The Pretty Reckless (Taylor Momsen; Jamie Perkins)
Nel dietro le quinte dello Sziget Festival abbiamo avuto la fortuna di poter fare una rapida chiacchierata con i Pretty Reckless. La band capitanata da Taylor Momsen, ed elemento di spicco del panorama rock degli ultimi anni, sta per tornare in Italia per l'appuntamento del 15 dicembre all'Alcatraz di Milano. Nel frattempo, abbiamo incontrato per voi l'esplosiva frontwoman e il batterista Jamie Perkins, fra curiosità sull'ultimo album e confessioni sulla loro carriera.
Articolo a cura di Paolo Stegani - Pubblicata in data: 27/11/17

Ciao ragazzi, benvenuti su SpazioRock.it! Il prossimo 15 dicembre vi esibirete a Milano, all'Alcatraz. Non è però la vostra prima volta in Italia. Cosa pensate del pubblico italiano?

 

J: Purtroppo non abbiamo suonato moltissime volte in Italia, però quando è successo è sempre stato grandioso. Il pubblico italiano è davvero rumoroso ed entusiasta. Inoltre ci si ritrova immersi in città splendide.

 

T: Generalmente infatti mi ripete che il pubblico è magnifico, le città sono magnifiche e il cibo è magnifico! (ride, ndr).

 

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È impossibile non notare un tentativo di evoluzione nel vostro ultimo album "Who You Selling For". Una canzone come "Mad Love", ad esempio, è un esperimento nuovo per voi.

 

T: Quando abbiamo composto quel brano non abbiamo pensato al pubblico, o a come sarebbe stato accolto, perché quando scrivi una canzone la scrivi per soddisfare te stesso innanzitutto. Credo quindi sia stato un fattore casuale quello di esserci spinti verso nuove strade. Ciononostante, si possono trovare anche molte somiglianze con gli album precedenti, dal momento che quando scrivi un album metti per iscritto la storia della tua vita, il tuo passato ed il tuo modo di vedere le cose, e questo non può mai cambiare.

 

J: Senza dubbio posso dire che come band cerchiamo di non ripeterci. Un esempio perfetto è proprio "Mad Love", che Taylor e Damon hanno scritto una mattina, nel pomeriggio ce l'hanno fatta sentire in studio e nel giro di un giorno era pronta. A volte accadono cose così esemplicemente bisogna lasciarle accadere. Mentre la registravamo sapevamo bene che si trattava di qualcosa di insolito rispetto al nostro repertorio, ma la cosa non ci ha disturbati, ci piaceva tanto e ne andiamo fieri.

 

Un lungo tour in programma, un nuovo album uscito da poco, fan affezionatissimi... Cosa pensate della vostra carriera fino a questo punto?

 

T: Anche solo il fatto che ne abbiamo una è già incredibile! (ride, ndr). No, dico sul serio, andare in giro per il mondo a fare concerti, e che ogni volta le persone si presentino e dimostrino il loro interesse è davvero pazzesco. Ovviamente è grandioso, una vera benedizione. Tutte le volte che facciamo un concerto e si presenta anche solamente una persona rimango sorpresa.

 

J: Sì, e anche il nostro ultimo disco "Who You Selling For" è stato un passo davvero importante per noi, e siamo contenti che le persone l'abbiano capito e apprezzato. Siamo molto fortunati e lo sappiamo. Non possiamo che ringraziare tutti per il supporto.

 

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Cosa pensate della Sziget festival? Preferite i festival o le date da headliner?

 

J: Ogni concerto ha i suoi lati positivi. Questo festival in particolare è fortissimo, così tante persone da così tanti paesi...

 

T: È la nostra prima esibizione qui. Non si può scegliere, sono tutte situazioni differenti. Ai festival spesso ti ritrovi a suonare per un pubblico che non ti conosce, ma è bello per la quantità di persone e per l'effetto di calore conseguente. Questo è un paese bellissimo, si respira moltissima energia e tutti sembrano davvero entusiasti, ce ne siamo accorti senza essere ancora saliti sul palco.

 

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State componendo nuove canzoni o per il momento vi godete il tour?

 

T: Non smettiamo mai di comporre nuovi brani, è un processo senza fine.

 

Grazie ragazzi, alla prossima!




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