As It Is (Patty Walters)
Ospite all’Infest a Milano lo scorso 12 giugno coi suoi As It Is, il cantante Patty Walters si sofferma sulla reinvenzione in quattro parti di “The Great Depression” e ci spiega l’idea dietro al progetto, prima di raccontarci qualcosa in più sugli ultimi live in Italia.
Articolo a cura di Lucia Bartolozzi - Pubblicata in data: 16/07/19

Benvenuto Patty, grazie per essere qui per SpazioRock. Come va?

 

Grazie a voi! Va tutto veramente alla grande, solo un po' stanco, ma sono carico!

 

Allora cominciamo subito! Ho notato che avete pubblicato una gran quantità di EP. Qual è il vostro modo di lavorare quando scegliete quali canzoni usare per un album? Di solito le scrivi liberamente e poi decidi se verranno incluse o no, oppure usi per gli EP del materiale extra che è rimasto fuori dai full-length?

 

È una gran bella domanda. Credo che per me, scrivere le canzoni, richieda molto più tempo rispetto forse alla maggior parte dei musicisti. Sono un tipo abbastanza particolare e ho un modo molto metodico di procedere, perché voglio essere orgoglioso di ogni singola canzone che scrivo e voglio poterla apprezzare anche lungo termine e ritenerla degna di essere su un album e di essere suonata durante un live anche dieci anni dopo. Questo processo è diverso ogni volta, ogni canzone è unica nel proprio modo e l’approccio è sempre qualcosa di nuovo. Voglio essere davvero orgoglioso del mio lavoro, non voglio semplicemente scrivere cinquanta canzoni e decidere poi di usarne dieci o dodici. Voglio che ogni pezzo sia realizzato con cura, che la gente lo senta.

 

asitissband

 

Potresti parlarci del vostro ultimo EP “Denial: Reimagined”?

 

Io e la band siamo nel mezzo di un processo in cui stiamo reinventando il nostro ultimo album “The Great Depression”, immaginandoci una nuova veste per ogni canzone in modo drasticamente diverso. Siamo al secondo di quattro EP, a metà di un percorso che ha in mente di rielaborare tutto: dal materiale più pop degli As It Is a quello più pesante. È stato un progetto artistico veramente soddisfacente e divertente. Ci è voluto un sacco di lavoro per cercare di far funzionare il progetto nel mezzo di un tour, per cercare di avere tempo per scrivere, registrare e produrre. Ne è valsa la pena ed è stato divertente. Io non vedo l’ora di ascoltare tutto il prodotto finale. È stato fantastico avere l’occasione di estendere il nostro lavoro sull’album che per ora vediamo come la nostra maggior fonte d’orgoglio, ad oggi.

 

Da dove è venuta l’idea per questo grosso progetto di reinvenzione dei quattro stadi di “The Great Depression”?

 

Quando abbiamo scritto il nostro primo singolo per l’album, inizialmente tutto era partito sul farlo in acustico e abbiamo poi provato a immaginarlo con una batteria elettronica, qualche tastiera e abbiamo avuto l’idea, in realtà per divertimento mentre eravamo fuori in un ristorante, di divertirci a stravolgere la versione originale delle nostre canzoni per dar loro tutt’altro aspetto. Probabilmente tutto questo è scaturito da una battuta fatta per scherzo, ma eccoci qui!

 

Gli altri due EP della serie “Reimagined” verranno pubblicati a breve?

 

I prossimi due EP, la metà mancante, dovrebbe essere pubblicata entro l’anno! L’ultimo dovrebbe uscire proprio prima che il 2019 finisca.

 

Vi mantenete sulle versioni originali di queste canzoni o siete riusciti a suonare dal vivo anche quelle reinventate?

 

Siamo riusciti a suonare solo la nuova versione di “The Question, The Answer” per due volte, finora. Al momento è l’unica versione alternativa che abbiamo suonato, se non si considera quella di “The Wounded World”, che è abbastanza simile all’originale, ma comunque diversa a modo suo. Abbiamo poi deciso di suonare “The Question, The Answer”, la versione più hardcore, proprio per l’Europa, perché sappiamo quanto vogliano e quanto sanno divertirsi i fan qui. L’Italia è uno dei posti più scatenati in cui abbiamo suonato per ora, quindi è stato ovvio includerla nella set-list, sapendo che forse molti non se lo aspettavano.

 

E qual è stata la risposta del pubblico ad oggi nei confronti delle versioni alternative?

 

È stato davvero divertente. Credo che quando si faccia un lavoro del genere su una canzone, le si dia una nuova veste, una nuova pelle. In questo modo anche il testo può cambiare anche significato, essere visto da un’altra prospettiva (anche se non necessariamente). C’è qualcosa di diverso da sentire, da cogliere nel significato del pezzo. È interessante sentire anche come nel cantare il testo cambia in base alla versione e spero che per il pubblico sia stato divertente quanto per noi.

 

asitis2019

 

Il concerto del 12 giugno è stato il secondo per voi in Italia quest’anno, dopo aver fatto da spalla in aprile agli Enter Shikari. Com’è stato andare in tour con loro?

 

Quello è stato uno dei tour migliori per noi dopo tanto tempo, davvero uno sballo. Siamo stati sempre fra loro e i loro fan, a parlare del progetto dietro “The Great Depression”, portando avanti la discussione sulla salute mentale e sulla nostra scena. Quei ragazzi e tutto il loro staff sono stati così gentili, delle persone davvero genuine e capaci di farci sentire al posto giusto. Non c’è stato neanche una gionata brutta in quel tour, è stato davvero bello.

 

Com’è stata invece la line-up dell’Infest?

 

È stata fantastica. Eravamo già stati in tour con gli State Champ ed è stato davvero bello avere l’opportunità di sentirli ancora e stare in loro compagnia. Loro in particolare fra le band che hanno suonato insieme a noi sono un gruppo che ascoltiamo molto volentieri ed avevo molta voglia di rivederli.

 

Come va nella band da quando Ronnie Ish, già vostro tour manager, è entrato a far parte degli As It Is?

 

Alla grande! Sapevamo che avremmo dovuto solo chiedere a lui, è il nostro uomo, non c’erano dubbi su questo. Ha portato tanta positività e soprattutto volume alla band, sia sul palco che fuori. Penso che anche il pubblico veda quanto sia una splendida persona, è semplicemente fantastico  averlo con noi.

 

Vorresti dire qualcosa ai tuoi fan italiani su SpazioRock?

 

Ragazzi, siete veramente rumorosi! Siete una delle audience migliori e ve lo prometto, ogni occasione che avremo di tornare in Italia per voi verrà sfruttata! Faremo del nostro meglio per venire lì, perché siete veramente incredibili!




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