Stereophonics (Richard Jones)
In carreggiata da oltre vent'anni, sulla cresta dell'onda del movimento Britpop, gli Stereophonics si presentano al loro pubblico con un nuovo album di musica vera, trasposizione di sensazioni captate attraverso i loro occhi d'artista. A parlare del passato, del presente e del futuro della band ai nostri microfoni è stato il bassista Richard Jones.
Articolo a cura di Cristina Cannata - Pubblicata in data: 14/02/18
Si ringrazia Francesco De Sandre per la collaborazione
 
Ciao Richard! E' un vero piacere essere qui a scambiare quattro chiacchiere con te, allora come va?

Bene, grazie, benissimo! Siamo arrivati a Milano la scorsa sera e ce la siamo goduta un po' visto che oggi siamo arrivati al locale abbastanza presto nel pomeriggio. Siamo prontissimi per il concerto di questa sera!

Bene, perchè appunto tra poche ore sarete sul palco a cantare, insieme ai vostri fan italiani, alcune canzoni tratte dal vostro ultimo album "Scream Above The Sounds". Dimmi, cosa merita di essere urlato a voce così alta per far sì che si senta su tutto questo rumore di fondo in cui siamo immersi al giorno d'oggi?


Sì be', penso che per quanto riguarda quello che sta accadendo nel mondo il nostro "lavoro", o meglio, il nostro compito come entertainment men, come artisti, sia quello di far divertire le persone. Proprio noi siamo quel modo, quel mezzo, per scappare da quello che succede nel mondo tutti i giorni, no? Credo che la musica e, in generale, il mondo dello spettacolo sia un modo per la gente di evadere da qualcosa, un modo per perdere se stessi, per lasciarsi andare, in una dimensione emozionale diversa, per passare dalle cose brutte a quelle belle e buone. Molte persone, soprattutto quando arrivano al limite, considerano la musica una medicina, un modo per sentirsi meglio, grazie a questo viaggio attraversa essa. Il testo di "Scream Above The Sounds" è stato scritto in una notte...e poi è diventato il titolo dell'album.

Nel 1997 avete fatto il vostro ingresso sulla scena musicale con "Words Gets Around" e adesso, vent'anni dopo, avete presentato "Scream Above The Sounds". Cosa è cambiato nella società in tutti questi anni secondo te che guardi il mondo con la tua lente da artista? Dobbiamo davvero urlare per riuscire ad esprimere noi stessi?

Penso che la novità principale che ha portato ad un cambiato profondo all'interno della società in questi ultimi venti anni sia stato l'avvento del "mobile", smartphone, internet, il concetto di "consumer", il connettersi, le persone sono perennemente registrate da qualche parte... questa sorta di divertimento emozionale nuovo dato dai social media, dalle notizie che scorrono veloci. Secondo me la gente non ha più abbastanza tempo per... niente. Passano costantemente il loro giorno con gli occhi puntati sullo schermo dei loro cellulari, guardando contenuti, cercando altra gente virtuale. Sì, credo che sia questo il cambiamento più grande che ho vissuto come artista negli ultimi venti anni. Tutti sono così presi dalle piccole cose che sembrano dimenticare quelle grandi, quelle importanti, quelle semplici... fare una passeggiata al parco, studiare sotto un albero, magari con dei fiori attorno. C'è questo dover costantemente guardare il cellulare, fare foto ad ogni cosa... questo comportamento che non consente davvero di assorbire, di godersi le cose belle, le cose normali.
 
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Queste effettivamente sono alcune cose che mi sono venute in mente ascoltando il vostro album. Nei vostri testi avete sempre affrontato tematiche e problemi diversi. In quest'ultimo lavoro ho avvertito sprazzi di speranza e sentimenti positivi nonostante il senso di paura e di ansia che pervade il nostro quotidiano. Pensi che abbiamo ancora dello spazio disponibile per esprimere noi stessi per ciò che davvero siamo o semplicemente ci mostriamo attraverso gli altri, vivendo  con l'obiettivo di capire cosa impongono le mode? Soprattutto nell'ottica del social media di cui abbiamo parlato prima...

Sì, esatto. Sono abbastanza confidente del fatto che le persone oggi continuano a capire quando qualcosa è vero. Sai, quando capisci e apprezzi qualcosa che ha un'origine artistica, qualcosa che è un'opera d'arte, che è stata pensata e generata da un'insieme di sensazioni... canzoni, dipinti, qualsiasi forma d'arte, insomma. Credo che la gente graviti ancora verso intorno a questo mondo creativo. Certo, è facile seguire le mode come ho detto, ma penso che in qualche modo siamo ancora in grado di apprezzare la genuinità delle belle cose che ci circondano; d'altronde, le cose belle attirano l'attenzione, no? Una bella canzone è una bella canzone. Quando qualcosa è un mezzo d'espressione di emozioni e sentimenti, l'uomo se ne accorge...

Quindi l'uomo è ancora in grado di cogliere la bellezza delle cose? Le emozioni che esse generano?

Sì, direi proprio di sì. Succede che magari tu ti ritrovi ad ascoltare la mia playlist di Spotify e trovi una canzone che ti piace davvero, che ti dà delle emozioni. Questo è paragonabile a quello che accadeva un po' di anni fa, quando le radio avevano un'importanza diversa... quando la radio passava una canzone che non conoscevi e che scoprivi che ti piaceva tanto.

Gli Stereophonics hanno appena celebrato vent'anni di carriera. Com'è continuare a lavorare insieme, nella stessa band, dopo tutto questo tempo? Cos'è cambiato sia dal punto di vista meramente artistico sia da quello di business?

La cosa che non è mai cambiata negli Stereophonics è principalmente il modo di scrivere musica. Non è mai cambiato, in venti anni. Continuiamo a scrivere musica per noi stessi, per esprimere ciò che siamo e, soprattutto, per impressionarci, per goderci questa possibilità di fare queste determinate cose. Per quanto riguarda il music business... nell'era di internet credo che possiamo considerarci "più ricchi", semplicemente già perchè ci sono più mezzi a disposizione... non devi solo fare affidamento alle radio, oggi ci sono davvero molti modi per diffondere la tua musica nel mondo. E' cambiato sicuramente il consumo della musica: tutti possono sentire tutto allo stesso momento quando vogliono. Questo apre molti canali... ad esempio, siamo stati in grado di suonare in Messico poco tempo fa, e in vent'anni c'eravamo stati solamente una volta, le reazioni del pubblico... beh, quelle sono delle cose che ci ricorderemo per molto e molto tempo. La musica è oggi lì, pronta, ad essere ascoltata, dal proprio pc, dal proprio cellulare...questo ovviamente è l'aspetto positivo...


E l'aspetto negativo?

Sì, certo. L'aspetto negativo è che le persone non si sforzano poi così tanto... Non scrivi più una lettera per incontrare un tuo amico, non devi uscire a cercare il francobollo. Vuoi una foto? Bene, prendi il cellulare e chiedi ad un amico di fartela o, addirittura, te la scatti da solo. C'è questa cosa del condividere l'esperienza... che è una cosa bella, attenzione, mostrare delle cose agli altri. Ma sì, forse a volte bisognerebbe tenersi le cose per sè, impreziosire così i momenti.


Senti... so che di recente hai fatto un bel ruzzolone (riferimento al brano "Taken A Tumble", NdR), se posso prenderti in giro.. Ho capito cosa dice la canzone ma, sai, non puoi sempre cadere in piedi! Posso chiederti quindi qual è stato il tuo ultimi errore? E' ricorrente?

(Ride, NdR) C'è una storia davvero divertente legata a quella canzone! La prima volta che l'abbiamo suonata a Barcellona, quattro giorni fa, tutti i membri della band, sul palco, hanno sbagliato qualcosa e, considerando il concept del pezzo, è stata davvero una cosa comica. Kelly (Jones, NdR) ha scordato pezzi dei testi, io alcune parti... insomma, un disastro, ognuno ha dato del suo meglio (ride, NdR). Finchè riesci a ridere di te stesso, non c'è problema. Quando ognuno si diverte e ride, va sempre bene...

Anche se ogni tanto inciampate anche voi!

Basta saper ridere di se stessi!
 
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Il vostro singolo "Caught By The Wind" è una specie di inno ad abbracciare la vita e a vivere al massimo senza paura. Il pezzo è stato ispirato dall'attacco terroristico del Bataclan che, disgraziatamente, non è stato l'unico che ha a che fare con il mondo dei live show. Anche qui in Italia ci sono stati degli allarmi che hanno fatto cancellare dei concerti. Di cosa dobbiamo davvero avere paura, dal tuo punto di vista?

Credo che se lasciamo che il terrorismo entri nella nostra vita e la rovini, saremo sempre spaventati. Leggendo il testo di quella canzone, ci sono tante frasi importanti. Le cose brutte succedono sempre, ma ognuno di noi deve vivere la propria vita al massimo perchè succedono anche le cose belle. Le cose belle accadono così come accadono anche le cose brutte, sia alle belle che alle brutte persone. Non dobbiamo permettere alle brutte persone di fermarci, di impedire di essere quello che vogliamo essere. Ci sono più belle persone che brutte persone, è un dato di fatto.

Sono sicura che tu e gli Stereophonics tutti abbiano già raggiunto grandi soddisfazioni ma... c'è qualcosa che vi manca?

Uhm, è sempre bellissimo suonare show grandiosi negli UK tuttavia sarebbe bello suonare in posti più piccoli, sai? Uno show del genere mostra aspetti diversi di una band, il palco più piccolo, meno persone... diventa tutto più intimo. Sarebbe bello portare questi show in giro per il mondo accanto a quelli più grandi, anche su palchi non necessariamente piccoli, non so, ricreare quell'atmosfera anche in luoghi grandi. Questo è uno degli obiettivi su cui stiamo lavorando. Ovviamente è sempre bello attrarre più gente possibile, sia attraverso i dischi che attraverso i concerti. Continuiamo a fare questo, ci sono sempre nuovi posti in cui suonare... la gente vuole vedere la band e noi ci mostriamo, è quello che facciamo!

Durante la vostra carriera siete sopravvissuti a tutte le mode e i trend solamente essendo voi stessi e la vostra fan base è continuata a crescere nel tempo. Quanto è importante per un artista accontentare le aspettative dei propri fan?

Se sei fedele a te stesso, a ciò che vuoi essere, i tuoi fan - o la maggior parte di essi - lo capiscono. E' quando cerchi di essere qualcun'altro, di non essere vero, e cerchi di seguire le mode... è lì che sorge il problema, perchè i tuoi fan capiscono che non sei onesto con loro, non sei onesto con te stesso, non sei onesto con la tua musica. Kelly è sempre eccellente in questo quando scrive perchè scrive di cose che vede e sente, e la gente capisce che si tratta di canzoni vere e molti apprezzano tanto questo aspetto degli Stereophonics. Quando vengono a vederci suonare, poi, sentono tutta l'energia che avvertono nei testi, avvertono anche tutta la nostra energia come persone, che cerchiamo di concentrare al meglio durante tutto il giorno per la sera, per indirizzarla tutta nel concerto. Non siamo finti, non fingiamo per nulla. Ci piace davvero suonare musica, ci piace davvero essere insieme in una band e ci piace davvero divertirci, e noi ci divertiamo un sacco così. Siamo onesti con noi stessi e il pubblico lo capisce.

E adesso, cosa c'è in ballo per la band?

Faremo un grandioso tour in UK, ci saranno i festival estivi e quando arriveremo alla fine del cerchio torneremo in studio e inizieremo a suonare e a registrare nuove canzoni. Vedremo... vedremo... soprattutto a livello di tempistiche, visto che Internet rende tutto così istantaneo. Puoi registrare un album in una settimana oramai... (Ride, NdR). Vedremo che succederà!

Ok Richard, grazie mille per il tuo tempo! Vuoi lasciare un messaggio ai tuoi fan e ai nostri lettori?

Grazie a te e grazie a tutti voi per il sincero supporto che ci avete dato negli ultimi vent'anni e torneremo presto in Italia per alcuni festival e per fare tantissimi altri concerti!



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