavolo". Volevo mettere in un'immagine la sensazione dell'esser traditi. Volevo trasmettere quell'energia che hai dentro e che non puoi semplicemente distruggere.  Volevo far capire come ci si sente quando sei una buona persona e ti ritrovi coinvolto in una relazione con egoista psicopatico, che ti tratta in un modo totalmente irrispettoso. Questa è l'idea da cui viene l'artwork.

 

Qual è la band o l'artista che ti ha ispirato di più a livello musicale? Hai altre forme alternative di ispirazione? Intendo arte, letteratura, cinema?

 

Sono figlio unico, non ho nè sorelle nè fratelli perciò tutti i giorni della mia infanzia li ho vissuti da solo nella casa dei miei genitori e lì non avevo molti amici. Tentavo di sconfiggere i tempi morti ascoltando musica. La musica era la mia migliore amica. Mi piaceva comprare e collezionare vinili e album, e scoprirli in tutte le loro sfaccettature. La musica mi ha sempre tenuto occupato e avere a che fare con essa adesso rappresenta una naturale continuazione di quello che ho vissuto. Lavorare con la musica è anche per me un modo per incontrare di nuovo e celebrare ogni singolo stile e ogni forma di essa che ho ascoltato nella mia vita e che mi è piaciuta. Non c'è una band, un artista, un movimento o un genere che mi ha preso particolarmente. Vivo per la musica ed è questo su cui si basata la mia crescita personale e artistica.

 

Ora come ora sei impegnato in qualche altro progetto a parte gli Antimatter? Che mi dici degli Sleeping Pulse?

 

Gli Sleeping Pulse... ero in Portogallo una sera di 7 anni fa e stavo a casa di Luis (Luis Fazendeiro, ndr) e la nostra conversazione girava attorno alla musica rock che lui stava componendo a quel tempo. Mi ha suonato alcune demo, si trattava di registrazioni di soli strumenti e io ho detto "Potrei fare io i testi, potrei mixare queste canzoni... se mi dai questa musica potrei scrivere le melodie, le linee vocali, il concept e dare a loro la forma di canzoni complete" perchè mi piaceva davvero come suonavano. Così abbiamo iniziato, abbiamo pensato a quello che potevamo fare che poi è andato a convergere dentro l'album "Under The Same Sky", che ritengo un album fantastico. Sleeping Pulse è un progetto che sta andando avanti. A parte questo, al momento non c'è nient'altro in ballo. Anche se mi piace tenermi impegnato: occasionalmente faccio qualche apparizione quando mi è chiesto, se ho tempo, se mi piace il sound.

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Tendenzialmente sono contraria ad etichettare una band o un artista con un genere specifico, non mi piacciono i tag usati per descrivere la musica. Ad ogni modo, pare che l'etichetta per descrivere gli Antimatter sia "melancholic rock" o "art rock". Pensi che possa andare bene come etichetta? Che possa descrivere bene la tua musica?

 

I tags per descrivere le canzoni... domanda interessante. Non potresti descrivere canzoni come Comrades, Hole o Little Piggy etichettandole esclusivamente come melancholic rock. Ci sono diversi elementi che formano gli Antimatter e non sono riconducibili alle stesse strade. Capisci cosa intendo? Se guardi con attenzione ci sono diverse cose, diverse influenze: c'è il synth pop, l'electronic music che ascoltavo quando ero un bambino, il metal che ascoltavo quando ero un adolescente, il rock psichedelico, il progressive rock. C'è tanta roba diversa negli Antimatter.

 

Sono stata al tuo concerto a Varsavia lo scorso ottobre al Progresja e sono rimasta stupita da quanto il pubblico ti adori letteralmente, da quanto ci tenga a stringerti la mano e ad incontrati e parlarti. Quanto è importante il supporto dei tuoi fan e la relazione con loro?

 

Penso sia una cosa incredibilmente importante. Sono passati i tempi in cui mi nascondevo dalle persone, sono cresciuto. Cerco di incontrare più persone che posso, di parlare con loro e vedere che tipo di persone sono, di avvertire la loro empatia, la loro vicinanza. Mi piacciono le persone. Io amo incontrarle, non potrei immaginare di essere quel tipo di artista che appena finito il concerto va via. Ho una relazione magnifica con molti fan, ogni fan degli Antimatter vuole parlare con me e io sono una persona molto aperta, molto alla mano, sono una persona assolutamente normale. Negli anni della mia giovinezza artistica ho trovato persone orribili, arroganti, altezzose, davvero brutte... I fan sono importanti al 100% per me.

 

antimatter201504Hai appena concluso la prima parte del tour per presentare The Judas Table, sei soddisfatto di come è andata e della risposta che hai ottenuto dal pubblico? Quando inizierà la seconda parte del tour? Quali sono le tue aspettative?

 

Questo tour è stato senza dubbio il tour degli Antimatter di maggior successo. E lo dico pensando al numero di persone: i locali erano pieni e ogni sera suonavamo per un numero di persone molto più alto di quello che avevamo negli anni passati. La setlist era davvero forte e possente, abbiamo incluso anche delle nuove canzoni di The Judas Table. E' stato fantastico vedere le persone venire al concerto e cantare per tutto il tempo. Ciò che ho avvertito è una sorta di un reale senso di investimento emozionale da parte del pubblico. Non potrei chiedere di più. E' stata un'esperienza grandiosa. Torneremo in tour ad Aprile e spero che ci siano degli show anche in Italia.

 

Hai fatto due date in acustico qualche mese fa in Italia dove hai suonato anche con Kirayel, una esordiente cantante italiana, che ha fatto anche un cameo in The Judas Table. Com'è stato lavorare con lei?

 

Mi sono divertito tantissimo a lavorare con Kirayel.  Ha cantato con me durante uno show e mi è piaciuta. Avevo portato una "parte del mio studio" con me e ho potuto lavorare mentre ero in Italia per finire l'album. Kirayel era li mentre stavo finendo Little Piggy e ho deciso che sarebbe stato interessante vedere cosa fosse successo se si fosse unita a me. Non avevo promesso nulla: se funziona funziona, altrimenti niente. Abbiamo lavorato per un po' e ci siamo resi conto che funzionava perfettamente. E' stato un caso: io ero li, lei era li ed è andata bene.

 

Bene Mick, questa era l'ultima domanda. Vuoi lasciare un messaggio ai nostri lettori e ai tuoi fan italiani?

 

Naturalmente. Per ogni fan e per ognuno dei vostri lettori: grazie per il vostro continuo supporto negli anni. Non avremmo potuto fare quel che abbiamo fatto senza di voi. Continuate a sostenerci e seguirci sui canali social, su Facebook o sul sito web degli Antimatter. Grazie tante, davvero.




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